Capitolo 37

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<<Perché mi dici questo? Mi sono aperto con te, ti ho raccontato una verità di cui nessuna ragazza è mai venuta a conoscenza, e la unica cosa che mi sai dire è che non te ne importa nulla? Che pensi che continuerò così?>> lo guardo con volto duro senza spiaccicare una parola. Mi sento uno schifo, ma quella dea della sua ex mi ha disorientata e non so davvero se lui si basterà mai solo di me <<Pensavo avessi compreso il mio sentimento per te. Ma ho capito che non è lo stesso per te, sennò non mi diresti queste cose, non mi spezzeresti il cuore in questo modo>> e senza aggiungere altro mi lascia sola nel suo studio, con le lacrime che finalmente posso lasciar scivolare lungo il mio viso. Mi pento amaramente di quello che ho detto. Ma si sa che quando si è arrabbiati o gelosi, si dicono cose che non si pensano. Mi ricompongo ed esco dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle. Scendo le scale e vedo Andrew seduto sul divano con in braccio la figlia. Sono in silenzio, nella casa si sentono solo le voci provenienti dalla televisione. Vado in cucina e decido di cucinare i biscotti. Avrei dovuto farli insieme ad Emma, con lei farò una torta o i waffle che le piacciono tanto. Ora è bene che stia col papà, almeno lo fa ridere, e distoglie la sua attenzione dalle mie parole. Mi sento tremendamente in colpa. Scarico la tensione mescolando le uova insieme allo zucchero. Appena vedo il composto compatto lo stendo col matterello iniziando a fare le formine. Sto per incidere l'ultimo cuore sulla pastella quando Andrew entra in cucina. Mi ignora del tutto e mi passa davanti sfiorandomi il sedere col suo fianco, poi apre il frigo e prende del vino che posa sul bancone su cui sto facendo i biscotti. Si siede davanti a me e sorseggia dal bicchiere, nel frattempo usa il telefono, vedo il suo pollice scorrere sul display, non riesco a capire che cosa stia facendo e la curiosità incomincia a divorarmi. Quando lo vedo sorridere a qualcosa che legge, la parte gelosa di me esce fuori. Chi cavolo lo sta facendo sorride in questo modo? Inforno i biscotti così mi avvicino a lui per prendere le presine. Sussurro un flebile "permesso" e lui si sposta per farmi passare, senza ovviamente scollare il suo sguardo dal cellulare. Richiudo il forno e cerco il suo sguardo che però non si trova su di me. Continua a scrivere, finché non fa un sorriso... malizioso, aspetta un secondo prima di rispondere e poi spegne il telefono. Io mi volto e mi metto a pulire il piano cucina. Tanto non mi importa di cosa fa... scriva con chi voglia. Non ci credi nemmeno tu Victoria.

<<Stasera esco. Rimarrai a casa con Emma>> eccolo ritornato. Il temuto signor Foster, il capo, che torna a darmi ordini. E io che mi ero messa la lingerie rossa per una serata di puro sesso con lui. Invece me ne rimarrò con Emma finché non la metterò a dormire, e a quel punto me ne starò da sola sul divano aspettando il suo ritorno. Il lato peggiore di tutto ciò è che non posso controbattere al suo comando, perché rimane il mio datore di lavoro e io la sua dipendente. Annuisco e lui se ne va via.

<<Dove vai?>> trovo il coraggio di domandargli. Lui si gira verso di me e mi risponde con sufficienza.

<<Non sono affari che ti riguardano>> le sue parole mi feriscono, sembra di essere tornata al primo giorno di lavoro qui dentro, ma infondo me lo sono meritato questo trattamento. Detto questo mi guarda con sguardo glaciale e se ne va.

Sono ormai passate tre ore dalla conversazione, se così si può chiamare, avuta con Andrew. Al momento si trova nel suo studio, ed Emma in camera a giocare, colgo il momento per andare a cambiarmi. Questa biancheria è tanto bella quanto scomoda. Mi tolgo tutti i vestiti e frugo dentro la borsa, prendo delle semplice mutande azzurre senza reggiseno. Me le sto per infilare quando sento la porta spalancarsi, quasi prendo un infarto. Mi copro istintivamente con un cuscino alla vista di Andrew. Lui rimane a guardarmi attentamente, rimango con la mutandina in mano completamente nuda. Lui si avvicina a me e mi prende il cuscino dalle mani, rimango nuovamente spoglia davanti a lui.

<<Non ti devi mai coprire davanti a me>> poi prende gli slip azzurri e se li porta vicino per annusarne il profumo di bucato. Rimango in silenzio sotto i suoi occhi penetranti. Inseguito la sua attenzione viene catturata dall'intimo rosso poggiato sulla poltrona <<Indossavi quello?>> mi domanda conoscendo già la risposta. Io annuisco <<Il mio preferito>> lo schivo e cerco di prendere le mutande dalle sue mani per mettermele. Ma senza successo.

Mr Boss and IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora