5-Sotto un cielo pieno di stelle

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Jungkook pov

Più il lunedì si avvicinava, più la mia ansia cresceva. In quella mia nuova veste di assistente avrei dovuto dimostrare di essere in grado di fare un lavoro per il quale non mi sentivo assolutamente preparato e i motivi erano tanti, principalmente perché io venivo da una istruzione molto diversa, oltre che da un ambiente molto distante da quello che invece mi apprestavo a frequentare. Un ambiente composto prettamente da persone ricche, boriose, arroganti, anche se dovevo ammettere che anche la prima impressione che ebbi dello stesso Taehyung era diversa da come poi si era rivelato, anzi era l'esatto contrario di quello che avevo immaginato. 

Con lui non avevo mai percepito una differenza di classe sociale tra noi, non mi aveva mai trattato come qualcuno che non facesse parte della stretta cerchia dei ricconi che immaginavo frequentasse di solito anzi, era venuto al club a conoscere i miei amici senza battere ciglio per esempio, e questo mi aveva fatto molto piacere. 

Mi aveva rivelato un lato di lui finora inedito, quello in cui mi mostrava che anche lui sapeva divertirsi in maniera semplice, un drink, quattro chiacchiere e un po' di ballo, anche se quello che aveva fatto lui in pista la sera prima era tutt'altro che ballare semplicemente. Non appena lo avevo intercettato tra la folla che gli si accalcava intorno, i miei occhi erano stati rapiti dall'esplosione di voluttà che i suoi movimenti creavano, ero rimasto imbambolato a fissarlo, incredulo. Come poteva esistere al mondo un concentrato di bellezza, simpatia, arguzia, sensualità come quello insito in quell'uomo che ballava a pochi metri da me? Se non fosse stato per i tanti che si stavano avvicinando pericolosamente a lui e alle sue curve, difficilmente mi sarei risvegliato da quella visione che stava avvenendo di fronte ai miei occhi, ecco perché ero corso subito a reclamarlo. Mi ero avvinghiato a lui in modo possessivo, come mi appartenesse, e il suo riconoscermi al solo sfiorare la mia mano mi fece in effetti illudere che potesse essere in qualche modo mio. Aveva acceso il mio desiderio più carnale ma anche la voglia di fargli posto nella parte più intima e dolce di me, quella che fino a quel momento avevo precluso a chiunque avevo incontrato, ma con Taehyung ero disposto a fare un eccezione, a concedermi di lasciarmi andare.

Mi alzai dal letto stando attento a non svegliarlo, era ancora molto presto ma io avevo intenzione di lavorare duramente, di arrivare super preparato così da non tradire la fiducia che aveva riposto in me, quella trattativa doveva andare a buon fine anche grazie al mio apporto.

Andai nello studio, presi parte dei contratti e dei documenti da studiare e dopo aver messo le cuffie e avviato la playlist della mia musica preferita, mi concentrai sul da farsi.

Erano trascorse almeno un paio di ore ed io ero totalmente immerso in quello che stavo esaminando e la musica che stavo ascoltando provenire dalle mie cuffiette che non lo sentii arrivare alle mie spalle, ma venni comunque pervaso da una serie incredibile di brividi quando una delle sue mani affondò nei miei capelli, scorrendo piano fino alla base della mia nuca. I brividi continuarono quando poi mi lasciò un piccolo bacio sulla spalla nuda poggiando l'altra mano morbida su di essa e a me venne spontaneo afferrarla e baciarla con dolcezza prima di voltarmi verso di lui. Ero un po' stordito in quel momento, oltre che rapito dalla sua bellezza perfetta anche appena sveglio, i gesti che ci eravamo appena scambiati erano di un intimità e di una naturalezza tale che ad occhi esterni saremmo potuti sembrare una coppia datata e non due semi sconosciuti come eravamo noi in realtà. 

Quella realizzazione mi portò a chiedermi in automatico se fosse possibile sentirsi a proprio agio con qualcuno dopo così poco tempo e riuscire a mantenere senza difficoltà il rapporto su un piano puramente lavorativo e fisico senza coinvolgere i sentimenti. 

Non ero un ragazzo ingenuo, non mi innamoravo come un adolescente al primo sguardo, ero stato sempre attento a notare i segnali che reputavo importanti per distinguere un flirt da una possibile relazione quando diventavano evidenti, pericolosi. Quando le cose tra me e la persona che frequentavo superavano determinati paletti che mi ero prefissato, mettevo la parola fine. Non volevo ancora legarmi a qualcuno, non volevo innamorarmi prima di aver raggiunto una stabilità professionale tale da darmi la possibilità di spostare il focus delle mie energie ed attenzioni dal mio lavoro alla persona che sarebbe stata al mio fianco per sempre. Perché era questo che volevo, una persona speciale accanto a me il più a lungo possibile, o davvero per tutta la vita. Era un modo di ragionare un po' anacronistico, è vero, tanti alla mia stessa età avevano già avuto relazioni di qualche anno, e non storielle di poche settimane come le mie, ma perché rinunciare a divertirsi e a fare esperienze intanto che aspettavo che parte dei miei sogni diventassero realtà?

Quattro settimane e un giorno- KookV/TaekookWhere stories live. Discover now