Con il cuore in gola.

1K 38 187
                                    

Aprendo la porta del ristorante, veniamo subito accolti dal tipico profumo speziato orientale, che si diffonde nella stanza d'ingresso. Un odore fresco, ma al contempo intenso e dalle note esotiche, che pervade le mie narici. Ci avvolge in un'atmosfera incantevole e, insieme all'arredamento tradizionale cinese nelle tonalità rosse e oro, è come se ci avesse presi e teletrasportati ad ottomila chilometri di distanza, dall'altra parte del mondo per le strade di Pechino.

Ricordo male o lo aveva definito locale spartano? No, perché è esattamente il contrario dell'essere scialbo e anonimo.

Ma non è una lamentela la mia, sia chiaro.

Lo trovo semplicemente... Perfetto.

Lo guardo con gli occhi spalancati dallo stupore, sorridendogli felice di trovarmi in questo posto.

Qui, insieme a lui.

Ricambia il sorriso, prima di mimare la parola "sorpresa" semplicemente muovendo le labbra, senza emettere alcun suono. Mentre le nostre mani sono ancora intrecciate in una gentile stretta, alza il braccio per portarlo a cingere il mio corpo, posizionando entrambe le mani contro il mio fianco sinistro. Sento le sue dita accarezzarmi l'anca, dolcemente, da sopra il cappotto e i vestiti.

Appoggio la testa contro la sua spalla, intanto che i nostri sguardi scorrono lungo la stanza e restiamo in attesa di qualcuno che venga ad accoglierci per accompagnarci al tavolo.

Dopo appena un minuto, vediamo una donna venire in nostra direzione: una signora sulla quarantina, con un bellissimo qipao rosso addosso. Si posiziona vicino al bancone, coprendo con la sua figura il Maneki neko che aveva attirato tutta la mia attenzione in questi ultimi trenta secondi: Il suo muovere la zampina avanti e indietro era qualcosa di totalmente ipnotico.

"Buonasera, avete prenotato?" Domanda, rivolgendoci un mezzo inchino flettendo appena visibilmente il busto in avanti, con grazia. Alla fine della frase, riesco a percepire il tipico accento mandarino.

"Buonasera, no non..." Ricambio il saluto e, appena sto per rispondere, vengo interrotta dalla voce di Jake.

"Sì, ore otto e mezza, tavolo per due a nome Denforth."

Lo guardo stupita, nel momento in cui la donna si gira per controllare il nominativo nella lista. Rido tra me e me, comunque, appena sento il suo cognome storpiato.

Chissà quando ha prenotato.
Forse, quand'ero sotto la doccia?

"Okay, seguitemi" ci sorride, indicando con un gesto della mano la direzione. La seguiamo oltre l'ingresso, entrando nella sala subito alla nostra sinistra.

Mi guardo intorno e noto una decina di tavoli presenti nella stanza, di cui appena la metà sono occupati. Aspetto ansiosa che ci indichi quale tra quelli liberi si tratti del nostro, cosa che però non accade.

Prosegue a camminare verso il fondo della sala, dove si trova un arco che conduce ad uno stretto corridoio. Continuiamo a seguirla in silenzio, oltre la volta. Il passaggio si presenta ancora più evocativo e suggestivo degli ambienti precedenti: luce soffusa e pavimentazione in tatami, muri bianchi e porte shoji. L'unico tocco di colore proviene dal verde delle piante di bambù in vaso, che risaltano nettamente sulle pareti candide.

Ora, sembra di essere arrivati nel Paese del Sol Levante.

Si ferma davanti ad una delle porte scorrevoli, aprendola e mostrandoci l'interno.

Wow.

"Stanza riservata, come richiesto." Ci fa cenno di entrare, scostandosi a lato per lasciarci passare. Ci accomodiamo al tavolo, che altro non è che un piccolo quadrato, alto appena quaranta centimetri dal pavimento. Ci sediamo a terra, sopra un cuscino, ma con le gambe comode verso il basso, data la rientranza nel pavimento giusto sotto il tavolino.

Duskwood Legends [Italian Version]Where stories live. Discover now