Va tutto bene!

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Una volta usciti dalla base Jay riprese a respirare ed iniziò a farlo molto profondamente rilassandosi un po' lasciando andare tutta quell'aria che aveva inconsapevolmente trattenuto.

Il suo respiro all'intero era stato abbastanza rapido e superficiale.

Ma finalmente era fuori da quell'ambiente e poteva lasciarsi di nuovo tutto alle spalle. Quando lo aveva abbandonato anni prima aveva giurato di non volerne avere più a che fare. Aveva visto troppe cose brutte, situazioni ed eventi che lo avevano segnato nel profondo.

Mentre lui ed Hailey si stavano dirigendo verso la macchina per tornare al distretto, però, il detective sembrava essere ancora distante. La sua mente vagava, lui ripensava a scene, momenti, immagini in cui Logby, oggi capitano, era con loro in Afghanistan.
Quante situazione avevano vissuto insieme, quante battaglie...

E poi c'era la lettera da tenere in considerazione. Che cosa avrebbe dovuto fare? Jay si chiedeva se fosse stato il caso leggerla da solo così come consigliato da Logby, avendogliela data anche in disparte e senza che la collega se ne accorgesse.
D'altro canto però poteva essere utile parlarne con la squadra visto il caso che stavano seguendo. Forse il contenuto della lettera riguardava proprio quello. O ancora meglio sarebbe stato informare Voight, il suo padre putativo, e quindi aprirla con lui e magari con Hailey in modo tale che lui potesse dargli dei consigli e lei un appoggio.

Mentre Jay si arrovellava quindi la mente tra ricordi vissuti e decisioni da prendere, Hailey preoccupata per lui lo riportò alla realtà distogliendolo dai suoi pensieri.

- Ehi come va? - chiese lei

- Tutto bene - disse il detective sospirando.

- Ne sei sicuro? Mi sembri distratto, distante - lo incalzò lei

- Si, davvero. Non vedevo l'ora di uscire totalmente dalla base. Ora mi sento decisamente meglio. - disse Jay mentendo anche se solo in parte attendendo di varcare i cancelli per uscire di lì una volta per tutte.

In effetti ciò che il detective aveva detto era la realtà, si sentiva davvero molto meglio. Grazie alla pastiglia che suo fratello gli aveva dato non sentiva più quel peso davanti al petto e quell'ansia, quella paura che gli avevano creato un groppo in gola e soprattutto quel senso di oppressione. Inoltre l'aver terminato quell'incontro era anche stata una gran cosa.

Salito in macchina ripensò a ciò che era accaduto in quei giorni, tutto si era svolto così rapidamente e lo aveva catturato con un grande impatto emotivo.

Jay non era assolutamente il tipo che si faceva vedere debole. Teneva sempre duro per poi lasciarsi andare completamente a pezzi una volta solo.
In quel periodo però aveva avuto un crollo emotivo davvero forte che no era riuscito a gestire o a controllare.

Ovviamente ciò che era accaduto non doveva più succedere. Lui, il forte e temerario Jay Halstead non poteva mostrate i suoi punti deboli.

Decise, infatti, che da quel momento in avanti si sarebbe mostrato forte facendo vedere a tutti che stava bene ed in caso fosse necessario dimostrandolo anche. In caso di difficoltà poi, sarebbe andato a parlare con suo fratello.

Will, l'unico che lo capiva senza che lui parlasse e l'unico con cui Jay riusciva a mostrarsi vulnerabile senza sentirsi giudicato, la persona con cui lui poteva essere sé stesso sempre.

Il viaggio in auto fino al distretto fu abbastanza silenzioso. I due non parlarono di nulla. Hailey dopo quelle poche domande che aveva fatto al collega appena usciti dalla base non disse più nulla, aveva deciso di dargli un po' di spazio.

Jay dal canto suo non era così loquace in quel momento, anzi a dire il vero iniziava a non sentirsi poi così bene.
Man mano che il tempo passava, infatti, mentre i due si avvicinavano al distretto, il giovane stava diventando sempre più pallido.

Si sentiva a terra, aveva mangiato poco e niente in quei giorni e ciò che aveva ingerito lo aveva vomitato. Adesso stava iniziando a pagarne le conseguenze.

Avendo notato che Hailey, di tanto in tanto mentre guidava, lo osservava con la coda dell'occhio decise di tranquillizzarla.

- Ehi, tranquilla, sto bene. Ho solo bisogno di qualcosa che mi tiri su. Mi sento un po' a terra. - la anticipò Jay ipotizzato che presto o tardi lei gli avrebbe chiesto sicuramente qualcosa.

Mentre Jay parlava però, si notava che lo faceva con fatica, sembrava stanco e nonostante non facesse poi così caldo lì lui stava sudando copiosamente. I suoi capelli erano sempre più scompigliati, attaccati alla fronte.

Ovviamente testardo com'era Halstead non volle fermarsi al bar per prendere qualcosa sostenendo che gli sarebbe bastato il caffè della sala relax.

Arrivati al distretto Hailey scese dall'auto e, approfittando di un momento di distrazione del collega che aveva chiuso gli occhi respirando profondamente, si diresse dal Sergente Platt per chiederle nuovamente l'apparecchio della pressione.

Tornata poi di corsa da Jay, che non si era mosso quasi per niente e non aveva aperto ancora gli occhi, gliela misurò e si rese conto che era troppo bassa.

Il detective però non volendo assolutamente fare vedere come si sentisse rimanendo immobile biascicando le parole disse:
- Sto bene... Hailey... Sto bene...-

Ovviamente si notava che in quel momento stava mentendo.

Prima di rientrare, quindi, la Upton andò al bar e portò un bicchiere di acqua e sale a Jay che poco dopo averlo bevuto, facendo le sue rimostranze sul come ciò non fosse necessario, si riprese.

Una volta scesi dall'auto il detective si diresse negli spogliatoi per sistemarsi un po'. Presa una maglietta dal suo armadietto andò in bagno, si sciacquò per togliersi un po' del sudore che aveva e poi dopo aver indossato la maglietta pulita ed esserei sistemato i capelli in modo che fossero al loro posto, raggiunse Hailey e gli altri colleghi.

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