Capitolo 78

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Era passato quasi un quarto d'ora dalla fuga dall'h-bar. Dario, fermo sul bordo di un terrazzo, attendeva direttive da Lucia.

La ragazza, in groppa all'eroe, agitò ancora la sua boccetta azzurra muovendola in aria – Di là! - esclamò e tese il braccio nella direzione indicata.

Risonanza vide il dito puntare verso Piazza Quattro Cavalieri, la piazza principale dell'area STEM del campus. Saltò dal tetto e lasciò scendere Lucia dalle sue spalle. La ragazza tornò subito a coprirsi la ferita con la mano. Il coltello quantistico non aveva lasciato un taglio profondo e già da un po' aveva smesso di sanguinare. Nonostante ciò, quel viaggio tra i tetti non le era stato indolore, per cui Dario decise di lasciarla riposare e di seguire il segnale dalla sua boccetta rossa.

Dopo pochi metri, il liquido si illuminò ad intensità quasi massima. Il segnale li portò a fermarsi a metà tra le statue dei Cavalieri S e M, poste ai vertici della piazza. Furono però sorpresi dal trovare una busta in quel punto esatto: Per Risonanza e la terrorista Lovato.

Dario guardò Lucia insospettito, lei annuì e aprirono la busta. Al suo interno vi era una boccetta di cubellibre giallo e un foglio con su scritto:

Carissimi Dario e Lucia,

Mi congratulo con voi per la vostra vittoria all'h-bar. Nessuno fino ad oggi era mai riuscito a danneggiare così tanto l'Organizzazione. Complimenti!

Purtroppo per voi i vostri successi si fermano qui. State per entrare nella parte finale del mio piano per eliminare il vostro Trio di terroristi. E questa fase inizia con una domanda: dove si trova Simone? Dove indicano le vostre boccette rosso/blu o dove indica la mia gialla?

L'unico modo per scoprirlo è dividervi. Se entrambi andaste in una singola posizione e Simone fosse nell'altra, lo faremmo uccidere istantaneamente. E il 50% di successo è poco per rischiare una vita, vero Risonanza?

A presto,

Professor Giona Galvani

"Un'altra trappola" pensò Dario innervosito. Lucia prese lo smartphone e aprì Telegram:

Che facciamo Dario?

Dobbiamo separarci, non vedo alternative

Si, ma le nostre boccette puntano sottoterra

E solo tu puoi sfondare il suolo in tempo

Quindi tu dovrai seguire il segnale giallo, lo so

Ha pianificato tutto :(

Alzarono entrambi lo sguardo dagli schermi e sospirarono, "Non abbiamo scelta".

Probabilmente io affronterò Piezo e tu Erika

E abbiamo comunque le boccette verdi per ritrovarci

Esatto!

Così il primo che vince può correre ad aiutare l'altro

Dario fissò lo schermo per qualche istante, poi rispose:

Ci diciamo addio, per sicurezza?

Lucia lesse il messaggio e ripose lo smartphone in tasca. Poggiò le mani sulle spalle di Dario, lo guardò negli occhi e, scandendo bene ogni parola, gli disse – No! Non dimenticare quello che ci siamo detti al gala: sarai tu a dovermi uccidere! Non Erika, non il Professore, ma il grande Risonanza.

L'eroe, colpito dalle sue parole, ma soprattutto dal suo sorriso, l'abbracciò. Si lasciarono dopo quasi un minuto, minuto in cui sfogarono le loro ansie e paure.

Lucia ruppe la stretta, prese la boccetta gialla e corse via, seguendone il segnale.

Dario si ritrovò da solo, ai confini di quella piazza, illuminato soltanto dai led delle due statue. Abbassò la testa e aprì la bocca in direzione del punto indicato dal cubellibre.

Pensò alla frequenza da emettere, poi a Piezo e a chi avrebbe affrontato sotto quei mattoni in pietra. Se si fosse trovato lì un mese fa, avrebbe urlato senza esitazione. Se si fosse trovato lì prima di quello scontro, si sarebbe subito buttato giù, pronto a fare giustizia e a vendicare i suoi genitori.

"Perché doveva essere così... debole?" pensò frustrato "Piezo sarebbe dovuto essere la mia nemesi, il potente elettromante, il sicario del Professore, l'assassino dei miei genitori!", ma i ricordi di quell'ultima settimana non fecero che contrariare quell'immagine. Il volto terrorizzato di Piezo al dormitorio, i suoi pugni privi di forza, il panico nei suoi occhi negli ultimi istanti del combattimento: "Perché doveva essere un ragazzino spaventato? Un ragazzino che fa quello che fa perché è l'unico modo per sentirsi apprezzato dal mondo... perché doveva essere come me?". Fu in quell'istante che capì come sconfiggerlo veramente, fu in quell'istante che capì come lo avrebbe affrontato il grande Risonanza.

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