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04 gennaio 2025, Napoli
- Sei felice?- chiese mio padre in macchina durante il tragitto per tornare a casa.
- Sì, perché, nonostante non sia perfetto, è vero- risposi sorridendo.C'erano cose che non si potevano spiegare né ai giornalisti, né agli amici, né tanto meno al proprio padre.
In quel momento capii che mio padre aveva accettato non solo Scott, ma anche me. Me come donna, me come figlia che cresce e fa le sue scelte.
Arriviamo a casa, la porta si apre con il solito rumore che segna il nostro arrivo.-Buonanotte- disse mio padre dandomi un bacio sulla fronte.
Mi sforzai di sembrare più serena di quanto mi sentivo davvero.
Lui mi guardò un'ultima volta e se ne andò in camera, mentre io rimasi sola nel salotto, immersa nei miei pensieri.La casa era silenziosa, quasi sospesa, e per un attimo mi sentii un po' più lontana dal mondo che mi circondava.
Poi mia madre apparve nel corridoio indossando un paio di pantofole morbide.
Mi guardò con gli occhi che brillano di curiosità e affetto.-Ho visto tutta la partita- disse avvicinandosi. -E quel goal, sai, quello che Scott ha dedicato a te, è stato bellissimo. Mi ha fatto emozionare.- continuò.
Lei non aveva bisogno di chiedermi dettagli, lo capiva, sapeva tutto, anche senza parole. Mi sorrise, come se avesse trovato una connessione che nemmeno io avevo visto prima.
-Vai da lui Arianna- continuò con un tono che non lascia spazio a dubbi. -Non è il momento di aspettare. Vai da Scott- disse incoraggiandomi.
-Davvero?- chiesi incredula.
-Sarà il nostro piccolo segreto- disse facendomi l'occhiolino.-Grazie mamma- risposi mentre la guardavo uscire dalla stanza.
Non ci misi molto a uscire e ci misi ancora meno ad arrivare a casa di Scott.
Suonai al campanello e dopo qualche minuto i trovai Scott in piedi davanti alla porta.
-Abbiamo anticipato la colazione alle tre di notte?- chiese con tono scherzoso.
Non gli diedi il tempo di dire altro e lo baciai.
Lui mi attirò a sé, chiuse la porta alle mie spalle e mi fece appoggiare contro di essa.Il suo respiro era caldo sulla mia pelle, il battito del suo cuore forte, vicino al mio. Le sue mani erano ferme, ma piene di intenzione, come se stesse cercando conferma che io fossi davvero lì.
Le sue dita mi sfiorarono le guance, poi il collo, con una dolcezza che mi fece chiudere gli occhi.
Non servivano parole. Solo noi, lì, in un silenzio pieno di tutto.Mi prese per mano, mi guidò piano verso la sua stanza.
Ogni passo era una dichiarazione, ogni gesto un modo per dirmi che mi stava scegliendo ancora, e ancora, e ancora.Quando la porta si chiuse alle nostre spalle, fu come se il mondo restasse fuori.
Mi guardò per un lungo istante, come se volesse memorizzare ogni dettaglio, ogni sfumatura di quel momento.
Poi si avvicinò di nuovo, lentamente, e le sue labbra trovarono le mie.
Il bacio diventò più profondo, più urgente, come se avessimo bisogno di cancellare la distanza, la paura, i dubbi.Le sue mani scivolarono sotto la mia maglietta, le dita leggere che mi facevano fremere. Io feci lo stesso, cercando la sua pelle, il suo calore.
Ci spogliammo con calma, ma senza esitazione. Nessuna fretta, c'era solo la voglia di sentirsi davvero e fino in fondo.Quando mi distese sul letto, lo fece con una delicatezza che mi faceva innamorare ancora di più.
Mi accarezzò il viso, poi le spalle, come se stesse scrivendo qualcosa sulla mia pelle.
E io gli rispondevo con il corpo, con il cuore, con tutto quello che avevo.Fare l'amore con lui non era solo desiderio.
Era come tornare a casa dopo un viaggio lungo e stancante.
Ogni suo movimento era una promessa, ogni sguardo un "resta con me".
E io ci restavo, con tutta me stessa.I nostri corpi si cercarono, si trovarono, si fusero.
Tutto il resto sparì.
Non c'era più la paura di essere giudicati.
C'erano solo i battiti dei nostri cuori allineati, i respiri che si fondevano e il piacere che cresceva insieme, senza forzature, senza maschere.
Quanto tutto finì rimanemmo avvolti solo dalle lenzuola stretti in un abbraccio.
Scott non disse nulla per qualche minuto.Intorno a me c'era solo il suono del suo respiro lento e profondo, che riempiva la stanza.
-Pensavo alla sera in cui ci siamo incontrati, ti ricordi?- chiese sussurrando.
-Come dimenticarlo- risposi ricordando il nostro buffo incontro.
-Avevo paura che non ti avrei più rivista. Poi h scoperto che eri la figlia del Mister-Io sorrisi piano, con la testa appoggiata sul suo petto.
-Quanti giri di campo ti aveva fatto fare?- chiesiMio padre l'aveva beccato più volte a fissarmi e ne dovette pagare le conseguenze.
-Troppi- rise.
Poi ci fu una pausa e mi guardò.
-Sai che sei la prima persona con cui mi sento davvero me stesso? Anche quando sbaglio, anche quando ho paura.-
-Lo so, perché è lo stesso per me.-
-Per la prossima settimana hai progetti?- chiese dolcemente.
-oltre al fatto che c'è il mio compleanno no, perchè?- chiesi curiosa.
-Bene, perchè andiamo a Parigi- rispose.
-Davvero?- chiesi entusiasta.
-Davvero- rispose lui ed io non feci altro che baciarlo e abbracciarlo.Dopo questa fantastica sorpresa parlammo per ore.
Parlammo dei nostri sogni, dei nostri fallimenti.
Lui mi raccontò del giorno in cui aveva deciso di mollare tutto, quando ancora nessuno credeva in lui.
Di quanto aveva temuto che la passione per il calcio si trasformasse in una prigione.Io gli parlai di quando ero partita per l'università, piena di speranze, ma anche di paure che non avevo mai confessato a nessuno.
Gli dissi della prima volta che lo avevo visto giocare e di come, da quel momento, fosse diventato qualcosa di più di un nome su una maglia.Parlammo del futuro.
Di viaggi da fare, di libri da leggere insieme, di cene improvvisate e film da guardare abbracciati.
Non erano progetti in grande.
Erano sogni semplici, ma veri.A un certo punto, la sua mano mi cercò sotto le coperte.
-E se domani tutto questo sembrasse solo un sogno?- mi chiese.
-Allora sarà il sogno più bello che abbiamo fatto.- risposi. -Ma io voglio provare a viverlo anche da sveglia.-Lui si chinò e mi baciò ancora, più piano questa volta, come una promessa.
E poi ci addormentammo così, stretti, con il cuore leggero e l'anima piena.

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short story piloti e calciatori (RICHIESTE APERTE)
RandomShort story sia sul calcio sia su F1, F2, F3 e Moto Gp