Capitolo 5

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*Il giorno dopo*

*Pov Ariel*

Ieri sera, arrivati nella nostra casa dove avremmo passato le vacanze ad Ibiza, ci siamo subito messi a sistemare la nostra roba, ma non ero ancora sicura del perché Kai trascorse le vacanze insieme a noi. Lo guardai nell'altra stanza con la porta aperta, la quale sarebbe stata la sua camera per dormire, e con la mia maglia piegata a metà tra le mie mani, i miei pensieri fecero avanti e indietro nella mia mente mentre il ragazzo che fissai sembrò non notarlo e continuò a piegare la sua roba mettendo da parte jeans, maglie e tutto il resto della sua roba.

"Kai" Lo chiamò Lea entrando nella sua camera. Appena la sentì socchiusi leggermente la porta, ma non troppo. Rimasi lì ad origliare e nonostante sappia che non è una bella abitudine da fare, il tono di Lea con cui richiamò il ragazzo sembrò preoccupato. Per un po' mi allontanai, pensando che ascoltare avrebbe causato sofferenza ascoltando ciò che dissero, ma rimasi appena lì sentì parlare. 

"Che succede?" Domandò la ragazza. Kai non si mosse, rimase fermo come se stesse pensando. Si girò lentamente verso la sorella e la sua espressione sembrò chiedere una domanda senza aprire bocca.

"Kai, puoi dirmi tutto. Tu e Ari sembrate..." Alla fine sembrò non sapere cosa dire. Scuoté le braccia all'aria come per trovare una parola per descriverci.

"Timorosi? Atipici?" Chiese Kai cercando di trovare la parola che cercò Lea, mentre si dirisse nell'armadio accanto a lui posizionando le proprie magliette.

"Si..." Affermò la ragazza guardandolo. Kai sembrò rimanere fermo, ma subito dopo abbassò lo sguardo a terra. Chiuse l'anta dell'armadio. Lea si avvicinò a lui dicendo che con lei poteva dirle tutto.
Il mio cuore batteva, avrei voluto capire cosa volesse dire, aspettavo con un'ansia peggio di quando aspetti la risposta del ragazzo che ti piace.

"In aereoporto c'era un signore che guardò Ariel con milizia" Disse. Pensavo che non raccontò nulla a nessuno, dato che capí il mio sguardo sin dall'inizio di non farlo. Strinsi la maniglia tra la mia mano ormai sudata dall'ansia e la lasciai mentre mi appoggiai al muro.

"L'ho solo aiutata a protteggersi. Non ti dico altro." Kai mise un punto a quel discorso. Sono grata almeno del fatto che non disse nient'altro.
Lea, con le braccia incrociate, accennò con il capo.

"Va bene" Disse avvicinandosi alla porta per andarsene, ma Kai le prese il braccio costringendola a guardarlo nei suoi occhi verdi, i quali io pensai fossero azzurri mischiati ad un grigio intenso.

"Stalle accanto" Sussurrò, ma perché lo disse?
Lea era la mia migliore amica, come una sorella, si prendeva cura ogni giorno come io mi prendevo cura di lei. Mi disse che parlava spesso alla sua famiglia di me, un giorno me l'avrebbe fatta conoscere. Si vantava anche di avermi come amica. Si vantava del fatto che fossi una ragazza disponibile, disposta a far di tutto. 

Kai la guardò ancora negli occhi. "Sempre." Lea sorrise e Kai mollò la presa dal suo braccio. La guardò uscire mentre entrò nella nostra stanza (mia e di Lea) e menomale che percepii il suo passo. Appena entrò mi vide mettere apposto la valigia sotto il letto e mi iniziò a parlare facendo finta di nulla.

Ora sono stesa sul letto in videochiamata con i miei genitori. A volte mi mandavano audio della mia sorellina più piccola di sei anni e qualche volta la lacrima scappava dai miei occhi a furia di ascoltarla. Non ci vedevamo da moltissimo tempo a causa della distanza.
Il mio lavoro si trovò in Germania.
Lavoravo e abitavo insieme a Lea. I miei genitori invece si trovano in Brasile.

"Quando vieni a trovarci? Manchi tanto" Domandò Alysia, mia sorella.
Mi mancava molto giocare con lei, con le sue bambole, mi mancava quando mi mostrava i suoi nuovi giochi.

"Presto..." Dissi balbettando.
La nostalgia iniziò a farsi sentire, ma ero abitutata. Sorrisi a vedere i miei genitori salutarmi per poi staccare la chiamata.
Ero stanca, molto, avrei voluto addormentarmi ma Lea entrò in stanza come se mi volesse annunciare qualcosa.

"Preparati, oggi incontriamo Sophia!" Sophia? Chi era Sophia? Avrei sperato fino all'ultimo fosse una loro parente, finché dalla sua bocca uscirono le uniche parole che non avrei voluto sentire. Rise, si coricò sul letto e mi guardò.

"Oh giusto, è la fidanzata di mio fratello!" Eccola l'unica cosa che sperai non disse. Aveva una fidanzata? Fino ad ora si era comportato come un ragazzo che ancora non fu fidanzato.

Rimasi a guardarla, sentì un nodo allo stomaco, il mio cuore perse per un attimo un battito. Spostai
il viso altrove. Avrei voluto che il mio sguardo non cadesse su quello di Kai, ma ovviamente non fu così.
Appena mi girai vidi i suoi occhi puntati su di me. Lo guardai e pensai quanto fosse bello, gentile, simpatico.

Non capí più niente. Non capivo cosa stessi provando in quel momento. Conoscevo Kai da un giorno. Ora capisco cosa ci faceva con noi in vacanza. Oltre a passare le vacanze insieme, noi tre, le avremmo dovute passare insieme anche a quella ragazza dal nome Sophia.

"Ari! Stai bene? Mi dici che ti prende in questi giorni?" Mi chiese. Sapevo che me l'avrebbe chiesto solo per approfondire l'argomento della scena accaduta in aereoporto, ma non l'avrei fatto.
Il mio sguardo si tolse da Kai, ormai andato probabilmente in cucina.

"Si, sto ben-" "Non è vero" Non mi lasciò finire, che subito sembrò correggermi. La guardai confusa.

"Kai me l'ha detto. Sapevi che tu potevi dirmi tutto e invece non l'hai fatto, anzi, ti sei fatta protteggere da mio fratello. Gliel'hai detto a lui e non a me! La tua migliore amica che conosci quasi da sempre, ma a Kai che lo conosci da un giorno!" Esclamò lei. Ad ogni parola alzò il tono. Non avevo detto nulla a Kai, gli presi solo la mano per la paura, ma non fu mia intenzione farlo. Kai mi proteggè di suo, perché lo voleva lui.

"Smettila! A Kai non avevo detto nulla! L'ha visto e capito lui cosa stava succedendo, mentre tu eri a quello  stupido telefonino!" Dissi per poi alzarmi e, seguita da lei, andai in salotto.

"Dove stai andando?" Chiese, ma io presi il mio giubotto con il telefono, e uscì sbattendo la porta.
Appena uscì mi soffermai. Non capivo perché stavo uscendo mentre potevamo risolvere facilmente, ma non mi andava per niente. Almeno avrei potuto non conoscere la ragazza di Kai.

Spazio autrice:

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