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Dorian dormiva. Aveva perso coscienza dopo il tremendo colpo contro il pino e il dolore lo aveva sopraffatto. Era finito in una zona oscura, non sapeva definire bene cosa fosse. Sapeva che lui era fermo nel letto, la sua mente lo percepiva, ma sapeva anche che poteva muoversi in questo nuovo ambiente. Molto probabilmente era la sua anima che si muoveva o un'estensione di essa. Forse era in coma, ripeteva a se stesso, forse non si sarebbe mai più svegliato e sarebbe rimasto costretto a vagare in questo mondo oscuro.

Questa sua nuova consistenza era molto strana, si sentiva molto leggero ma non poteva volare. Era come se si fosse liberato dalla carne e dalle ossa. Era difficile da spiegare anche a se stesso. Però era tranquillo.

Man mano che procedeva sembrava che si stesse rischiarando, una luce fievole stava aprendo un varco in quell'abisso. Chissà dove lo avrebbe portato.

Quando i contorni furono più nitidi, Dorian vide che si trovava nei pressi di un lago e dall'acqua saliva una leggera coltre di nebbia fumante. Tutto intorno c'era qualche cespuglio e qualche albero, un fine manto erboso si affacciava con i suoi ciuffi sulle sponde del lago. Si sentiva incredibilmente calmo e rilassato ammirando questo piacevole panorama.

Poi sentì un dolce suono, un canto armonioso di donna che si diffondeva in tutta la zona. Era una voce angelica e melodiosa, che accarezzava l'anima e il cuore, ma Dorian non vedeva nessuna donna lì intorno. Qualcosa si mosse sulla superficie del lago, delle piccole onde stavano increspando la linea piatta e una figura ascese lentamente. Era lei che stava cantando! Ma le sue labbra non si muovevano, eppure Dorian udiva quel dolce suono.

La donna era alta, lunghi capelli neri e lisci le ricadevano sulle spalle, la pelle era più bianca della luna e aveva dei riflessi madreperlacei, gli occhi verdi marroni erano accuratamente contornati da una sottile linea nera, ma il suo sguardo era glaciale. Era emersa dall'acqua e il suo lungo vestito nero non aveva neanche una goccia, come lei del resto. Dorian capiva che era una situazione surreale, doveva essere una specie di sogno, dato che lui stava dormendo.

Si fermò sulla superficie del lago, le punte dei piedi che sfioravano appena l'acqua, e smise di cantare. Guardò Dorian dritto negli occhi e lui quasi ne ebbe paura: quella donna era davvero molto bella ma allo stesso tempo c'era qualcosa in lei che lo inquietava.

" Non devi aver timore di me, Dorian. Io sono Lorelai, lo spirito del lago dei morti. Accolgo tutti coloro che sono in punto di morte, tutte le anime sovrannaturali ed immortali. Si dice che voi siate eterni, ma a quanto pare esiste un'eccezione alla regola. Tutti possiamo morire, Dorian. "

" Morto? Io sono morto? No, non è vero, sto solo dormendo, lo so, l'ho visto. Mi stai ingannando. "

" No, Dorian, non ti sto raccontando bugie. Sei ancora legato al mondo degli umani e per questo la tua anima non si rassegna. Vieni, non rendere le cose difficili. Vedrai che qui starai bene. "

Gli tese la mano, ma non si spostò dal centro del lago.

Dorian era sbalordito. Era sicuro che stava sognando in quello stato di incoscienza e questa doveva essere un'allucinazione. Sentiva che quello spirito si stava spazientendo, lo notava dal fatto che l'acqua sotto ai suoi piedi iniziava ad agitarsi. E vide qualcosa cambiare in quel bel volto diafano: fu come un'ombra, un guizzo fugace, ma quello che vide gli bastò per convincerlo ad allontanarsi. Il suo viso aveva assunto le sembianze di un cadavere in decomposizione, la carne era putrida, mancava una parte delle labbra che erano diventate secche e lacerate. Quindi questo era il suo vero aspetto. Doveva invogliare le anime che arrivavano lì a seguirla nelle profondità delle acque e non poteva certo mostrarsi come realmente era, altrimenti sarebbero scappati tutti. E allora come mai lui aveva potuto vedere per un secondo questo cambiamento? Doveva essere un incubo quello che stava vivendo, un brutto sogno generato dallo stato di avanzato deperimento del suo corpo fisico.

Il volto di Lorelai tornò normale, ed era davvero attraente, così soave, ma Dorian sapeva che doveva fuggire da lei.

" No, io non vengo. Tornatene giù da dove sei venuta! Non è ancora arrivato il mio momento! "

Disse Dorian girandosi di scatto e tornando indietro.

Lei rimase lì, non disse una parola, non fece nessun gesto, il suo volto era impassibile, non lasciava trapelare nessuna emozione. E ridiscese nell'acqua.

Dorian corse a perdifiato per i campi, non sapeva dove andare perché era stata la luce a guidarlo quando era arrivato lì al lago. Ma ora continuava a correre e gli sembrava di rimanere sempre nello stesso posto, correva ma il paesaggio era sempre lo stesso. Iniziò ad avere paura di non poter più uscire da lì, era intrappolato, qualcosa lo tratteneva.

Morean e Nikolas tornarono al castello. Morean si sentiva già meglio dopo la botta contro i macigni, ma Nikolas aveva uno sguardo strano, aveva uno sguardo allucinato. Morean si ricordava bene la furia con cui aveva aggredito Nosferatu e ancora gli faceva impressione. C'erano tanti interrogativi e avrebbe voluto parlagli, avrebbe voluto chiederli qual era veramente la sua natura, ma inspiegabilmente aveva paura. Anche se loro due erano amici e Morean sapeva che Nikolas non gli avrebbe mai fatto del male, nonostante tutto lui ne era intimorito.

Entrarono nella stanza di Dorian. Dormiva ancora. Ormai era passato del tempo ed era chiaro che il sangue di Morean non l'aveva aiutato a rigenerare le ferite e le fratture. Forse stava davvero morendo. Ma Nikolas gli si avvicinò molto velocemente e gli diede un po' del suo sangue.

Per un attimo Morean pensò che prendendo il sangue di Nikolas anche Dorian poi si sarebbe trasformato in una belva vampiresca, ma si rese conto che era un pensiero stupido. Un altro pensiero gli attraversò la testa come un fulmine: lui si che era stato creato da Nikolas, quindi poteva essere probabile che anche lui avesse questo gene strano di potenza e brutalità. E infatti Morean sapeva di essere molto forte. Si sarebbe trasformato anche lui in quella specie di lupo famelico che aveva ucciso Nosferatu? L'anima di un lupo nascosta dentro quella di un vampiro. Ma era davvero questo quello che aveva visto poche ora fa nella radura? Le mani grandi e pelose, quegli occhi gialli pieni di ferocia e di follia.

Le sue riflessioni furono interrotte da brevi gemiti. Dorian! Era lui che si stava lamentando! Nikolas gli aveva dato il suo sangue e Dorian stava dando dei segnali di ripresa, segnali ancora deboli, ma erano meglio di niente.

Dorian stava ancora cercando una via d'uscita, il lago adesso era un po' più distante, ma il posto era sempre quello. All'improvviso sentì un richiamo forte e chiaro, un richiamo che gli ricordava i suoi istinti di vampiro, e si accorse di avere fame, molta fame: sangue, gusto di sangue, il sapore di quella bevanda calda e gustosa. Si mosse in quella direzione, concentrato sul richiamo, e non si accorse che la luce stava svanendo a poco a poco.

Si ritrovò di nuovo in quella zona buia ed oscura, proprio come quando era iniziato tutto quello strano sogno, l'odore del sangue sempre più forte, sempre più vicino.


Morean Il VampiroOnde histórias criam vida. Descubra agora