Capitolo 1

18K 290 42
                                    


L'ansia continua a prendere il sopravvento su di me. Sono così agitata al pensiero di dover affrontare il mio primo vero colloquio lavorativo.
<<Ciao Tori, a domani, e buona fortuna per il colloquio>> mi saluta la mia compagna di corso, Melinda.

<<Ciao Meli, grazie mille, speriamo bene, ne ho davvero bisogno di questo lavoro>> la saluto guardando allontanarsi verso l'uscita della classe la sua folta chioma rossa.

Prendo i miei libri riponendoli velocemente dentro al mio zaino insieme all'astuccio, estraendo infine una mela che addento voracemente. A pensarci oggi non ho fatto nemmeno colazione, ecco tutto quel brontolio della mia pancia, ma cosa ci posso fare... vita da universitaria. Prima di dirigermi al colloquio per il lavoro passo in biblioteca a consegnare il libro di chimica per l'esame della scorsa settimana. È ora di affrontare il mio primo vero e importante colloquio di lavoro, come babysitter, in una vera grande azienda, tale Foster Enterprises, pare che i genitori della bambina, che hanno da quello che ho capito un ruolo direttivo nell'azienda, abbiano bisogno di una persona che si occupi di loro figlia, e quale persona se non me per ricoprire questo ruolo?! Ovviamente scherzo, la verità è che ho bisogno davvero di un lavoro per coprire il costo dell'affitto e delle spese universitarie, lavorare come cameriera in una tavola calda non basta più. Ho bisogno di un lavoro che mi permetta anche di studiare per prendere questa dannata laurea, ho faticato così tanto in questi anni, e non voglio fallire ora, devo fare di tutto per avere questo posto. Poi, certamente, oltre alla responsabilità del lavoro io amo davvero i bambini, e sono entusiasta all'idea di poter lavorare a tempo pieno con uno di loro. Non per nulla sto studiando per diventare neuropsichiatra infantile.

In poco tempo, tutto l'entusiasmo e l'allegria di prima vengono spazzate via da un'ondata di ansia e preoccupazione alla vista dell'imponenza di questo enorme edificio, alto come minimo trecento metri. Guardo le persone entrare e uscire affannate dalle porte in vetro, chi intento a telefonare, chi a tenere ben stretta la pila di fogli che ha in mano e altri che portano sacchetti di cibo e caffè per la loro pausa. Ok, ce la puoi fare Tori, hai affrontato cose ben peggiori. Giusto. Fisso il mio riflesso sulle vetrate delle porte e noto che potevo fare molto meglio questa mattina mentre sceglievo i vestiti da indossare. Una maglia lunga verde militare con sotto dei collant neri abbinati a un paio di Doctor Martins con suola alta non sono il massimo dell'eleganza. Sorvoliamo che è meglio, mi sistemo il cappotto ed entro dentro. Mi piombo alla reception attendendo che si liberi una ragazza.

<<Mi dica>> si rivolge una ragazza bionda regalandomi un cordiale sorriso.

<<Salve, sono qui per il colloquio da babysitter con->> vengo interrotta da lei.

<<Il signor Foster>> mi completa lei.

<<Si proprio lui>> aggiungo io.

<<Purtroppo il signore ha avuto un contrattempo e non potrà esserci oggi, la seguirà la sua assistente personale, Veronica Sanchèz>> non so perché ma questo mi tranquillizza un po' di più.

<<Perfetto, allora dove devo andare?>> domando smarrita io.

<<Cinquattotesimo piano, gli ascensori sono infondo a destra>> detto questo la ringrazio e faccio quello che mi dice.

Nell'ascensore sistemo la coda disordinata che raccoglie la mia folta chioma ondulata e metto un po' di burrocacao, pulisco gli occhiali ed esco dall'ascensore.
Mi fanno attendere in una sala molto elegante direi, con vista sulla città più bella del mondo, Chicago, dire che sono innamorata di questa città è poco, credo che niente la superi, la sua architettura, le sue luci, la quiete degli immensi parchi, l'aria tra i capelli che ti sfiora a North Avenue Beach, non c'è niente di più inebriante e rilassante, tranne il profumo della ragazza che si è avvicinata a me, mi sta asfissiando, credo proprio che abbia fatto cadere qualche goccia in più di Chanel questa mattina.

Mr Boss and IWhere stories live. Discover now