chapter 11

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Nonostante fossi certa che avessi prosciugato fino all'ultimo granello di lacrime presenti nel mio organismo, non capì proprio come fossi riuscita a calmarmi nell'arco di venti minuti.

Sapere che qualcuno che conosci da neanche un'ora ti abbia aiutato più di qualsiasi altro essere umano avrebbe potuto fare in 14 anni di vita ti faceva sentire strana da un lato, ma riconoscente dall'altro.

Ero grata del fatto che nonostante egli non sapesse niente e dico proprio niente della mia vita passata o presente che fosse, mi fosse stato a fianco senza fare domande sul perché mi fossi sentita mancare l'aria improvvisamente.

Era stato gentile nei suoi confronti introdurmi all'interno del suo piccolo angolo di riposo, e nonostante io gli abbia fatto perdere gran parte del suo tempo non poco prezioso aggiungerei, che avrebbe potuto benissimo impiegare nel riprendersi leggermente per la seconda sessione di prove libere, aveva preferito aiutarmi. Per questo motivo gli sarei stata debitrice a lungo nonostante io l'abbia aiutato con quella monoposto poco prima.

Ma quello scambio di favori non poteva di certo essere equilibrato, poiché io l'avevo fatto perché ero capace e consapevole di poter rimetterla in sesto, mentre lui aveva fatto tutto impulsivamente e senza pensare completamente a ciò che avrebbe comportato quel suo gesto. Gli attacchi di panico, nonostante io ci conviva la maggior parte del tempo, nell'ultimo mese erano aumentati notevolmente. Ormai passavo più tempo nel cercare di calmare i miei battiti cardiaci che nel godermi la vita, e per una che non aveva mai visitato nulla se non la sua amata città londinese era un po' deprimente da dire.

Avevo i brividi e non sapere il motivo del quale li avessi mi faceva innervosire. A maggio non c'era freddo o alcun tipo di vento, anzi si moriva piacevolmente di caldo, per questo non capì il perché forti brezze accarezzavano le mie braccia e alcune parti scoperte del mio corpo minuto.

Stanca di non riuscire a smettere di assillarmi con i miei stupidi pensieri tetri, mi decisi ad aprire leggermente le palpebre e a sedermi in quello che poi riconobbi essere il tanto famoso divano nero opaco.

Mi guardai piano intorno e niente sembrava aver cambiato posizione da quando l'ultima volta avevo analizzato quella stanza monocolore, né tanto meno trovai un qualche segno che tutto quello attorno a me fosse stato soltanto creato dalla mia perfida immaginazione.

Mi maledì da sola quando capì che il motivo del quale le mie braccia pungessero dal piacere nel sentire una corrente d'aria, fosse solamente il ventilatore acceso.

E solo quando guardai in che condizioni pietose fossi puntai lo sguardo sul display del mio cellulare poco distante, e giuro che non bastarono neanche le tante lingue che avevo studiato anni prima per poter imprecare a gran voce quanto stupida fossi. Erano le 3:05 p.m. e la seconda sessione di prove libere era ormai già iniziata da cinque minuti, per non parlare del fatto che mi ero persa persino tutte le interviste fatte ai team principal.

Mentre correvo verso i box della Mercedes riuscì anche a comprendere il perché mi fossi ritrovata da sola in quella camera: di certo Lewis non sarebbe potuto rimanere accanto a me visto che quel weekend ci sarebbe stato un gran premio, e il fatto che mi avesse lasciato nelle braccia di Morfeo senza interferire mi lasciò per la seconda volta in quella giornata sorpresa.

Scacciai via quel pensiero quando giunsi nella destinazione prestabilita, e mi feci spazio tra tutto quell'ammasso di testosterone presente. Le monoposto non erano nella pit-lane quindi erano già nel circuito a segnare un crono e questo mi tranquillizzò; se avessi scoperto anche che il ragazzo proprietario del numero 44 fosse arrivato in ritardo a causa mia, non me lo sarei mai perdonato.

Alcuni meccanici mi riconobbero, probabilmente per il piccolo spettacolino che avevo fatto all'interno dei box ore prima, e mi lasciarono passare senza interferire, ma non prima di avermi scrutato attentamente da testa a piedi. Non ci feci totalmente caso e mi sedetti nuovamente sul solito sgabello, accanto a quello di Toto Wolff.

Fino a te.. [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora