CAPITOLO 3

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Il suo desiderio si avverò, purtroppo.

"Cos'hai fatto a mia madre?" la apostrofò con asprezza non appena li raggiunse.

"Niente. Lucas si è limitato a farle una domanda, tutto qui."

Si pentì subito di quella risposta, perché Trent Atherton si girò con occhi fiammeggianti verso il bambino. Per fortuna, in quel momento, chiamarono il loro volo. Gemma si alzò subito e si avviò verso l'imbarco dei passeggeri di prima classe insieme a Lucas, senza aspettare gli altri.

Dopo che si furono seduti ai loro posti, il piccolo si chinò verso di lei e le toccò la mano.

"L'ho fatta piangere?" domandò Lucas in un sussurro.

"No, cucciolo. Credo che sia ancora turbata per via della tua mamma. Dopotutto, era la sua bambina."

"Oh..."

Lucas si irrigidì e Gemma alzò gli occhi. Vide che Trent e sua madre stavano salendo e si dirigevano nello stesso corridoio. Trent annuì per segnalare la loro presenza, ma Gemma non parlò. Probabilmente, avrebbe continuato a ritenerla responsabile delle lacrime di sua madre.

Ma sbagliava, perché lei non poteva immaginare che una domanda innocente avrebbe scatenato una simile reazione nell'anziana donna. Lucas si addormentò quasi subito. Gemma estrasse un libro e trascorse la maggior parte del viaggio a leggere. Quando il pilota annunciò che erano in vista dell'aeroporto di Dallas, svegliò il bambino.

"Piccolo, stiamo atterrando. Non vuoi vedere dove andrai ad abitare?"

"Dici che si vede dall'aereo?" chiese Lucas, alquanto stupito.

Gemma scoppiò a ridere.

"No, tesoro. Mi riferivo alla zona. La tua nuova casa la vedrai più tardi."

"Mi manca la mia casa," sospirò Lucas.

Lei lo strinse a sé.

"Lo so, Lucas. Ma ti piacerà anche questa, ne sono certa."

Per il bene del piccolo, si augurava di non sbagliare. Gli tenne la mano mentre l'aereo toccava il suolo e rollava lungo la pista. Quando Trent indicò loro di andare avanti, Gemma scortò Lucas verso l'uscita senza voltarsi per controllare se gli Atherton erano dietro. Ad un certo punto, mentre aspettavano di ritirare il bagaglio, le giunse da sopra la spalla una voce maschile.

"Se mi indichi la tua valigia, te la prendo io."

"Grazie."

Quando la adocchiò, insieme a quella di Lucas, gliela mostrò e un facchino le caricò su un carrello.

"Gemma, dai un'occhiata a Lucas e a mia madre mentre vado a prendere la macchina."

E l'espressione con cui la guardò diceva chiaramente 'non farla piangere'.

"Certamente," si affrettò a rispondere lei e li condusse verso una panchina dove aspettarono seduti l'arrivo di Trent con l'auto.

Con sua grande sorpresa, comparve su un fuoristrada. L'aveva immaginato alla guida di una Mercedes o di una Lexus, auto più adatte ad un professionista di successo. Scacciando quei pensieri, Gemma fece salire la signora Atherton e Lucas, poi prese posto sul sedile posteriore accanto al bambino.

"Grazie per l'aiuto," disse Trent mentre scivolava dietro il volante.

"Grazie per avere caricato le valigie," replicò lei.

UN AMORE SOTTO L'ALBEROWhere stories live. Discover now