Capitolo 42

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Capitolo quarantadue

Jennifer's Pov

"Corri piccola devi correre",urla la voce soave di mia madre che ora è impregnata di paura.
"Ma mamma il tuo anello",urlo piangendo,"L'anello di papà".
"Non importa ora corri!",mi strattona più forte.

Un colpo. La pioggia. Il sangue.

"Dannazione!",tuona un'uomo,"La polizia!".
"Ora cosa facciamo capo?".

L'uomo si guarda attorno freneticamente,spostando lo sguardo dal corpo di mia madre ai suoi compagni.

"Prendi questa nuovo arrivato",lancia la pistola a uno di loro.
"Voi tre scappate dall'altra parte",ordina l'uomo,"Voi due invece venite con me. Tu uccidi la bambina,ormai ha visto troppo,poi raggiungici alla base".
"Perché non respira?",piango mischiando le mie lacrime con la pioggia,"Aiutami perfavore aiutami".

Il ragazzo trema mentre punta la pistola verso di me. La catena al collo dondola e l'unica cosa colorata in quel momento,è il tatuaggio sul braccio.
Stesso incubo. Stessa fronte sudata dopo un risveglio frenetico e sempre la stessà realta.
Mi libererò mai di tutto questo?
All'inizio questi sogni avevano provocato in me forti attacchi di panico.
Col passare del tempo cercavo semplicemente di non dormire,quindi mi limitavo a qualche ora di sonno,ma un giorno mi addormentai sull'autobus e capii che cosi non poteva andare.
Imparai a conviverci ma non era più la mia reazione a farmi arrabbiare ma gli incubi in se.
Perché non posso fare un bel sogno su mia madre? Infondo ho sempre vissuto bei momenti accanto a quella donna ma ora è come se mi perseguitasse.
Che sia arrabbiata con me per quello che le ho fatto? Si starà vendicando?

"Signorina Milton,la devo accompagnare io? È abbastanza tardi",sento Greg fuori dalla mia porta.
"Si Greg"accetto,"Faccio una doccia veloce e ti raggiungo".

Mi avvio verso la doccia velocemente notando che sono in un ritardo tremendo.
Faccio la doccia alla velocità della luce e mi munisco del mio maglione grigio,jeans e vans nere.
Intreccio i miei capelli ancora umidicci in una treccia a spiga mentre provo ad applicare un leggero strato di mascara ai miei occhi. Forse sembrerò di meno uno zombie cosi.

Sto per applicare il mascara nell'esatto momento che sento il cellulare vibrare. Noto due messaggi.

Messaggio da: Meredith.
"Sono sicura che starai ancora vagando per casa come una pazza perché sei in estremo ritardo. Volevo solo avvisarti che Drake mi ha detto che l'ora di matematica è saltata quindi ti aspettiamo al bar davanti a scuola,cerca di arrivare in un'orario decente e non in pigiama"

Rido per il tono saccente di Meredith e mi rilasso sapendo che ho ancora un po' di tempo.

Messaggio a: Meredith.
"Drake ti sta facendo diventare aggressiva piccola Meredith,non mi diventerai indomabile vero? Ci vediamo al bar"

Messaggio da: Meredith.
"No di indomabile basti tu,grazie. Drake."

Ma quei due sono sempre insieme? Lascio perdere il riccio e leggo l'altro messaggio.

Messaggio da: Michael.
"Ehi Jennifer. Ti va di vederci oggi pomeriggio? Dovrei parlarti di una questione"

Odio quando le persone mi dicono 'devo parlarti'. Mi mette un'ansia disumana e la mia mente comincia a immagazzinare tutti i possibili errori che io possa aver fatto.

Messaggio a: Michael.
"Certo. Niente di grave spero"

Metto il cellulare nel taschino dello zaino e poi mi dirigo verso le scale ma noto la porta dell'ufficio di mio padre mezza aperta.
La spalanco poco elegantemente ma mio padre non sembra smuoversi di un millimetro dalla sua postazione.
Riesco a vedere John Greg Milton in tutto il suo enorme cipiglio mentre legge con una smorfia dei fogli davanti a lui.

"Buongiorno",saluto.

Mio padre sembra non accorgersi minimamente della mia presenza mentre continua a leggere i suoi fogli.

"Buongiorno papà",ripeto alzando un po' la voce.

Niente. Sembra essere immerso completamente nella sua scrivania. Credo se in questo momento entrasse una banda di ladri e si mettessero a derubare il suo ufficio lui continuerebbe a leggere i fogli che ha in mano.

"Buongiorno!",urlo.

Mio padre alza il capo lentamente,direi quasi annoiato e mi regala una fronte corrugata.

"Jennifer non urlare di prima mattina",mi ammonisce prima di riprestare tutta la sua attenzione ai fogli.

Non dico che mio padre non si interessi a me o non mi includa nella sua vita. So quanto mi voglia bene ma a volte è come se fosse in uno stato di trans. Quando qualcosa non va o non

Baci nell'ombra (Disponibile in tutte le librerie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora