Oggetti che bruciano

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Cinque fece sì che il suo balzo lo facesse arrivare sul suo letto, e si mise le mani in faccia non appena atterrò sul tessuto morbido. Sbuffò e chiuse gli occhi per la vergogna.

"Cinque, va tutto bene?"

Adesso che lo notava, nella stanza non era da solo, maledizione.
Viktor e Klaus lo stavano fissando e lo stavano facendo con uno sguardo piuttosto preoccupato.

"No, non va tutto bene, ho fatto una stronzata!"

I due fratelli si alzarono dalle poltrone su cui erano seduti e si avvicinarono a lui, appoggiandosi sul letto.

"Che è successo?" Viktor lo squadrò dalla testa ai piedi ed osservò i suoi bei capelli fradici. "E perché sei tutto bagnato?"
"Non sarai andato nella piscina della Sparrow per farti una nuotatina, vero?" Klaus, forse per la prima volta davanti agli occhi del ragazzo, era in pensiero, lo era sul serio.
"Non era mia intenzione", ancora con le mani sul viso, fu difficile per lui scandire bene le parole. Se le tolse. "Ma non ho avuto altra scelta".
"Come mai?"
"Era per Esther... Stava affogando ed io mi sono tuffato per salvarla".
"Beh, è una cosa bella, no?"
"No, Viktor, perché quando l'ho portata sul bordo piscina e lei si è ripresa, l'ho... l'ho..."

Cavolo, non riusciva nemmeno a dirlo, tanto era il disagio. Ma non perché ne stava parlando e perché lui non si era mai aperto così con loro, ma perchè era una cosa che si era ripromesso a sé stesso che non sarebbe mai successa.

"L'hai?"
"Cinque, che hai fatto? L'hai uccisa?"
"Ma no!" Il ragazzo strillò. Poi guardò i due dritti dritti negli occhi, prima a Klaus poi a Viktor. "L'ho baciata".

- - -

Il corpo svenuto per terra a bordo piscina venne rinvenuto da uno dei corvi di Fei, che si affrettò ad avvisare Grace. Quest'ultima, dopo che l'ebbe raggiunta, prese Esther e la portò a mo' di principessa nella sua camera e la stese sul lettino mentre, piano piano, controllava che cosa ci fosse che non andava.

Non trovò niente, comunque, ed anche se avesse scoperto di quelle strane visioni della ragazza, difficilmente la madre avrebbe potuto fare qualcosa.

"Come sta?" Fei entrò correndo nella sala seguita da Sloane. "Sta bene?"
"Nulla di rotto", sorrise il robot. "È semplicemente svenuta, tutto qui".
"Da quanto tempo è in quelle condizioni?" Numero cinque guardò con pena la sorella. Si chinò verso di lei, le diede un bacio sulla fronte.
"Non si può dire con precisione, Sloane. Piuttosto, penso che sia meglio lasciarla da sola, così si riposa in santa pace".
"Ma..."
"Mamma ha ragione", Numero tre prese la mano di Sloane. "Vieni, ti preparo qualcosa da mangiare".
"Non ho fame", rispose lei. "E, se posso, vorrei rimanere qui a farle compagnia".
"E va bene", la madre si tolse i guanti in lattice. "Ma dopo metterai qualcosa nello stomaco!"

- - -

"Quindi fammi capire bene..." Viktor stava camminando per la stanza con una mano sulla tempia, stava facendo avanti e indietro da cinque minuti. "L'hai baciata ma non sai nemmeno tu il perché, visto che a quanto pare non l'hai confusa con nostra sorella".
"Esattamente..."
"Mi verrebbe da pensare che tu l'abbia fatto inconsciamente e per amore, Cinque, ed è una situazione piuttosto imbarazzante".
"Ma io non l'ho fatto per amore!" ribadì il ragazzo. "Non so cosa mi sia preso, non so nemmeno dare una spiegazione al mio gesto".

"Possiamo preoccuparci, piuttosto, dell'altro lato della medaglia?" Klaus, che fino ad allora era stato zitto zitto ad ascoltare, adesso guardò il fratello.
"A che ti riferisci?"
"A come Esther possa aver preso la cosa".

E Cinque, che fino ad allora non aveva pensato ad altro che a sé stesso, sembrò che avesse appena bestemmiato a bassa voce. Si sedette di nuovo sul letto e si rimise le mani sul volto. Da ormai mezz'ora, per lui, era di routine farlo.

"A questo punto", disse, "è capace che l'abbia già detto alla sua famiglia, o peggio!"
"C'è qualcosa di peggio?"
"Certo, Viktor!" Lo guardò. "Il peggio è che si possa esser innamorata di me!"

- - -

Una volta che Esther fu sveglia, vide con piacere di non esser sola. Certo, era un po' disorientata ed anche incredibilmente stanca, come se avesse appena corso una maratona, ma fu contenta di avere Sloane accanto.

"Dove sono?" chiese cercando di alzarsi invano. "Dov'è Cinque?"
"Cinque?" E Sloane capì. "Che è successo?"
"Quel bastardo... mi ha baciata, poi..."

Il grimorio... guarda il grimorio.

Esther voltò la testa di appena quarantacinque gradi, ed alzò lo sguardo verso la sua libreria. Il grimorio era ancora lì, ma era incustodito.

"Poi?"

"Poi mi ha..."

Stai per vomitare tra otto secondi. Corri in bagno.

Sloane però non fece in tempo a chiederle cosa stesse succedendo, perché vide la sorella alzarsi di scatto dal letto con una forza che nemmeno lei sapeva di avere, e uscire. Si fece tutto il corridoio in appena tre secondi, e raggiunse il water. Si mise in ginocchio, mise i capelli all'indietro, e vomitò.

"Esther..." Sloane la raggiunse, le prese i capelli per evitare che si sporcassero. "Ma che ti sta succedendo...?"
"Non ne ho idea..."

E poi, come un vento freddo d'estate, delle nuove immagini si erano proiettate nella sua mente. Questa volta, la visione era ambientata nella sua stanza, era concentrata sulla libreria. Non riuscì a vedere il tutto, ma intravide il suo grimorio in pelle. Lo osservò, ne studiò i dettagli, e vide la punta del libro incenerirsi.

"No..." Numero cinque sentì dalla bocca di sua sorella. "No, il grimorio no..."

E, se all'inizio era solo la punta ad essersi bruciata, adesso nella visione non c'era nient'altro che cenere, fumo e fuoco.

Quando la sua coscienza ritornò nel bagno e si rese conto che stava ancora vomitando, tra un conato e l'altro disse qualcosa.

"Il... grimorio... portamelo qui..."
"A che ti serve adesso?"
"Portamelo!!!"

Sloane uscì di fretta e raggiunse la stanza, Esther sentì un grido. Si asciugò la bocca con il palmo della mano, a piccoli passi e rischiando di cadere da un momento all'altro arrivò da lei.

Si avvicinò alla libreria, vide la sorella con gli occhi spalancati. Ed anche lei si scandalizzò, tanto che, mentre osservava tutta la cenere che c'era sulla mensola della libreria, si mise le mani tra i capelli.

"Dov'è il grimorio..." chiese Sloane.
"È stato bruciato..." Poi si corresse. "Qualcosa l'ha bruciato".

The universe and our love || Five HargreevesWo Geschichten leben. Entdecke jetzt