11-100 motivi per festeggiare

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Taehyung pov.

Ora dopo ora, minuto dopo minuto rispettare la scelta comune di restare solo colleghi, distanti, mi pesava sempre di più. 

Il rientro a casa dopo averlo incontrato fu molto triste, ero uscito di lì convinto che sarei rientrato con lui e invece mi ero dovuto accontentare delle sue giuste motivazioni per non tornare indietro. In quelle ore lontani più volte avevo avuto la tentazione di chiamarlo con una scusa qualunque, solo per sentire la sua voce e magari riuscire ad ammorbidire la sua posizione che per quanto comprendessi, non volevo accettare. Ero un po' ipocrita, probabilmente se avessi scelto la strada della sincerità fin da subito aprendo il mio cuore e dicendogli apertamente che avrei preferito continuasse a vivere all'attico, lo avrei convinto, ed invece ero stato io per primo a sbarrare la strada a quella possibilità scegliendo di non coinvolgere i sentimenti.

Non ero cieco, li vedevo gli occhi di Jungkook brillare in un modo diverso, esclusivo, lo sguardo che mi riservava quando incrociava i miei era speciale, non era la prima volta in cui mi trovavo di fronte a quel tipo di occhi perché io stesso li avevo avuti un tempo, ed è proprio perché sapevo bene cosa stavano a significare che volevo proteggerlo. Non ero pronto a tenere tra le dita il cuore di un'altra persona, era quella la profonda verità, faticavo già con il mio, lo avevo protetto e tutelato eppure qualche crepa si era formata; come potevo prendermi la responsabilità di un cuore che non fosse il mio? Quando ci si innamora si instaura una sorta di scambio, ci si dona a vicenda tutto di sé. Io ero pronto a dare anche il mio di cuore nelle mani altrui? E se Jungkook, scoprendo il vero me, ci avesse ripensato? Le fragilità, le insicurezze, i dubbi che mi compongono avrebbero fatto sì che lui continuasse a volermi? E se fosse scappato a gambe levate lasciandomi anche lui con un cuore sanguinante? Ero sopraffatto dai dubbi che mi portavo sulla schiena che in quei giorni sentivo piegarsi su se stessa sempre di più e che non mi permettevano di ragionare lucidamente.


La penultima riunione prevista terminò poco prima dell'ora di cena e grazie a questo Peter si offrì di portarci tutti a mangiare fuori a sue spese. A quella proposta vidi Jungkook titubare un attimo, sarebbe stata la prima volta che avremmo passato qualche ora insieme oltre le ore di lavoro, ma poi accettò anche lui, e me ne rallegrai sperando così di poter ammorbidire la nostra situazione anche grazie a questi momenti trascorsi vicini.

Ci accomodammo a tavola ritrovandoci seduti di fronte, e già nei primi dieci minuti che eravamo lì i nostri sguardi si incrociarono, non senza imbarazzo da ambo le parti, un paio di volte. Mentre eravamo in auto o al lavoro eravamo concentrati su altro e quindi eravamo stati in grado di svincolarci da quell'eventualità, ma lì, in quel ristorante, non avevamo scuse. Così capitò più volte, durante tutta la cena, che ci scoprissimo prima l'uno e poi l'altro intenti a fissarci. Ad un certo punto gli avevo accennato anche un sorriso al quale lui aveva risposto non senza un primo istante di incertezza, ma poi aveva distolto lo sguardo quando era stato richiamato dal cameriere che gli chiedeva se gradisse ancora altro da mangiare. Preso dall'entusiasmo per quel suo ricambiarmi avevo deciso di cogliere l'occasione al balzo e chiedergli se dopo cena gli avrebbe fatto piacere andare a bere qualcosa solo noi due, sperando che quella potesse essere la situazione giusta per parlare trovandoci in un ambiente neutrale, più rilassato. Ed ero già pronto a fare la mia mossa quando lui si alzò dal tavolo improvvisamente e salutò tutti qualche istante prima che uscissimo dal ristorante, comunicandoci che aveva un impegno pregresso con qualcuno che lo stava già  aspettando all'esterno e che ci saremmo rivisti l'indomani per la prossima riunione, quella definitiva.

Lasciando il ristorante non si voltò neanche un istante nella mia direzione, non si preoccupò di rivolgermi uno sguardo o un saluto di qualche tipo, a quel punto avrei accettato di tutto da lui pur di illudermi che mi stesse riservando un attimo del suo tempo, lo vidi invece sparire dalla mia vista in un battibaleno e a me non rimase che ingoiare quel boccone amaro e tornare a casa con dentro un senso di vuoto immenso.

Quattro settimane e un giorno- KookV/TaekookWhere stories live. Discover now