Capitolo 28.

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Capitolo ventotto

Jennifer's Pov

Da quel che ho capito devo rimanere solo tre giorni in ospedale,incluso oggi e non potrei esserne più felice.
Tutto questo ambiente sterile mi fa venire la nausea e il cibo ho paura che si alzi dal vassoio e mi aggredisca. Le persone mangiano veramente questi 'alimenti'?

"Hai capito tutto?",chiede mio padre richiamando la mia attenzione.
"Si tutto",cosa stava dicendo?
"Sicura?",ripete di nuovo.
"Si ho capito tutto".

Tu non sai nemmeno di cosa parla!
Sono dettagli di poco conto.

"Bene allora vado",si alza dalla sedia,"passerò di nuovo stasera".
"Papà non c'è bisogno che vieni anche stasera,sei venuto anche stamattina",dico sgridandolo ma con fare dolce.
"Sono preoccupato".
"Non c'è da preoccuparsi,non è successo niente,tra tre giorni uscirò e poi l'infermiera potrebbe soffocarmi col cuscino con tutto il via vai di persone che c'è in questa camera".
"Sono passati Anny e Greg?" chiede mio padre.
"Si un po' prima di pranzo,anche Meredith e Drake sono passati".
"Oh mi fa piacere",nel suo viso aleggia un sorriso che non riesco a decifrare,"E Josh?", chiede infine.

Solo a sentirlo nominare il mio corpo si raddrizza e un filo di rabbia e tristezza mi percorre dalla punta dei capelli fino ai piedi,facendomi stringere i pugni sotto le lenzuole.

"No lui no,credo che verrà più tardi",mento.
"Bene era davvero sconvolto sai?",mi dice mio padre.
"Come?",chiedo annoiata.

Certo che era sconvolto,l'ha creato lui tutto questo casino. È colpa sua se sono in ospedale a mangiare cibo per gatti. È colpa sua se sono crollata sul pavimento come una bambina indifesa. Odio lui per avermi fatto questo stupido scherzo e odio me stessa per esserci cascata cosi.

"Aveva le mani tremanti e non riusciva mai a toglierle dai capelli,credo che se qualcuno avesse provato a dire qualcosa fuori posto sarebbe scoppiato".
"Capisco,non dovevi andare?",gli chiedo schietta.

Non mi piace parlare con lui con questo tono ma non voglio sentire parlare di Josh.

"Jennifer...",dice paziente e so che se non fossi in un letto ospedaliero mi avrebbe già rimproverata per il mio tono,"Non farlo di nuovo".
"Fare cosa?".
"Allontanare tutti. Nonostante fossi preoccupatissimo ho provato sollievo nel vedere i tuoi amici fuori dalla porta,erano davvero preoccupati".

Non rispondo,semplicemente giro il capo verso la finestra e lascio mio padre uscire con un sospiro rassegnato.

Ormai ho già fatto la mia analisi di tutta questa situazione e sono giunta alla conclusione di non avercela con Meredith e Drake e stranamente neanche più di tanto con Melissa,forse perché da lei me lo aspettavo. Non un colpo basso del genere ma mi sarei aspettata qualcosa da lei ma da Josh...
Ripenso alle parole di mio padre e realizzo che era ovvio che fosse disperato,dopotutto rischiava la sospensione se io avessi parlato.
Perfortuna Meredith e Drake non hanno più parlato dell'accaduto e mi hanno semplicemente tenuto compagnia parlando di svariati argomenti senza mai guardarsi tra di loro.
Sono sicura che Meredith quando è entrata nella stanza non sapeva ci fosse anche Drake dato i suoi occhi spalancati e il rossore nelle guance. Ancora non capisco cosa succede ma ho intenzione di chiamarla per farmi spiegare è tutto cosi strano.
Chi lo avrebbe mi detto eh? "Jennifer lasciatemi sempre sola Milton" che viene attornata da tutte queste persone.
Già e ' tutto cosi strano.
Un bussare alla porta mi distrare e dopo l'insistente bussare decido di parlare.

"Avanti",dico ad alta voce.

