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-non dar retta a jimin- aveva esordito jeongguk non appena erano rimasti soli, ma taehyung si limitò ad alzare le spalle.

-è un tipo okay- rispose. in fondo jimin era come lui, o forse come taehyung si ostinava ad essere, ma comunque la differenza era sottile.

-è...molto legato alle cose materiali e si diverte a prendere in giro quelli che non conosce, fa un po' il bullo a volte-

taehyung annuì a se stesso, lasciando che passasse qualche secondo prima di ribattere.
-gli somiglio più di quanto immagini. mi dispiace che ti stia antipatico, significa che se mi conoscessi penseresti lo stesso di me- parlò dunque, abbassando lo sguardo.

-no! no, cioè, non...mi sta antipatico, solo, mi da fastidio come ti ha trattato-- riprese jeongguk impanicato, ma il corvino l'arrestò.

-jeongguk, non ha fatto nulla di male; tu sembri più turbato di me- disse francamente, e allora fu proprio il moro a calare gli occhi.

-io...non sono turbato, ma si è fatto tardi. torniamo a casa?-

taehyung era bravo a leggere gli occhi, ma quando jeongguk li sollevò, non capì. non capì cosa ci fosse dietro, se un suo vecchio trauma, un momento passato, se fosse per jimin o per altro, se si trattasse di lui o del suo "complesso dell'eroe".

"daddy issues ha incontrato complesso dell'eroe" gli aveva detto namjoon. o almeno così taehyung credeva, era rimasto a fissare i suoi bicipiti. era stato piuttosto discreto, come se fosse stato un segreto o chissà cosa, ma ad ogni modo taehyung ci stava pensando troppo.

-torniamo a casa-

————

sistemare i tuoi vestiti, i tuoi cosmetici e tutte le tue cose in casa di uno strano sconosciuto un po' figlio dei fiori era davvero una cosa che non succedeva a chiunque, ma a taehyung andava bene così.

forse non aveva ancora la sua completa fiducia, ma taehyung pensava che stare lì con jeongguk fosse più sicuro per lui di rimanere a casa con suo padre.

sua madre sarebbe venuta a sapere della sua assenza non molto tardi, e taehyung voleva aspettare che suo padre finisse nei guai.

-dunque adesso il mio armadio è il tuo armadio- osservò jeongguk, rimanendo sempre dietro il cavalletto.

taehyung sedeva sullo sgabello, col suo pigiama e i riccioli un po' arruffati, visto che il più grande aveva deciso di continuare il quadro e il corvino non poteva dirgli di no.

-mhm-

jeongguk sbuffò una risata.
-vorrà dire che mi abituerò ai vestitini e ai fiorellini-

taehyung rimase fermo, ma gli ingranaggi nella sua mente cominciarono a girare. si mossero fino a riportare a galla un ricordo, che gli appesantì un po' il cuore, e non sapeva come né perché, ma qualcosa in lui lo spinse a parlare.

-è la prima volta che li appendo in un armadio-

la zazzera di capelli mori spuntò da dietro la tela per dargli un'occhiata.
-che intendi?-

-li tenevo sempre piegati nei cassetti o nelle scatole perché mio padre non doveva vederli-

-mi...dispiace di averti fatto pensare a questa cosa, fiore. stavo solo scherzando. sai che sei il benvenuto qui e se questo significa che dovrò dividere l'armadio con te, allora mi va bene. voglio che casa mia sia il posto dove non devi nasconderti e puoi essere te stesso, okay?-

-è tutto a posto, gguk-

jeongguk mise giù il pennello. e si alzò, trascinando il suo sgabello con sé per sedersi di fronte al corvino e guardarlo negli occhi, osservandoli in una maniera che fece avvampare il piccolo corvino, che non si spiegava il perché di quelle attenzioni improvvise.

il ragazzo con l'orecchino di perla ; kvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora