princess

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convivenza.

a taehyung non piaceva l'idea che quello fosse convivenza.

lui si sentiva un po' più come marla a casa di tyler: si sentiva un intruso, come se non dovesse essere lì, nonostante jeongguk non fosse neanche lontanamente come tyler, il vero tyler, perché jeongguk era perfettamente consapevole che taehyung fosse lì, non lo voleva da nessun'altra parte se non lì a casa sua e che soprattutto non si trattava affatto di un intruso, ma tutt'al più di un ospite.

ma nonostante questa lieve consapevolezza, qualche vocina nella sua testa continuava a sussurrargli che "no, taehyung, jeongguk non ti vuole a casa sua", oppure "jeongguk ha un secondo fine".

e quindi l'idea che quella fosse una convivenza faceva impazzire taehyung, specialmente perché quella mattina si era svegliato avvolto tra le maledette braccia del suo...amico? compagno di stanza? ospitante?

inutile dire che fosse avvampato come se la temperatura nella stanza avesse un attimino sfiorato quelle equatoriali e si era dileguato nel bagno connesso alla stanza.

si lanciò verso il mobiletto adiacente allo specchio alla ricerca di quei piccoli contenitori arancioni da cui dipendeva, come un acrobata che camminava sui trampoli continuamente sull'orlo del baratro.

ma si guardò un secondo allo specchio e il suo riflesso era diverso. il suo se stesso sembrava avergli sorriso quella mattina, i suoi occhi non erano contornati da delle profonde occhiaie come al solito, la sua pelle non sembrava pallida, i suoi capelli parevano brillare. sembrava vivo.

forse quella convivenza non era assai male come quei dannatissimi pensieri intrusivi si ostinavano a convincerlo.

-hei, fiore! va tutto bene? ti ho sentito correre via agitato-

taehyung si voltò di scatto all'udire la voce preoccupata di jeongguk; tuttavia le sue guance presero immediatamente colore quando poté notare il suo attire.

il corvino rimase atterrito quando il suo ospitante irruppe all'interno del bagno con la solita tuta grigia e gli intricati decori che lo macchiavano dall'addome in su lasciati in mostra dalla totale mancanza di una maglietta.

-perdonami, avrei dovuto bussare--

-no, no, no, no! è solo...è che le mie pillole...stanno per finire- tergiversò taehyung, cercando di distogliere il meglio possibile lo sguardo dalla pelle nuda del moro, ornata di quei bei disegni d'inchiostro.

-non hai la ricetta?- domandò giustamente quest'ultimo, al che taehyung dissentì.

-la prescrizione ce l'ha mia madre...per tenermi sotto controllo- rispose alzando gli occhi al cielo e jeongguk colse al volo quell'amaro commento.
-questa pace non durerà ancora per molto...la mamma mi chiamerà molto presto-

l'odio avverso che taehyung provava per suo padre non poteva essere riflesso anche su sua madre. taehyung voleva bene a sua madre, lei si preoccupava per lui, era la sua continua assenza nella sua vita che causava quell'asprezza nel suo tono. almeno, sua madre non aveva mai posato neanche un dito su di lui, ma probabilmente se fosse stata più presente avrebbe potuto impedire a quel mentecatto di suo padre di fare lo stesso.

-qualsiasi cosa succederà, sono al tuo fianco per sostenerti, fiore- rispose jeongguk, una mano sulla sua spalla ad accarezzargli la pelle nuda in un gesto di conforto che lo risvegliò da quelle riflessioni.
-hai fame? facciamo colazione e poi mi accompagni a fare la spesa?-

————

forse stare accanto a jeongguk risvegliava il piccolo taehyung che era stato soppresso dentro di lui, perché sorprendentemente all'improvviso era di nuovo lui, il piccolo tae nel grande centro commerciale affollato, che annaspava, che tentava disperatamente di afferrare una mano nella speranza di avere qualcuno al suo fianco.

e finalmente, dopo anni, stava davvero stringendo una mano, e il ragazzo a fianco a lui era davvero capace di infondergli quella sensazione di conforto di cui aveva bisogno in maniera così naturale.

-ti va di uscire con me, gguk?- domandò il corvino tutto d'un tratto, mentre stringeva saldamente la mano del più grande, impegnato a leggere la scadenza da un cartone di latte.

-siamo già usciti, che intendi?- replicò l'altro distrattamente.

taehyung rispose con una risatina, allungando anche l'altra mano a giocherellare con le dita tatuate del moro.
-intendo un...appuntamento, jeonggukie-

a quel punto il cartone di latte precipitò al suolo e dalla bocca di jeongguk scivolarono una serie di imprecazioni mentre si chinava a raccoglierlo impacciato.
-appuntamento?-

-appuntamento, gguk. voglio portarti in un posto che mi piace-

taehyung non perse neanche tempo a domandarsi con quale spontaneità avesse fatto quella proposta, ma non ci prestò tanta attenzione poiché jeongguk sembrò entusiasta della cosa, soprattutto perché il più piccolo aveva deciso di voler fare una tappa in un bel negozio per comprarsi qualcosa di carino da indossare.

il bel moro non aveva mai neanche messo piede in una di quelle boutique d'alta moda, visto che il suo portafoglio non avrebbe potuto permettersi neanche un foglio della carta da parati che ornava quel negozio, e l'ambiente era davvero lontanissimo da ogni contesto che lo riguardasse.

jeongguk sedeva su una comoda poltroncina; davanti a sé, su un tavolino di cristallo, era stato poggiato dalle gentili commesse un vassoio di tè e pasticcini dall'aria deliziosa, giusto per intrattenerlo nell'attesa mentre taehyung provava qualche abito.

-che ne pensi?-

il giovane dai ricci scuri richiamò la sua attenzione, spingendolo a guardarlo mentre sfoggiava in tutto il suo splendore un adorabile vestitino color crema, decorato da un motivo di fiorellini rossi e le maniche un po' pompose.

-sei perfetto, fiore; sembri una bambola-

un leggerissimo rossore comparve sulle sue gote, il suo sguardo cadde in men che non si dica sul pavimento in marmo della boutique.

-pensi...che vada bene?- era impercettibile il cambio di significato nelle sue parole, ma il differente tono assunto dalla sua voce metteva alla luce la reale natura di quella domanda.

-taehyung, quello che indossi dovrebbe essere l'ultima delle preoccupazioni delle persone che ti circondano, così come quello che loro pensano non dovrebbe colpirti affatto-

il più piccolo sporse il labbro all'infuori, dondolando leggermente sui talloni mentre il suo cuore batteva tanto forte da minacciare di uscirgli dalla gabbia toracica.
-non taehyung però...- borbottò poi.

allora jeongguk sbuffò una risata, alzandosi dalla poltroncina, non prima di aver afferrato un pasticcino dal vassoio, e avvicinandosi all'altro apparentemente giù di morale.

-fiore, principessa...che preferisci?-

-principessa- rispose timido il corvino, lo sguardo che si sollevava lentamente per incontrare gli occhi scuri del più grande.

-va bene, principessa. se ti senti a tuo agio a sembrare la più bella bambola di porcellana che io abbia mai visto, allora compra quel dannato vestito ed io tirerò un pugno a chiunque oserà avere da ridire-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 02, 2023 ⏰

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il ragazzo con l'orecchino di perla ; kvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora