Silenzio vs rumore

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Will era finalmente giunto a casa di suo fratello e dopo essersi informato di ciò che era successo parlando con Hailey aveva finalmente raggiunto Jay nella sua camera da letto.

Il detective era pallido e stanco, ma il dottore non aveva nessuna intenzione di dargli nessun farmaco finché lui non gli avesse raccontato tutta la storia.

Jay non era in uomo di tante parole, soprattutto non amava parlare di situazioni che creavano in lui un particolare malessere.

Will voleva sentire ragioni, quel giorno aveva finito prima di lavorare e quindi aveva tittl il tempo del mondo per poter conoscere tutti i fatti nel dettaglio.
Rimase per un po' seduto nel letto alla destra di Jay e poi decise, dopo essersi tolto le scarpe, di poggiare la sua schiena sulla tavarca del letto stendendo anche le gambe su di esso.

Voleva rilassarsi, mettersi comodo.  Non era poi così stanco, ma sentiva la necessità di stendersi un po'.

Attendeva che il fratello iniziasse a parlare a nel mentre rifletteva su cosa poter fare per aiutarlo ad aprirsi.
Mentre se ne stava lì, perso nei suoi pensieri sentì il peso di qualcosa arrivare tra il suo stomaco e le gambe. Qualcosa di pesante era lì immobile. Abbassando lo sguardo Will notò che il fratello, sfinito, si era addormentato. Aveva bisogno di avere qualcuno vicino e non di ingoiare un farmaco.

Il dottor Halstead a quel punto decide di restare fermo, non voleva svegliarlo ora che finalmente stava dormendo. Così prese il telefono iniziando a girovagare al suo interno, andandosene su internet o cancellando qualche immagine dalla galleria.

In poco tempo però anche i suoi occhi cominciarono a bruciare e quindi a chiudersi e dopo aver combattuto per un po' al sonno che lo chiamava, si addormentò anche lui lasciando che il cellulare che teneva in mano cadesse sul letto, libero dalla presa della sua mano.

Non sentendo più alcun rumore provenire dalla stanza, né le voci dei due fratelli, Hailey che era rimasta nel salone per lasciare un po' di privacy ai due Halstead, un'ora dopo si affacciò per vedere cosa stesse succedendo.

Aprì la porta lentamente cercando di fare meno rumore possibile e ciò che vide la fece sorridere.

Jay era profondamente addormentato con la testa sul ventre di Will e da lui proveniva un leggero russare.
Il dottore dal canto suo era, invece, crollato così com'era, seduto nel letto con la schiena poggiata alla tavarca.
La sua testa era piegata all'indietro sul bordo di questa.

- Will avrà un gran dolore al collo più tardi - pensò Hailey nella sua mente.

Notando che solo le gambe di Jay erano coperte, la giovane si avvicinò ai riscaldamenti e ne aumentò ancora la potenza in modo che i due non sentissero freddo. Sistemata la coperta sul suo collega e messa una su Will uscì senza fare nessun rumore, proprio come era entrata.

Entrambi i fratelli avevano bisogno di riposare. Jay era a pezzi mentre Will era più stanco di quanto potesse ammettere. Erano circa le 19:00 quando si addormentarono e dal sonno profondo in cui erano sprofondati, avrebbero di sicuro dormito a lungo.

Chiusa la porta alle sue spalle Hailey ipotizzò di tornare a casa lasciando un messaggio sul tavolo della cucina, ma alla fine invece decise che quella notte sarebbe rimasta lì con Jay. Sarebbe stata in pensiero per il suo collega non avendo notizie.

Era consapevole che il detective non sarebbe stato solo per tutta la notte, c'era il fratello con lui, ma sapeva che non sarebbe riuscita a dormire a casa da sola.

Dopo aver preso le chiavi di casa che Jay teneva nello svuotatasche sul tavolino dell'entrata, si preparò ed uscì di casa.

