Capitolo 47

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Capitolo quarantasette

Josh's Pov

Sono tre giorni che io e Jennifer o non ci parliamo o litighiamo e devo ammettere che la situazione è straziante.
Per due giorni non si è presentata a pranzo e l'ira di Olly e Meredith si è rivoltata su di me.
Sta sempre attaccata a quel maledetto clown dai capelli blu e lui ovviamente le gira attorno come le mosche girano attorno alla merda.
Ecco cos'è Leo,una mosca,una fottuta mosca fastidiosa che vorrei schiacciare al suolo con una scarpa.
Stai esagerando...
No non sto esagerando,ieri quando si è decisa finalmente a venire a pranzo con noi,è scoppiata un'altra litigata.

Non so nemmeno quale sia stato il motivo della litigata ero solo felice che mi stesse parlando.
So che può sembrare masochista ma il silenzio di Jennifer è molto più straziante delle sue parole.
Quando è silenziosa,pensa,pensa continuamente a tutto e quando pensa non è mai un bene.
Quando non vuole nemmeno più ribattere o continuare a 'lottare' significa che in un certo senso si è arresa. Si è arresa di provare e non vuole perdonarti. È un pensiero complicato me ne rendo conto ma l'ho provato sulla mia stessa pelle.
Prima mi lamentavo quando mi urlava contro o quando litigava con me ma dopo l'incidente in palestra,dopo che per settimane non mi ha parlato,li ho capito.
L'ho capito da come i suoi occhi mi parlavano senza parlare veramente. Era come se non volesse sprecare nemmeno un po' del suo fiato con me.
I suoi occhi verdi e il suo silenzio mi hanno fatto sentire cosi inutile e banale dinnanzi a lei.
Quando Jennifer ti guarda e basta,con quel suo verde assassino,significa che è grave.
Più lei non mi parlava più avrei voluto che mi urlasse contro.
È come se quando Jennifer litiga con me,infondo le importi qualcosa.
Non sto dicendo che mi piace litigare con Jennifer,sto solo dicendo che finché lei mi urla o mi insulta,in un certo senso è vicina a me,riesco a sentirla.
Ma quando non parla,quando mi guarda senza proferire parola,sento che la sto perdendo.
E quando smette persino di guardarti,li è la fine,il suo perdono non farà mai ritorno.
Ci è mancato davvero poco,ne sono consapevole,in quelle settimane persino i suoi sguardi verso di me stavano calando.
Non so nemmeno con quale forza di volontà mi abbia potuto perdonare so solo che in quell' esatto momento mi sono sentito vivo un'altra volta.
Per questo quando ieri mi ha detto che sono solo un "mezzo uomo delle cavarne con gravi problemi di personalita",oppure,"dovrebbero rinchiuderti in una qualche specie di riformatorio solo per il modo in cui tieni la bandana nei capelli",mi sono sentito felice.
Ovviamente non l'ho fatto vedere,rispondendole per le rime,ma ero davvero contento.
Eppure sembra che ci sia qualcos'altro che non va,perché non è assente solo nei miei confronti,ma anche in quelli di tutti gli altri.
Voglio davvero parlarle ma non riesco a scacciare dalla mia mente l'immagine di lei che guarda la foto di Caroline.
So che non è colpa sua,so che Jennifer non è una di quelle che si fa i fatti degli altri,proprio perché lei non vuole che le altre persone si facciano i suoi.
Le credo. Credo al fatto che l'abbia presa solo perché stava cercando le chiavi e sinceramente ,anche io se avessi trovato una foto di un ragazzo nascosta nel suo comodino ,mi sarei messo a guardarla.
So che non sapeva fosse Caroline,come poteva saperlo? Lo so da come ha sbarrato gli occhi appena gliel'ho detto.
Succede sempre cosi tra di noi,siamo al contrario.
Avete esempio il detto? Dopo la tempesta arriva la quiete? Ecco con noi è il contrario.
Prima c'è la quiete,poi arriva un'enorme e disastrosa tempesta e se va bene forse ritorna la quiete.
Ma il vero problema è che la quiete dura sempre meno della tempesta e quindi ci ritroviamo sempre risucchiati nel suo vortice.
La domanda che più mi sta girando in testa è un altra ora: "Perché non ho ancora buttato via quella foto?"

"Ehi capitano!",urla Alan dall'altra parte del campo,"Come hai fatto a non fare canestro?".

È sempre cosi quando qualcosa tra me e lei non va. La cosa ricade sempre su tutto ciò che ho attorno. Non riesco più a far andare le mie giornate in modo sereno o a non distrarmi continuamente.
Mi succede durante gli allenamenti,a casa,con gli amici,durante le lezioni. Alla fine penso sempre a quella chioma rossa di cui solo ora mi accorgo quanto mi sia davvero entrata dentro la pelle.
Non che già prima non mi fossi accorto che ormai facesse parte della mia vita, ma da quando ho assaggiato i suoi baci e come se non potessi più fare a meno di lei.

"Non rompere Alan",dico quando lo vedo venire verso di me.
"Abbiamo la partita tra pochi giorni",mi ricorda.
"Si ne sono consapevole,devo solo riposarmi un po e poi ritornerò in forze",mi do dei piccoli schiaffetti sulle guance.
"Oppure dovresti fare pace con Jennifer".
"Cosa centra lei ora?".

Centra sempre lei.
Sempre e ovunque lei è presente. Anche quando non voglio.

"È la prima volta che ti vedo litigare cosi con qualcuna",ridacchia.
"Cosi come?".
"Cosi come se ti importasse davvero qualcosa".
"Chi ti dice che mi importa qualcosa?".

Alan mi guarda stralunato e poi scoppia in una grande risata.
Le cheerleader si voltano verso di noi per capire cosa succede e Olly fissa intensamente Alan.
Ancora non ho ben capito cosa stiano combinando questi due,sembrano amici di letto a quanto pare,ma penso che per Olly non sia lo stesso.

"Josh", mi chiama mettendomi una mano sulla spalla,"Se davvero non ti importasse non te la prenderesti cosi. Ti ho sempre visto indifferente quando qualcuna se la prendeva con te.
Sei rimasto indifferente o addirittura divertito dai loro 'io provo qualcosa per te' oppure 'non puoi scopare con me e poi lasciarmi'".

Rido per il modo in cui Alan imita quelle squilibrate sentimentaliste.

"Sei un coglione",gli do un pugno sulla spalla.
"Si ma tu lo sei di più se continui cosi",risponde seriamente.
"Il punto con Jennifer è che la maggior parte delle volte,lei non cerca in me qualcosa su cui aggrapparsi oppure pietà per farmi stare con lei. Lei attacca e basta,litiga con me per dei suoi punti di vista che non sono come i miei,litiga con me perché è infastidita dai miei comportamenti oppure semplicemente perché le va. È diverso perché...".
"Perché è Jennifer", mi interrompe,"L'ho vista lanciarti una forchetta senza scomporsi,mi è chiaro perché con lei è diverso".

Ridiamo insieme mentre lui continua a imitare una ragazzina del terzo anno che pretendeva che mi trasferissi con lei per vivere insieme.
Alan continua a farmi ridere distraendomi e scorgo le occhiate che Olly ci tira.

"Cosa stai combinando con Olly?",chiedo fermando le sue imitazioni.
"Mh?",dice finto tonto,"Non capisco".
"Alan...",lo richiamo.
"Ci stiamo divertendo", risponde guardandola mentre tira su una ragazza in alto.
"E basta?".
"Credo di si".
"Alan sai che lei non vuole solo questo da te vero?",gli ricordo.
"Lo so",sospira,"Ma non voglio lasciarla andare. So che facendo cosi potrei ferirla ma mi piace davvero stare con lei".

Baci nell'ombra (Disponibile in tutte le librerie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora