Capitolo 6

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|Sesto anno|
18/19 anni

Il sole tiepido di settembre riscaldava l'intero maniero dei Malfoy. Soprattutto la stanza della giovane Malfoy dove il sole colpiva dritto nella stanza dalla finestra.

Dakota aprì svogliatamente gli occhi vedendo fin troppa luce nella sua stanza, si costrinse a non rimanere troppo tempo nel suo comodo letto e si alzò da questo per recarsi in bagno dove si guardò allo specchio.

Era un'anima cupa e spenta non aveva più quella luce negli occhi che aveva anni addietro.

Quella sembrava essere stata l'estate più lunga della sua vita. Si era chiusa in se stessa, non parlava con nessuno, a malapena con Draco.

Si sentiva violata, delusa e schifata da quello che aveva dovuto subire in quei tre mesi. E vedere Draco impotente la faceva stare ancora peggio.

La ragazza sentì bussare alla porta e svogliatamente andò ad aprire.

«Draco?» domandò.

«Fai in fretta, per favore, voglio andarmene da questa casa» disse lasciandole un bacio sulla guancia prima di scendere al piano inferiore.

Draco non l'aveva mai pregata, ma in quel periodo era l'unico a capirla veramente. Avevano vissuto le stesse identiche cose.

Dakota cercò di metterci il meno tempo possibile a prepararsi, anche lei non vedeva l'ora di andarsene da quella casa.

Finalmente Dakota e Draco arrivarono a scuola. L'unico aspetto negativo era i che i fratelli Malfoy erano appena arrivati e già volevano andare via.

Dakota senza aspettare Draco salì sul treno e si andò a sedere in uno scompartimento vuoto. Non parlava più con nessuno, neanche con lui. Da quel giorno aveva smesso di parlare con tutti. Non si fidava più di nessuno, nemmeno di se stessa.

Sentì gli occhi pizzicare e se li asciugò in fretta, si era ripromessa che non avrebbe pianto, lo aveva fatto già abbastanza in quei mesi.

«Ti ho trovata finalmente» disse la voce di Mattheo, facendo irrigidire la ragazza.

Dakota si limitò a guardarlo negli occhi con aria spenta e priva di emozioni, Mattheo non sopportava di vederla così. Sapeva che in parte era anche colpa sua se stava così.

«Giochi al gioco del silenzio D?» chiese e la ragazza rimase zitta.

Mattheo prese un respiro profondo e si sedette di fronte a Dakota.

«Ascolta Dakota volevo dirtelo, ma quando finalmente eri tra le mie braccia, volevo che ci fossimo solo io e te» disse Mattheo. Ed era così infatti, il ricciolo voleva che fossero solo loro due.

«È tardi ormai per dirlo» sussurrò Dakota facendo venire un brivido a Mattheo che per mesi non aveva sentito la sua melodiosa voce.

Le era mancata da morire, tutto di lei le era mancato.

«Non è tardi Daky, siamo ancora in tempo» disse il ricciolo, dandosi del ridicolo nella sua testa.

Dakota fece una risata amara e tornò a guardare il ricciolo.

«Mi hai mentito, hai tradito la mia fiducia. Tu sapevi, e non mi hai detto nulla» iniziò a dire con calma.

Moon |Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora