Come un castello di carte in tempesta
Il mio animo di continuo oppresso
Si trova a ramingar tra cuore e testa.
Il riposo a me non è concessoIn questa guerra senza vincitore
Di cui io sono vittima e assalitor.
È certo che d'amore non si more,
Ma ne attribuiscö un funesto dolorPiù pungente di una splendida rosa
La quale bellezza mi sa rapire.
Come un romano privo d'armaturaQuello è l'uomo privato di sposa.
E chi di amore non ne vuol sentire
Vien fattor di un'azion contro natura.
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