Riunione tra famiglie

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Allison si mise comoda sulla poltrona del salotto di casa sua e tirò, stanca, un sospiro di sollievo. Claire era andata a dormire, Patrick si stava forse divertendo in qualche locale pieno di donne seminude che ballavano o servivano drink a chiunque incontrassero (non che le interessasse, considerando che da quando avevano divorziato e la custodia della bimba era passata alla madre i due ex coniugi si erano persi di vista), i fratelli avevano ripreso la loro vita al massimo, senza apocalissi a cui pensare o cose preoccupanti a cui badare. Non c'era niente di meglio, per Allison, visto che aveva ripreso la propria vita a gonfie vele.

Distese le gambe sul poggiapiedi in pelle, accese il televisore e sfogliò i vari canali a cui aveva accesso. Si fermò a quello delle notizie.
"Sono molti gli oggetti che sin da questa mattina sono stati bruciati da un'onda anomala di calore. Le autorità credono che tutto questo sia la causa di una crisi climatica, ad ogni modo la situazione, per ora, è stabile. Nell'edizione di domani mattina, seguiranno aggiornamenti" diceva la giornalista al telegiornale.

"Stupido cambiamento climatico", sbuffò Allison.

Capendo che non c'era niente di così tanto divertente da guardare in uno schermo, la donna si alzò e si diresse in cucina. Prese un bicchiere di vetro dalla credenza, si versò un po' d'acqua dalla bottiglia in frigo.
Poi, quando si fu rinfrescata, guardò fuori la finestra e fu difficile, per lei, non scoppiare a ridere guardando il cartellone pubblicitario che si intravedeva dal balcone della villa.

Il crimine è il problema,
Noi siamo la soluzione.

"Ah!" rise lei. "Che montati", commentò osservando i volti di Esther e Jayme lì raffigurati.

Quello che però risultò imprevedibile, per lei, fu riuscire a non far cadere il bicchiere mentre nella sua mente comparivano strane immagini dentro la sua testa. Vide di nuovo il cartellone, come se ce l'avesse davanti poi, quando lesse la scritta ancora una volta, realizzò che il tutto si era completamente incenerito!

"Mamma, ma che è successo?"

Allison ritornò in sé, vide la figlia sulla porta che guardava i cocci di vetro per terra.
"Niente, amore mio, torna a dormire, la mamma ora sistema tutto".

Claire scomparve dietro la porta quando Numero tre guardò fuori la finestra.
"Ma che..."

Si affacciò sul balcone, appoggiò le mani sulla ringhiera in ferro. Guardò un po' più in basso, e solo allora si rese conto che il cartellone si era bruciato per davvero, si era bruciato da solo!

- - -

Marcus era a capotavola del lungo bancone su cui, dall'altro capo, era seduto Sir. Reginald. Negli altri sei posti - tre da una parte, tre dall'altra - c'erano Esther, Fei, Alphonso, Sloane, Jayme e Christopher, tutti con la divisa indosso.

Il Numero uno aveva uno sguardo arrabbiato in volto, ma tutti sapevano già il perché.
"Numerosi vandali in giro per la città hanno bruciato alcuni dei nostri prodotti. Cartelloni, i nostri giochi da tavolo, le nostre borse e borracce, tutte andate in fumo, letteralmente".
Era in piedi, aveva i pugni serrati e appoggiati sul legno.

"Quanti sono gli oggetti?" Fei mantenne gli "occhi" fissi su di lui.
"Numerosi, numerosissimi. Si ammonta a circa mille prodotti".
"E..." Esther si schiarì la gola, "quando è iniziato il tutto?"
"Il primo atto di vandalismo risale a questo pomeriggio alle 2", esordì Jayme. "È scritto qui, hanno persino riportato delle foto".

Mise al centro del tavolo il giornale che stava leggendo, Esther fu la prima a prenderlo.
Guardò l'immagine, riconobbe quella cenere a colpo d'occhio.

"Come facciamo a trovare i vandali?" domandò Alphonso. "Sono troppi!"
"Esatto, non possiamo farlo", Esther guardò in basso.
"Ma certo, invece!" Marcus la guardò. "Noi siamo la Sparrow Academy, noi possiamo fare tutto!"
"E invece non possiamo risolvere questo!" Numero due battè le mani sul legno, si alzò e lo guardò. "Perché questa non è opera di vandali, questi oggetti si stanno bruciando da soli!"
"Ma che stai dicendo?" chiese Christopher.
Il tono di Sloane si fece triste. "Il suo grimorio... È andato bruciato".
"COSA?!" chiesero tutti.
"È la verità, Esther?"
"Sì, Fei. Si è bruciato da solo, e intendo nel vero senso della parola. E questo può significare una sola cosa..."
"Oh no", Jayme sbuffò. "Non dirlo".

"Dobbiamo parlarne con l'Umbrella Academy".

- - -

Il piano sotterraneo dell'hotel Obsidian non aveva solo le stanze dei dipendenti, ma anche una grande sala riunioni. Quella che più serviva all'Umbrella e alla Sparrow, insomma.
Cinque era quindi andato a chiedere a Chad Rogo, il receptionist più depresso che avesse mai visto, se potesse occuparla per non più di un'ora. Quando poi lui aveva risposto che era già impegnata, era stato minacciato da quel ragazzino. Aveva, quindi spostato il primo appuntamento al giorno dopo, ed il problema fu risolto.

"Bene, ora che siamo tutti possiamo incominciare".
Sloane e Luther, che arrivarono insieme, si sedettero sulle rispettive sedie ed erano solo tre, adesso, le persone impedì. Numero uno e Numero due della Sparrow formavano un gran duo, e quel giorno non sarebbero stati da meno. Intanto, il Numero cinque dell'Umbrella li accompagnava.

"Abbiamo indetto questa riunione urgente perché, non so se avete visto i vari telegiornali o le testate giornalistiche, ma molte delle nostre cose sono andate bruciate".
"Che peccato..." disse Diego sarcastico.
"È molto più di quanto tu possa immaginare, Numero due", rispose, Esther. "Stiamo parlando di cose che si sono bruciate da sole, non di persone che hanno appiccato il fuoco".
"Stai dicendo che hanno preso fuoco così, dal nulla?"
"In poche parole sì, Viktor".
"È vero..." Allison alzò la testa. "Ho assistito allo spettacolo con i miei stessi occhi".
"Che cosa si è bruciato?" chiese Cinque.
"Un cartellone pubblicitario".

"È proprio per questo che vogliamo trovare con voi una soluzione", ribadì Marcus.
"Per un cartellone e dei giochi da tavolo bruciati?"
"No, Klaus, è molto più di questo". Esther si sedette. "Il fatto è che, se la situazione dovesse mettersi male, io avrei potuto controllare la situazione con il mio grimorio. Ma adesso che è stato bruciato non si può più tornare indietro, qualora le cose peggiorino".

"E fidatevi, fratelli miei", Cinque si sedette. "Che le cose peggioreranno eccome".

"Cinque, ma di che stai parlando?" domandò Luther. "Non dirmi che è una nuova apocalisse".
Allison, sentendo ciò, si mise le mani tra i capelli.
"Non disperiamoci", rispose. "Non è detto che sia sul serio una nuova fine del mondo. Ma... devo solo tornare da dei vecchi amici della commissione". 

Volse il capo verso Esther, lei si indicò. "E perché guardi me?"
"Perché tu dovrai venire con me in caso dovessi avere bisogno di uno scudo".

The universe and our love || Five HargreevesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora