doll

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risvegliarsi sul letto di jeongguk parve un po' strano a taehyung, tanto da arrivare a pensare che il fatto di essersi spostato sul divano non fosse stato altro che un sogno.

-sono sonnambulo oppure ho solo sognato di dormire sul divano?- domandò quindi, entrando nella cucina di jeongguk e trovando quest'ultimo ai fornelli.

-buongiorno a te, fiore. e ti ci ho riportato io sul letto, quando mi sono alzato. non volevo dormissi sul divano- rispose il più grande, separandosi dal piano cottura giusto per voltarsi e capovolgere il pancake appena fatto in cima a tutti gli altri nel piatto sulla tavola.

e taehyung non rispose, cercando poi di sedersi senza pensare al fatto che jeongguk l'avesse preso in braccio mentre dormiva e portato a letto, e tentando anche di distrarsi dall'immagine del moro in canottiera e grembiule.

-mangia qualcosa e poi ti riaccompagno a casa, okay?- parlò qualche secondo dopo, riponendo la padella che stava usando nel lavandino e sfilandosi il grembiule per sedersi accanto a lui a tavola, ma taehyung non sembrava entusiasta della cosa.

-d-devo per forza tornare a casa?- chiese infatti, dando voce alla sua preoccupazione.

-oh, no! certo che no, puoi stare qui quanto vuoi, fiore. intendevo che dovresti anche tornare a casa per prenderti dei vestiti carini piuttosto che indossare i miei, no? tipo quello che indossavi l'altra sera, ti stava molto bene, sembravi una principessa- jeongguk parlava un po' ad oltranza, quasi non ci pensava a ciò che diceva, specialmente se era occupato a versare un mucchio di sciroppo d'acero sui suoi pancake; era dunque ignaro di quanto quelle parole facessero effetto sul giovane corvino, che al momento stava arrossendo più che mai mentre affondava nell'enorme felpa del più grande.
-o-oh, scusami, forse era un po' troppo-- si impanicò all'improvviso silenzio, ma taehyung interruppe immediatamente le sue scuse, ripensando al paragone ch'egli aveva fatto e quanto sentirselo dire gli avesse fatto esplodere il cuore di gioia.

-no. mi piace. m-mi fa stare bene, jeonggukie-

e jeongguk ne fu più felice che mai.

————

in genere, la mattina, suo padre non era mai a casa e taehyung non sapeva come e quanto ringraziare chiunque lo guardasse dall'alto per quella grazia.

tuttavia sgattaiolare e fare avanti e indietro da casa non era una cosa che poteva andare avanti, taehyung sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa che non faceva da un po': chiamare sua madre.

ad ogni modo decise di mettere da parte di quella situazione e di concentrarsi per fare il più veloce possibile visto che jeongguk lo stava aspettando in moto e taehyung aveva costantemente una paura colossale di ritrovarsi suo padre alle spalle e di cosa egli potesse fargli.

per di più non lo faceva a posta, ma in cuor suo temeva anche che al suo ritorno il più grande non ci fosse, che l'avrebbe abbandonato come tutti quanti avevano fatto ad un certo punto, ma il suo cuore che batteva a grande velocità riuscì a calmarsi quando, varcata l'uscita di casa sua, jeongguk era lì.

e gli aveva sorriso, e aveva attraversato la strada per raggiungerlo, e aveva preso tra le sue mani le borse contenenti i suoi vestiti e tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno stando lontano da casa.

-tutto a posto? hai fatto una corsa, fiore?- si domandò divertito, posandogli una mano sulla zona bassa della schiena e spingendolo verso la strada, occupandosi di guardare a destra e a sinistra.

taehyung sorrise e annuì, accettando che il moro lo aiutasse nonostante quella fosse una zona residenziale e il pericolo di essere investito fosse praticamente nullo.
-avevo un po' paura- confessò quasi in un sussurro, al che jeongguk sembrò stringergli il fianco.

il ragazzo con l'orecchino di perla ; kvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora