Elisa Mirchetti

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Elisa Mirchetti non era poi così tanto brutta - ma vaglielo a dire ai suoi compagni di classe delle superiori, il cui canone di bellezza rappresentava la ragazza alta uno e sessanta, magra e con i capelli biondi. Nelle liste di quegli imbecilli in cui andavano a fare un resoconto delle ragazze più belle della classe, lei si ritrovava sempre per ultima, mentre le ochette della classe, Giulia e Giorgia, si contendevano sempre ed arduamente il primo posto.

Che poi in palio non si aveva niente se non la gloria, ma quello era un altro discorso per Elisa, che ogni giorno davanti allo specchio si chiedeva che cosa ci fosse che non andasse in lei.
Era forse per i capelli neri? Per la montatura degli occhiali che era un po' più grande? Per l'apparecchio ai denti?

Lei non lo sapeva proprio, e forse era il motivo per cui non riusciva più a guardarsi allo specchio come quando era una bambina, epoca in cui diceva "Non vedo l'ora di diventare grande!"

Ah, piccola Elisa, sapessi che cosa faresti tra una decina di anni pur di ritornare indietro nel tempo.

E a casa non è che la vita di Elisa fosse tanto meglio, visto che il padre e la madre - rispettivamente chirurgo e infermiera presso l'ospedale locale - erano sempre così indaffarati per il lavoro. Elisa trascorreva quindi il suo tempo sola in casa, magari a fare i compiti o a guardare una serie tv, oppure a leggere un libro.

Quello era quindi l'unico modo per non pensare alle frecciatine dei suoi compagni di classe, al fatto che i suoi genitori non fossero mai con lei, al suo stato sentimentale, marcato come "single" sin dalla nascita.

E lei un fidanzato lo voleva, lo desiderava eccome! Ma come poteva fare, se ormai si era fatta una reputazione da "ragazza cessa che non vedrà mai un apparato riproduttore maschile"?

Il fatto che lei trascorresse tempo al cinema o in libreria, quindi, era l'unico modo che aveva per sfuggire da quel destino crudele, per finire in mondi inventati da registi e scrittori che di certo sapevano il fatto loro.

Per lei, però, guardare uno schermo o sfogliare tra le righe non era abbastanza, lei voleva molto di più!

Voleva finire in uno di quei mondi e non tornare mai più nel suo, voleva stare con i suoi personaggi preferiti senza che sentisse la mancanza di casa, di quella vera!

Ma un modo per fare tutto questo non c'era, quindi mai avrebbe potuto esaudire il suo desiderio.

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Mercoledì 4 maggio, Elisa Mirchetti era uscita dalla sala del cinema con la testa che brillava di informazioni. Andare a vedere un film in cui la protagonista - la donna cazzuta e con i capelli rossi che lei amava sin dalla sua prima apparizione - va a fare casini su casini pur di stare con i suoi figli, le aveva dato un nuovo scopo: scoprire quante più cose possibili sul multiverso.

Elisa aveva scoperto che non esiste un solo universo, che ne esistono migliaia e migliaia. Se in questo universo lei ha i capelli neri, ad esempio, ce n'è un altro in cui lei ha i capelli biondi.
Quella, in sostanza, era la soluzione ai suoi problemi. 
Doveva solo andare in un altro universo, in uno in cui anche lei aveva i superpoteri, in uno in cui la sua famiglia le voleva bene e i bulli del cazzo non esistevano!

Era passato un anno dalla visione di quel film, un anno in cui aveva comprato libri e libri pur di capire come fare.

Ma adesso, finalmente e forse, era riuscita a trovare l'incognita, aveva capito come andare in un altro universo.
Nella biblioteca comunale aveva rubato quindi un libro in pelle che non solo conteneva le informazioni utili per viaggiare per il multiverso, ma per farlo soprattutto in totale sicurezza!

Elisa comprò quindi un altro quaderno in pelle da Amazon - che lei per comodità decise di chiamare grimorio - e scrisse tutto ciò che il libro le chiedeva di fare. Scrisse della sua famiglia, del fatto che salvasse il mondo dai cattivi, che avrebbe trovato, prima o poi, l'amore che aveva sempre cercato, desiderato e sognato.

Si era messa comoda quindi sul suo letto, aveva fatto qualche respiro profondo, e iniziato a dire le formule scritte sul suo libro. Poi, sentì gli occhi cedere, e si addormentò. 

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Esther Hargreeves si svegliò dalla sua trance e sentì la testa pesante. Non seppe il perché, ma quando riprese piena coscienza, non volle aprire i suoi occhi. Non sentì niente di strano, aveva capito di non esserci riuscita e di aver speso un inutile anno di ricerche.

Una voce, però, si fece avanti, il tono era allegro.

"Esther, benvenuta a casa".

Esther aprì gli occhi e si guardò intorno.

Sloane Hargreeves era seduta sul suo letto, aveva tra le mani l'uniforme di Esther, considerando che lei adesso era in pigiama.

"Mettiti questa e scendi, dobbiamo pranzare con gli altri".
"Gli altri... chi?"
"Ma come chi?" rise lei. "I tuoi fratelli, la tua famiglia". 

Con i suoi poteri, agitando leggermente le mani, Sloane la tirò su.

"Forza! Siamo tutti ansiosi di mangiare la pizza fatta da Grace!"

The universe and our love || Five HargreevesWhere stories live. Discover now