In ospedale

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Nell'attesa che i medici visitassero Jay, Hailey si era allontanata dal gruppo per fare una telefonata.
Preso il cellulare dalla tasca compose il numero di Natalie attendendo che lei rispondesse.
Alla detective sembrava giusto che anche la dottoressa fosse informata del fatto che avevano ritrovato Jay.

- Manning - si udì dall'altro capo del telefono.

La dottoressa aveva risposto dopo essersi spostata nel corridoio fuori la stanza di Will. Dopo aver visto chi era il mittente della chiamata, aveva scelto di allontanarsi nel caso fossero state cattive notizie. Per lo meno avrebbe potuto provare a nome far sentire nulla al suo collega.

- Natalie, sono Hailey, l'abbiamo trovato e sta abbastanza bene. - disse la detective tutto d'un fiato.

- Dio sia lodato.- disse la dottoressa come il sorriso salutando poi la giovane e ringraziandola per averla chiamata.

Tutto si era sistemato, ora finalmente si sarebbe potuta scusare con lui. Doveva inoltre avvertire Will. Il dottore sarebbe stato felice e sollevato nel sapere che il suo fratellino era stato ritrovato e che era finalmente in buone mani.

Così senza pensarci su due volte corse dentro la sua stanza pronta a gridare di gioia ciò che aveva appena saputo. Appena arrivata da Will però Natalie si fermò, il suo amore non si era ancora svegliato.

Will si era addormentato vinto dalla stanchezza di un corpo che doveva ancora riprendersi completamente e grazie anche per l'effetto dei farmaci che Connor gli aveva dando.

Il dottore, quando Natalie entrò ancora dormiva tranquillamente.

Tutto era ormai quasi risolto. Le cose stavano andando per il verso giusto.

Natalie vedendolo riposare si sedette al fianco del suo ragazzo, attendendo con impazienza che lui aprisse gli occhi per informarlo del fratello.

Avrebbe voluto svegliarlo, ma sapeva che aveva bisogno di riposo e ipotizzava che una volta saputo che Jay era lì avrebbe fatto di tutto per raggiungerlo.

Nel frattempo al piano di sotto, al pronto soccorso, la squadra dell'Intelligence aveva mandato i saluti a Jay attraverso Antonio ed era dovuta rientrare al distretto e rimettersi a lavoro essendoci altri casi da risolvere.
I membri del gruppo sarebbero poi tornati successivamente a trovarlo.

Dawson, intanto, era stato lasciato in sala d'attesa mentre i medici visitavano il giovane detective.

- È un po' bradicardico - disse April dopo avergli messo il pulsossimetro nel dito sinistro. 

- Inserisci una centrale così possiamo iniettargli la salina calda, mettigli anche una maschera per l'ossigeno.

Una volta stabilizzato il giovane il dottor Choi raggiunse Antonio in sala d'attesa.

Vedendo il medico che gli si avvicinava il detective ispanico si alzò da dove era seduto, lì in sala d'attesa, ed immediatamente attese le informazioni.

- Allora Jay.. - iniziò a dire il medico, ma si fermò.

Hailey aveva finito la chiamata e li aveva ragginti.
Una volta che anche lei si unì a loro Choi proseguì:

- Tutto sommato sta bene. È un po' ipotermico ed è stato bradicardico.

I due colleghi ringraziarono il dottore ed era sollevati dal fatto che Jay non avesse qualcosa di troppo grave.

Hailey a quel punto fece la tipica domanda:
- Possiamo vederlo? -

- Si, ma uno alla volta e per poco tempo. Ancora non ha ripreso conoscenza. Più tardi manderò un'infermiera a chiamarvi. - e detto ciò il dottore andò via.

Circa un'ora dopo April andò a chiamarli. Jay aveva aperto gli occhi per alcuni secondi prima di richiuderli e riaddormentarsi.
Choi aveva dato ad Upton e Dawson l'ok per restare a fianco del loro collega in attesa che si svegliasse.

Mentre i due erano seduti al capezzale del giovane fu costretta ad uscire per parlare al telefono.
E così rimase solo Antonio ad attendere che Jay si svegliasse.

Il giovane si muoveva di tanto in tanto, ma non dava alcun cenno di aprire gli occhi.

Hailey era rientrata nella stanza per prendere le sue cose. Era costretta a tornare al distretto. Era stata chiama dal sergente perché aveva bisogno di lei.

- Per favore, tienimi aggiornata e fammi sapere se si sveglia. Io tornerò il prima possibile. - detto ciò in poi la giovane uscì dalla stanza lasciando solo il collega.

In effetti non trascorse molto tempo da quando quest'ultimo aveva avuto la possibilità di entrare in stanza e sedersi al suo fianco e da quanto la collega era andata via, che lui iniziò a muoversi agitato e poi aprì gli occhi iniziando a guardarsi intorno.

- Ehi, ben svegliato - gli disse Antonio

- Ciao - rispose semplicemente Halstead un po' stranito. Aveva una voce molto rauca.

- Che c'è? - chiese Antonio al collega che sembrava strano.

- Pensavo non ci fosse nessuno qui. - disse il giovane detective sospirando con un po' di tristezza. - credevo di.. essere solo.-

Ogni parola che veniva fuori dalla bocca del detective era come se gli ferisse e gli grattasse la gola infiammata.

- Ricordi cosa ti ho detto prima che arrivasse l'ambulanza? - chiese il detective più anziano.

Jay fece di si con un lieve cenno del capo.

- Io non ti lascerò mai solo. E sono convinto che nemmeno gli altri lo faranno. - disse Dawson sorridendo e poi sviando il discorso chiese - Come ti senti? -

- Bene - rispose Halstead usando meno parole possibili ed ovviamente mentendo nella speranza di poter andare via dall'ospedale.

Il giovane detective aveva da fare, non poteva stare lì fermo a non fare nulla. Doveva pensare al funerale di suo fratello.

- Non fingere con me Jay. - lo ammoní Antonio - Come ti senti realmente -

Era facile per lui capire che il suo collega stava mentendo. Il suo viso sembrava dire tutt'altro rispetto alle parole che uscirono dalla sua bocca.
In più Halstead aveva una catteristica: tendeva a non guardare più la persona con cui stava parlando se ciò che diceva non era vero. Anche in quell'occasione infatti lo sguardo del giovane era perso nei vuoto.

- Mi sento come se fossi finito sotto un treno e questo mi fosse passato di sopra più volte. - disse Jay con grande sincerità, iniziando poi a tossire.

Proprio nel momento in cui Jay stava descrivendo come si sentiva entrò in stanza il dottor Choi che voleva verificare le condizioni del detective.

Halstesd non si sentiva affatto bene. La sua gola era in fiamme ed aveva una forte tosse che gli causava dolori al petto. Inoltre aveva una fortissima nausea ed una gran voglia di vomitare. La sua testa martellava sempre più, di fatti spesso aveva bisogno di chiudere gli occhi per alcuni istanti poiché fare ciò sembrava leggermente giovare.

- Detective come ti senti? - chiese Choi.
Il medico aveva ascoltato la descrizione precedente, ma aveva bisogno di ottenere qualcosa di più dettagliato dal giovane.

Questa volta Jay non rispose, sporgendosi leggermente in avanti sentendo l'impellente  necessità di svuotare il suo stomaco.

Ethan capì immediatamente cosa stava per succedere e consegnò al detective una bacinella in cui lui riversò tutto ciò che era rimasto ancora dentro di sé.

Quan ebbe finito poi il giovane si lasciò cadere sul letto ansimando.
Il suo cuore aveva iniziato a battere troppo rapidamente e ciò si notò sui monitor.

Ethan doveva agire in fretta e capire cosa stesse succedendo.

Reazione emotivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora