chapter 1

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"Lasciami stare...non mi toccare" Continuavo a dire alla rinfusa mentre sentivo quella voce inquietante invadermi di nuovo la mente. Facendo di me solamente una spettatrice di ciò che si stava svolgendo nella mia testa, ancora una volta.

Cercavo di allontanarmi il più possibile da essa, mettendo sempre più metri di distanza da me a quel ricordo devastante, ma che avrebbero potuto fare la differenza quel giorno se solo non fossi stata così egoista da andarmene. Quel dannato giorno che cerco ormai di cancellare dalla mia memoria da anni interminabili, ma che mi perseguita ogni notte, venendo a invadere ogni mio singolo pensiero o sogno che cercavo di fare in tranquillità.

"Non ti avvicinare" Dissi dopo poco all'uomo dinanzi a me, con un tremolio nella voce che mi mise i brividi nel sentire come risultassi così impotente e sensibile ai suoi occhi scrutatori e indagatori.

Nel rammentare ogni vicenda avvenuta oltre a farmi venire un conato di vomito, non riuscivo a smettere di agitarmi in quel maledetto letto duro, quanto il pavimento freddo di quella casa tetra.

"Ho detto di no" Urlai per quello che mi sembrò un tempo interminabile, facendo si che sentissi bruciare l'interno della mia gola dallo sforzo.

Stavo ormai per perdere la speranza e abbandonarmi allo sconforto più totale, quando per l'ultima volta cercai invano comunque una via d'uscita in quello che pareva essere tanto un vicolo cieco appositamente creato per me.

Vidi l'uomo avvicinarsi verso la mia esile figura con sguardo malizioso, mentre io invece mi allontanavo da egli con passi incerti e tremolanti, o almeno finché non raggiunsi con le spalle al muro, la fine della stanza.

Non mi era permesso fare niente da quella prospettiva. L'unica cosa che ero in grado di provare era un moto di paura così tanto estrema che temevo che tra un momento all'altro potessi perdere i sensi.

Ero semplicemente in trappola e nonostante avessi sempre odiato quel termine, non c'era spiegazione più accurata che potessi fare con l'assenza di quella determinata parola.

Era davvero così che si sentivano le povere ragazze sul punto di essere sfruttate sessualmente parlando? Indifese e con un senso di impotenza tale da desiderare solo che la morte possa giungere prima dell'atto?

Le due braccia robuste dell'uomo erano posate ai due lati del mio viso, per non lasciarmi via di scampo da quella situazione, e fu solo allora che mi decisi a pregare ogni qualsiasi divinità esistente affinché mi aiutasse a liberarmi da egli nonostante non fossi credente.

"Non ti farò niente tranquilla, ci divertiremo solo." Mi disse cercando di essere sensuale - cosa alquanto disgustosa per un uomo del suo genere -.

Subito dopo aver pronunciato quelle rivoltanti parole, cercò di posare le sue sudicie mani piene di calli sull'orlo dei miei jeans ormai rovinati dal tempo, per poterne abbassare la cerniera e conseguire l'atto orrido.

Mentre lacrime salate continuavano a solcare il mio volto frequentemente, guardavo schifata la scena che stavo vivendo in prima persona, impotente di fare o dire qualsiasi cosa.

Ma infondo che cosa avrebbe portato ribellarsi? Avevo sempre cercato di combattere contro questa specie di ingiustizia contro il genere femminile, ma mai avevo ricevuto ricompensa di tale gesto.

Avevo paura che se avessi reagito in qualsiasi modo, questa volta non si sarebbe limitato all'uso delle mani il grande sconosciuto dinanzi a me.

Ma non appena posai lo sguardo sulla sua figura intenta ad armeggiare con il suo membro in modo quasi malsano, con gli occhi stanchi a causa della quantità industriale di alcool ingerita poco prima e un sorriso sadico a incorniciare il suo volto, mi decisi a prendere in mano una volta per tutte la mia vita o per lo meno provarci.

Fino a te.. [in pausa]Where stories live. Discover now