Quanto avrei voluto non rispondere,fingere di dormire o qualsiasi altra cosa pur di evitare chi è appena entrato in stanza. Mi sarei persino calata dalla finestra creando una corda con le lenzuola se avessi saputo che Josh si sarebbe presentato qui.

"Ciao",dice cauto a debita distanza.

Fa bene a stare dall'altra parte della stanza perché potrei lanciargli il cibo dell'ospedale in faccia per corroderlo.
Continua a guardarmi come se si aspettasse che io risponda al suo saluto. Cosa crede? Che mi sarei catapultata tra le sue braccia a mo di missile?

"Non mi parli?",chiede ancora guardandomi affondando i suoi occhi scuri nei miei.

Ha uno sguardo perso non è quello sguardo che sono abituata a vedere,forte e deciso.
La mia rabbia è diminuita nell'esatto momento che ha varcato la soglia forse per il fatto che in realtà non mi aspettavo che venisse a trovarmi.
Ti aspettavi che venisse o volevi che venisse?
Anche in ospedale devi sempre sottolineare tutto?
Sempre e ovunque!
Non riesco ad urlargli contro,vorrei dirgli le peggio parole per fargli provare solo un millesimo di dolore di quello che ho provato io ma non ci riesco. Sono ancora persa nel suo sguardo quindi decido semplicemente di rimanere in silenzio.

"Ti ho portato questi",dice con voce titubante,alzandosi e porgendomi la busta,"Ho pensato che il cibo dell'ospedale facesse schifo e a quanto pare avevo ragione",conclude guardando il vassoio ancora pieno appoggiato al comodino.

Sto morendo di fame in realtà ma sicuramente non mengiero' quello che lui mi ha portato. Faccio un cenno con la testa e lui lascia la busta vicino al letto insoddisfatto.
Tira la sedia vicino al mio letto e poggia i gomiti sul mio letto tenendosi la testa tra le mani.
Perché è qui? Cosa sta facendo? Cosa sta cercando di ottenere cosi facendo? Il mio perdono? Non succederà.

"Ti fa male qualcosa?",mi chiede titubante ma dico di no facendo girare la testa da sinistra e a destra.

"Hai qualche livido?",mi chiede ancora e il mio sguardo va dritto sul mio braccio destro.

Non so se è l'unico livido che ho,non sono stata a controllare ma credo di si.
Si avvicina a me ancora di più e io lo guardo sempre più stranita. Cosa dannazione sta facendo? Allunga il braccio verso di me tenendo però il viso a debita distanza.
Vorrei scacciare il suo braccio e urlargli di andarsene ma voglio vedere dove vuole arrivare.
Allunga il braccio sempre di più,lentamente come se potessi strapparglielo via dal resto del corpo da un momento all'altro.
Arriva nel punto del mio livido e con un dito ne cerchia i contorni,non mi guarda negli occhi mentre lo fa ma io lo osservo lentamente. Le sue dica toccano la mia pelle quasi con un tremolio. Non è deciso come quella sera al ristorante e quasi spaventato nel toccarmi.
Tocca ancora il mio livido per poi ritrarsi bruscamente facendo stridere la sedia e facendo prendere un colpo a me. Aveva per caso preso la scossa?

"Mi dispiace cosi tanto,Jennifer,mi dispiace davvero più di quanto tu possa pensare",dice rimettendosi nella posiziona di prima.

Sono cosi confusa,non riesco a capire perché lui sia venuto qui,non riesco a capire il suo comportamento.
È passata mezz'ora e Josh è ancora qui,nonostante io non gli rivolga parola è rimasto li seduto a guardare di fuori e ogni tanto posava lo sguardo su di me.
Sto provando a far finta che non ci sia,mi sono alzata per andare in bagno,ho letto un po' del mio libro e poi mi sono girata dandogli la schiena.
Ormai è quasi un'ora che è qui e sono quasi dieci minuti che io gli sto dando la visuale della mia schiena.

"Non mi parlerai vero?",chiede finalmente dopo un'ora di silenzio.

Baci nell'ombra (Disponibile in tutte le librerie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora