CAPITOLO 1

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Gemma Williams percorse il corridoio a grandi passi verso la camera di un paziente che le era particolarmente caro. Lucas Austin. Il bambino di otto anni l'aveva conquistata da quando era giunto in ospedale una settimana prima, vittima di un incidente stradale. Lo stesso in cui avevano perso la vita i suoi genitori e due altri adulti, lasciandolo orfano e solo. E tra meno di un mese sarebbe stato Natale.

Lei fu investita da una fitta di dolore per quel povero bambino. Sapeva esattamente cosa stava provando, perché anche lei aveva perso i genitori da piccola. Ricordava quanto si era sentita triste il primo Natale senza di loro, e tutti gli altri a seguire.

Negli occhi di Lucas leggeva la sofferenza che l'aveva tormentata per anni. Nei giorni di degenza da quando era arrivato non era venuto nessuno a trovarlo. Forse, ora che si erano finalmente svolti i funerali, qualcuno sarebbe venuto a prenderlo. Detestava l'idea che Lucas fosse dato in affidamento, come era successo a lei.

Mentre voltava l'angolo diretta verso il reparto pediatrico, vide due persone vestite di nero entrare nella camera del bambino. Forse erano i parenti che avevano partecipato al servizio funebre, quel giorno.

Secondo il medico, lo zio di Lucas e la nonna avevano telefonato per chiedere se il bambino poteva presenziare, ma il dottor Bradford aveva rifiutato. Temeva che si intristisse più di quanto lo era già.

Gemma non si era trovata d'accordo con il medico. Avendo assistito al funerale dei suoi, sapeva quanto le era stato di conforto vedere che non era sola a soffrire per la loro perdita. Lei sospirò. Poi, imponendosi di sorridere, entrò in camera di Lucas.

"Gemma!" la accolse lui, illuminandosi all'istante.

"Ciao, Lucas. Allora, tesoro, hai finito con la cena?"

"Sì, ma..."

"È la sua infermiera?" lo interruppe uno dei due visitatori, facendo un passo avanti.

Era un uomo sulla trentina, con capelli scuri e incredibili occhi azzurri.

"Sono una delle infermiere che si occupano di Lucas."

"Sembra molto affezionato a lei..."

A Gemma parve di cogliere una nota di biasimo nella sua voce. Raddrizzò le spalle.

"Diciamo che in questi giorni, Lucas ed io siamo diventati dei buoni amici," confermò secca.

Poi si voltò verso il bambino.

"Posso portarti qualcos'altro, tesoro?"

"Potrei avere del gelato?" chiese il bambino, lanciando un'occhiata all'uomo come se si aspettasse delle proteste.

"Certo che puoi. Torno subito."

Superò la signora anziana, vestita con un elegante abito griffato, che era appoggiata contro il muro. Forse era un'amica di famiglia, rifletté Gemma. O forse la nonna di cui aveva sentito parlare. Ma in quel caso non si sarebbe comportata di certo in modo così freddo.

"Mi scusi, signorina Williams," la interpellò l'uomo.

Come faceva a sapere il suo nome? Gemma si girò.

"Sì, mi dica."

"Lucas viene via con noi."

Senza dargli il tempo di proseguire, Gemma parlò.

"Be'... questo ometto coraggioso mi mancherà tantissimo. Lei è il suo tutore?"

"Sì... per forza di cose."

UN AMORE SOTTO L'ALBERODove le storie prendono vita. Scoprilo ora