CAPITOLO 11

2 2 0
                                    

Suzette's pov

Io: senti Hurley, non so perché oggi Vic non è venuta a scuola!
Hurley: ehy scusami se ho insistito ma potrei almeno vederla?
Io: meglio che ci vada io, appena è in forma te la farò vedere
Andai a casa di Vic, presi la strada più corta per arrivare il più in fretta possibile, non mi accorsi che stavo correndo.
Ormai conoscevo la strada a memoria dalla scuola e dopo un paio di minuti arrivai all'ingresso di casa sua o meglio, della villa.
Bussai e mi aprii la solita signora che mi disse gentilmente
Donna: ciao Suzette, purtroppo la signorina Victoria non è in casa ma ti ha lasciato un biglietto in camera sua, sali pure.
Quella donna aveva sempre il sorriso, anche quando divorziò da suo marito riusciva a tenere sempre il sorriso. Che donna strepitosa pensai.
Sali due rampe di scale, percorsi un piccolo corridoio e sulla destra su trovava la porta della stanza di Vic.
Mi faceva strano entrarci sapendo di non poterla trovare. Entrai e mi diressi verso la scrivania dov'era situato un foglietto

Ciao Suzette, sono io Victoria
Oggi non sono venuta a scuo
perché non mi sentivo molto bene.
levo chiederti scusa
er quello che ho fatto,
per quello che ti ho fatto.
Non me nulla di quello che ti ho fatto
sei la migliore amica
che una persona potesse avere.
Ora probabilmente sono alla tor
spero tu riesca a perdo
L̶a̶ t̶u̶a̶ m̶i̶g̶l̶i̶o̶r̶e̶ a̶m̶i̶c̶a̶
Vic

Le lacrime versate per il dolore cancellavano delle parole dal messaggio pieno anch'esso di dolore. Non potevo sopportare che lei stesse passando tutto questo da sola, non lo accettavo.

Corsi subito da lei alla torre, ero quasi arrivata ma non avevo più fiato però dovevo arrivarci. Avanzai per il sentiero fino a trovare Vic rannicchiata e attaccata al muro con il cappuccio in testa, con la testa appoggiata alle braccia conserte che a loro volta poggiavano sulle gambe.
Era sola, piangeva in silenzio e mi avvicinai

Victoria's Pov

Non sapevo più se quella sul mio viso fosse la pioggia o solo le mie stupide lacrime. Non riuscivo a sopportare tutto questo, non riuscivo a sopportare che il mio migliore amico non mi considerasse più, non sopportavo quelli che avevo fatto a Suzette, l'ho fatta soffrire solo perché io stavo male.
Cazzo! Perché ferisco tutti? Perché non riesco a rendere nessuno felice? Perché non riesco a soddisfare qualcuno o a renderlo fiero di me?
Sono un...

Sentii dei passi in lontananza che battevano velocemente sul terreno bagnato. Veloci e scaltri.
Suzette: VIC
Si buttò su di me abbracciandomi più forte che poteva, con più affetto che poteva e con le poche energie rimaste.
La pioggia continuava a cadere fitta e silenziosa, mi uscirono solo poche parole ma taglienti come una katana.
Io: sono un fallimento, non... non merito di esistere
Suzette: perché dici questo?!
Con le lacrime agli occhi mi mise le mani sulle spalle
Suzette: perché dici questo?!! Ognuno ha motivo di esistere, tutti hanno un posto al mondo, hanno delle persone che lo amano!
Io: sono solo brava a ferire e perdere la fiducia degli-
Mi tirò uno schiaffo.
Il suono rieccheggiò nei dintorni e si fermò solo grazie alla pioggia
Suzette: che discorsi fai? Tu mi hai reso la vita migliore, sei stata tu a convincermi a partire coi ragazzi. Tu sei... sei la cosa più importante che ho nella vita. Anche per altre persone è lo stesso quindi ti prego. Non andartene, almeno tu, non lasciarmi sola.

Javin's Pov

Arrivai a casa poco prima che si mettesse a piovere. La casa era fredda, buia. Janus non era evidentemente a casa, decisi di salire in camera mia ad ascoltare un po' di musica però... però decisi di prendere in mano la chitarra e suonare per l'ultima volta.
Presi in mano la chitarra, iniziai a far vibrare le corde nell'aria a ritmo di musica un ritmo apparentemente allegro.
Pizzicavo le corde leggermente con le dita ormai callose per colpa della frequenza con cui usavo questo strumento.
"Io piena di paura"
"Paura di non sbagliare"
"E posso dirti che mi pento"
"Ma ..."
Con la mano destra smisi di pizzicare le corde e fermai la loro vibrazione appoggiando loro sopra la mia mano.
Avrei voluto dirti anzi, avrei dovuto dirti...

IL PRIMO SENTIMENTO Where stories live. Discover now