Si diresse al ristorante italiano che si trovava lì vicino. Prese qualcosina da mangiare per sé e per Will e Jay così che avrebbero potuto mangiare qualcosa se avessero fame.

Tornata a casa, sistemate le cose che aveva comprato in forno, cenò e dopo aver preso una coperta dall'armadio di Jay, si sistemò sul divano dove avrebbe trascorso la notte iniziando a guardare la televisione.

Lentamente anche i suoi occhi si chiusero. Anche per lei era stata una lunga giornata e così si addormentò.
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Le ore passavano e fuori tutto diventò buio. Era diventata notte e tutti nella casa dormivano profondamente.

Mentre dentro tutto era tranquillo e l'unico rumore che si udiva era un leggero russare proveniente dalla camera da letto, fuori il tempo stava peggiorando sempre più. Una bufera stava per scaricare tutta la sua furia sulla città di Chicago. Un forte vento aveva iniziato a soffiare e nel cielo coperto di nuvole quella notte non era visibile nemmeno una stella. Marzo era già iniziato da un paio di settimane, ma quell'anno la primavera tardava ad arrivare.

Questa tempesta, comunque, avrebbe avuto ripercussioni su molte persone, su chi era a lavoro, perché svolgeva un lavoro notturno, ma anche per alcune persone che se ne stavano a letto a dormire.

Molti bambini ad esempio, destati dal sonno dal fragore dei tuoni o dal forte vento che vi era, avevano iniziato ad urlare o erano corsi dai genitori tuffandosi nel loro lettone alla ricerca di un po' di protezione.

L'effetto negativo della bufera però incideva anche sui grandi, non molti, ma alcuni, chi più, chi meno, reagivano ad essa.

E questo era il caso del detective Halstead che fino al momento in cui il tempo aveva iniziato a peggiorare, aveva ottenuto un po' di quel riposo di cui aveva disperatamente bisogno.

La posizione dei due fratelli non era cambiata poi di molto da quando si erano addormentati.

Jay dormiva così profondamente e quindi non si era spostato più di tanto dalla posizione che aveva assunto ore prima. Aveva solo mosso di tanto in tanto la testa sulla pancia di Will per trovare una posizione leggermente più comoda girandosi in posizione prona. Stava dormendo in diagonale nel letto con un piede che fuoriusciva lateralmente dalle coperte.
Dal canto suo Will invece era rimasto per lo più immobile, anche inconsciamente mentre dormiva aveva mantenuto la medesima posizione per non rischiare di svegliare suo fratello. Semplicemente il dottore era scivolato un po' più verso il basso per permettere al suo collo di poggiarsi meglio sulla tavarca evitando che fosse rivolto verso dietro oppure che ciondolasse in avanti.

Erano ormai le tre del mattino e nonostante fossero passate diverse ore e da quando erano crollati, tutto in casa rimaneva silenzio e tutto dava l'impressione che tutto sarebbe rimasto inalterato ancora per un bel po'.

Fuori dalle finestre dell'appartamento di Jay, invece, i tami degli alberi danzavano mossi dal vento e battevano contro i vetri seguendo un ritmo rapido e ripetitivo. Alcuni tumori si susseguivano rimbombando nel silenzio della notte in modo sempre più ravvicinato. Qualche fulmine squarciava il cielo illuminando di blu la città per alcuni istanti e tutto faceva presagire che da lì a poco sarebbe scoppiata una tempesta coi fiocchi.

Le auto passavano rapidamente sulle strade di Chicago, e quando incontravano dei dossi emettevano dei rumori sordi. Le poche persone che ancira erano in giro a quell'ora di notte cercavano di tornare a casa il prima possibile, sperando di arrivare dentro prima che iniziasse a piovere e tutto peggiorasse ulteriormente.

Fuori dalla casa del detective, quindi, dove tutto sembrava essere fermo, in pausa, in standby, tutto era in movimento, c'era ancora vita e vari rumori.

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