1-Incontri e Scontri

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"Buongiorno signor Kim, le comunico che il nostro volo partirà tra pochi minuti. La prego di assicurarsi che la sua cintura sia ben allacciata. Se dovesse aver bisogno di qualcosa non esiti a chiamarmi, sono a sua completa disposizione."

"Grazie signorina."

La mia risposta fredda e concisa rifletteva a pieno il mio stato d'animo del momento: ero di cattivo umore, anche se, dovevo ammetterlo anche a me stesso, non ne avevo un motivo razionale.

Ero seduto in uno degli aerei privati più lussuosi ed esclusivi che avessi mai visto, circondato da personale pronto a soddisfare ogni mia più stramba richiesta ed ogni mio capriccio e ,a giudicare dagli sguardi ammiccanti che hostess e steward mi avevano lanciato fin dal mio arrivo, probabilmente avrebbero volentieri soddisfatto anche ogni mia necessità fisica.

Tutto perfetto, se non fosse che stavo andando in trasferta per lavoro a Los Angeles, lasciando New York, le mie abitudini, il mio cane, ed anche Eric, che seppur non fosse quello che canonicamente si potrebbe definire un compagno, era comunque la persona che nelle ultime settimane mi aveva tenuto piacevolmente compagnia praticamente ogni notte. Non eravamo una coppia ma neanche semplici amici, ci divertivamo e non avevo nessuna intenzione di modificare questa cosa che c'era tra di noi cambiando anche la natura del rapporto in qualcosa di più definito. Non volevo una relazione, non volevo un compagno o un fidanzato, mi andava bene quello che avevamo e fin quando anche lui non avrebbe preteso di più, le cose erano perfette.

Andare in trasferta restava l'unico lato negativo della mia professione. Non che odiassi viaggiare, ma era proprio il fatto di dover, come in questo caso, cambiare la mia routine quotidiana, di dovermi adattare a nuovi ritmi e di cercare luoghi da frequentare come bar e ristoranti lasciando la comfort zone che avevo creato nella città dove vivevo da anni ormai ad infastidirmi. Ma se mi fermavo a valutare, pesando su una bilancia i pro e i contro che le settimane successive mi avrebbero potuto procurare, di certo i pro erano di gran lunga più numerosi e apprezzabili.

Mi apprestavo a lavorare per uno degli uomini più ricchi ed influenti del momento, un imprenditore che aveva allargato i suoi investimenti nei più disparati ambiti vincendo sempre le sue sfide e portando a casa sempre ottimi risultati. Mi aveva ingaggiato per programmare, seguire e portare a buon fine una delle acquisizioni più complesse ma anche più sensazionali degli ultimi tempi: la sua società voleva acquisire il social network del momento, quello che non mancava su nessuno smartphone di ultima generazione, il social di messaggistica e comunicazione rapida utilizzato da presidenti, primi ministri e celebrità di ogni ambito, chiunque fosse o aspirasse ad essere un vip aveva un account e le iscrizioni si moltiplicavano ad ogni istante di più, toccando numeri incredibili di interazioni quando c'era una notizia in trend mondiale o un evento particolare che la faceva da padrona. 

Forse era proprio il peso di questa responsabilità che mi faceva essere più teso del dovuto, mi ero preparato fin nei minimi dettagli fin da subito, fin da quando avevo accettato questo incarico, ma ero consapevole che nel nostro lavoro l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e ciò che abbiamo costruito con tanta cura ed attenzione può venir giù come un castello di carte in un solo istante. La burocrazia era complicata, soprattutto se in ballo c'erano miliardi di dollari tramutati in download ed accessi ad internet su scala mondiale, ed è per questo che nelle ultime settimane mi ero preparato giorno e notte per questo incarico. Sapevo di poterne essere all'altezza, e volevo dimostrare quanto valessi. Era una sfida prima con me stesso e dovevo uscirne vincitore.

Il volo fu tuttavia confortevole, le circa sette ore che separavano New York dalla mia meta trascorsero più veloci di quanto pensassi; giunto a destinazione trovai ,oltre ad un clima molto diverso rispetto a quando ero partito, una lussuosa auto con autista annesso ad attendermi ai piedi della scaletta . Il signor Muskh non badava a spese, ne ero ben consapevole, e in effetti mi aveva convinto ad accettare anche in questo modo, aveva solleticato la parte di me più avida, con un assegno in bianco su cui avrei potuto apporre qualsiasi cifra io avessi ritenuto congrua come mia parcella; mi aveva messo a disposizione un aereo personale per ogni viaggio di cui necessitassi, oltre che un attico enorme posto al centro della città, con tutti i confort di un resort.

Quattro settimane e un giorno- KookV/TaekookWhere stories live. Discover now