CAPITOLO 13

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Javin's Pov

Ormai erano passati due giorni da quell'incontro e mi sentivo sempre più strano ogni ora che passava. Il dolore al petto stava diventando insostenibile sia per il dolore sia per la frequenza delle fitte che ora si presentavano all'incirca ogni ora.
Fumai un'altra canna e uscii di casa, chiudendo a chiave la porta alle mie spalle, camminai fino alla torre dove inaspettatamente trovai una persona seduta sulla mia solita panchina. La canna mi aveva offuscato un po' la vista quindi dovetti avvicinarmi per capire chi fosse.
Victoria: Javin, perché te ne sei andato?
Spostai lo sguardo dalla sua faccia al panorama davanti a noi
Victoria: hai idea di quanto cazzo ho sofferto? Hai idea di quello che ho passato? Da quando te ne sei andato pensavo che fossi morto, pensavo che mi avessi abbandonata perché non ero abbastanza per te. Ho pensato a troppe cose, ho pensato a tagliarmi fino a come farla finita. E ora sei comparso così all'improvviso e fai finta di non conoscermi?
La guardai negli occhi, nei suoi occhi grigi e le alzai le maniche della felpa.
Le braccia erano piene di sofferenza, piene di tristezza e tagli.
Alzai la mia felpa e la maglietta per farle vedere le cicatrici sul petto, sul ventre e sulla schiena, rimase senza parole
Victoria: come...
Io: nell'incidente in cui morirono i miei
Victoria:...!
Io: stavamo andando a vedere una partita di Janus tutti insieme quando un tamponamento a catena ci coinvolse. I miei morirono subito, sul colpo, io fortunatamente ero ancora vivo ma in fin di vita così mi trasportarono in ospedale e mi operarono di urgenza.
Mentii su questo fatto, mentii un'altra volta, mentii ancora a me stesso. In realtà i miei morirono per colpa di alcuni proiettili vaganti.
Victoria: non...
Io: poi mi trasferirono all'Alius privandomi di tutto
Victoria: scusami se... se mi sono comportata così con te
Una fitta al cuore mi colpì proprio in quel momento, mi piegai su me stesso
Victoria: tutto bene!?
Io: s...sì
Dissi sudando freddo
Forse era giunta la mia ora, vero?
Dopo 5 minuti passò
Victoria: cosa ti è successo?
Io: nulla
Victoria: sicuro?
Io: sì
Ci girammo tutti e due ad ammirare la vista. C'era sempre un leggero venticello che parlava tra le foglie degli alberi.
Victoria: è da tanto che non parlavo con te
Esattamente 3 anni, dalla 4ª elementare fino ad ora, la 3ª media.
Sentivo come se...
Victoria: mi sei mancato tanto, ti voglio bene
Mi abbracciò
Quelle parole risuonarono nella testa e toccarono il ricordo di mia madre
"Ricordati che la mamma ti vuole sempre bene"
Un sorriso spontaneo comparve sul mio viso. Rimasi immobile per una decina di secondi per poi abbracciarla a sua volta.
Mi sentivo strano, mi sentivo vivo per l'ultima volta nella mia vita però... era diverso, sentivo qualcosa lì dove solitamente avveniva la fitta... era un qualcosa di caldo, un qualcosa di piacevole e i ricordi riaffiorarono...

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