23 DICEMBRE 2019, New York City
-Juliette potresti venire in ufficio un attimo?- mi chiamò la mia manager.
-si, prendo la macchina e arrivo- dissi.
-perfetto, ti aspetto qui- rispose staccando la chiamata.
Aprii la macchina, infilai i regali di Natale per la mia famiglia, che andrò a trovare fra tre giorni.
Partii passando per le strade innevate di Manhattan, bambini che giocavano, persone che finivano gli ultimi regali, fidanzati che camminavano mano nella mano e poi io, infelice da ormai troppi anni.
Quando arrivai parcheggiai sotto al grande edificio e salii con l'ascensore fino al dodicesimo piano.
-allora che dovevi dirmi?- chiesi varcando la porta del suo ufficio. -Emily vuoi parlare?- la sedia dietro la scrivania si girò. -è uno scherzo, è un sogno vero?- chiesi sorpresa.
-no, sono veramente qui July- quanto mi mancava essere chiamata così. Lui si alzò e venne ad abbracciarmi.
-sei qui?- chiesi mentre le lacrime rigavano sul mio volto.
-sono qui July, sono qui per te- rispose.
-sei qui Charles- dissi incredula. -scusami se non sono venuta al tuo compleanno, scusa se non mi sono mai fatta sentire- parlai a raffica fin quando non sentii la sua mano sulla mia bocca, lui incominciò a ridere.
-vedo che come ti ho lasciata, ti ho ritrovata-
-guarda sei proprio simpatico Leclerc. Anche tu non sei cambiato per niente, se non che quest'anno ha fatto la tua prima stagione in Ferrari, come...- mi bloccai? Non avevo mai parlato a nessuno di mio fratello dopo la sua morte, non mi ero mai aperta, io sapevo quello che altri non sapevano e per il bene che volevo a mio fratello non l'avrei mai detto, neanche a Charles, che è stato sempre più di un amico per me.
-come voleva Jules?- chiese ed io annuii.
-andiamo a prenderci una cioccolata calda a casa mia, è a mezz'ora da qui, se non c'è traffico- proposi.
-okay va bene, prima però devo prendere la valigia.- si girò e prese il borsone che era di fianco alla scrivania di Emily. -andiamo?- chiese ed io annuii, uscimmo dal grande edifico e andammo in macchina.
Quando arrivammo a casa posai i regali all'ingresso e feci accomodare Charles sul divano, mentre io andai a preparare la cioccolata.
Ritornai poi con due tazze fumanti, le appoggiai sul tavolino di fronte al divano e mi avvicinai al ragazzo, che in tanto si era alzato per andare a vedere una foto.
-quanto mi mancano questi momenti- esclamò lui, mentre io abbassai il capo. La foto in questione ritraeva io, mia sorella, i miei fratelli, Charles e i suoi due fratelli tutti sul divano di casa Leclerc, tutti con i pigiami di Natale, tranne io che ero in tutù perché dovevo andare a fare un saggio di danza la sera stessa. All'epoca avevo quasi sei anni, Charles invece ne aveva sei da un paio di mesi.
-Aspetta- dissi andando in camera mia, dove avevo i suoi regali comprati qualche giorno prima, presi quello inerente alla mia idea e poi ritornando i sala glielo diedi.
-cos'è? chiese curioso.
-aprilo, anche se non è Natale, tanto è uno dei regali- dissi, incominciò a scartare, tirò fuori un pigiama simile a quello della foto. -che aspetti vallo a mettere, il bagno è nel corridoio prima porta a sinistra.- continuai annuì andando a cambiarsi, mi cambiai anche io mettendo anche io il pigiama. Ritornai in sala e lo aspettai fin quando non ebbe finito, appena si affacciò scoppiai a ridere.
-hai già messo un film?- chiese sedendosi accanto a me.
-come da tradizione, il più piccolo sceglie il film e in questo caso sono io la più piccola- risposi
-di tre miseri miseri mesi- alzò gli occhi al cielo.
-allora, tu sei il vecchietto in questa casa e se non vuoi andare in una casa di cura per anziani è meglio che tu ti metta comodo e stai z...- non mi fece finire di parlare che mi baciò. -perché?- chiesi staccandomi.
-perché ti amo da quando alle recite mi costringevi a venire solo per vedere te in tutù, ti amo da quando hai cominciato a mettere le punte ai piedi, ti amo da ancora prima di andare sui kart, sei il mio punto fisso e molto tempo fa feci una promessa a Jules e ti giuro che la manterrò sempre.- mi rispose.
-anche io avevo fatto una promessa a mio fratello, ed era quella di non innamorarmi mai di un pilota, perché non volevo facesse la sua fine, ma purtroppo non sono riuscita a mantenerla, perché amo te.- dichiarai.
-avevo promesso a tuo fratello che se mai un giorno ti fosse successo qualcosa ci sarei stato io, sempre e per sempre.-SPAZIO AUTRICE
Ed ecco qua la seconda short story, spero che vi piaccia, ci vediamo alla prossima.
KISS KISS

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short story piloti e calciatori (RICHIESTE APERTE)
RandomShort story sia sul calcio sia su F1, F2, F3 e Moto Gp