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continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto ma non riuscivo a dormire, guardai l'orologio e vidi che erano le due.
mi misi seduta e respirai profondamente, facendo entrare più aria possibile nei polmoni, un'ondata di freddo mi travolse facendomi rabbrividire.
mi alzai e mi affacciai alla finestra, accesi una sigaretta e feci il primo tiro, fumare mi rilassava, scioglieva i nervi ma sapevo che mi facesse del male.

ripensai a quello che era successo poche ore prima, avevo detto tutto a Draco, da un lato mi faceva stare bene e mi sentivo più leggera, ma dall'altro lato mi sentivo di averlo ferito e da adesso vedrà nostro padre in un modo diverso.
finì la sigaretta e andai in bagno.

🍁🍁(alcune scene possono urtare la sensibilità delle persone      TW: SH)

aprì il cassetto sotto il lavandino e presi una piccola scatolina, l'aprì e presi la mia lametta.
la osservai e pensai che quel piccolo pezzo di metallo mi faceva stare bene, quel piccolo pezzo di metallo era sia l'inferno che il paradiso, quel piccolo pezzo di metallo mi accompagnava da ormai tre anni.
alzai la manica del pigiama e poggiai la lametta sul mio polso.
pressai un po' facendo lacerare la pelle, alzai la lametta e un taglio giaceva tranquillo sul mio polso, uscì una piccola goccia di sangue e subito dopo altre.
continuai a fare tagli sul mio polso, smisi quando mi sentì meglio, disinfettai il braccio e uscì dal bagno.
mi sentivo meglio, meno agitata e meno ansiosa.

andai verso l'armadio e presi un pantalone grigio di tuta con una maglietta oversize nera con una scritta bianca. misi delle calze pesanti e presi anche una felpa bianca.

presi il mio libro, le cuffie, il telefono e uscì dalla stanza

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presi il mio libro, le cuffie, il telefono e uscì dalla stanza.
mi smaterializzai sulla torre di astronomia, la luna era coperta dalle nuvole quindi c'era molto buio, faceva anche molto freddo, decisi di andare nella sala comune serpeverde.
arrivai e mi sedetti sul divano, la sala era vuota, sicuramente per l'orario e c'era silenzio, l'unico suono era quello del legno che scoppiettava.
feci apparire una coperta perché sentivo freddo nonostante il camino acceso, la sala comune serpeverde si trovava nei sotterranei e c'era sempre freddo e la cosa mi piaceva molto.
misi le cuffie e feci partite la musica perdendomi nei miei pensieri.
all'improvviso qualcuno mi tocco la spalla facendomi sobbalzare, mi girai e vidi Mattheo, mi tolsi le cuffie e stappai la musica.
Mattheo:"che fai sveglia a quest'ora?" disse sedendosi accanto a me.
Daphne:"non riuscivo a dormire, tu?"
Mattheo:"stessa cosa"
Mattheo:"che leggi?"
Daphne:"è un libro babbano, si chiama "persone normali"
Mattheo:"di ché parla?"
Daphne:" è la storia di Marianne e di Connell, due ragazzi che si incontrano al liceo e hanno una relazione segreta, sono simili a due pianticelle condividono lo stesso pezzo di terra, crescendo l'una vicino all'altra, contorcendosi per farsi spazio, sostenendosi a vicenda, e a volte togliendosi il respiro. si proteggono e si accettano per quello che sono"
Mattheo:"sembra carino"
Daphne:"molto"
rimanemmo in silenzio per molto tempo io a fissare il camino lui a guardarsi le mani come se non fossero le sue, e ogni tanto mi guardava. senza accorgermene mi addormentai sul divano con lo scoppiettio del legno in sottofondo.

POV MATTHEO
Daphne dormiva e io la guardavo.
era rilassata, sembrava tranquilla, delle ciocche di capelli le ricadevano sul viso, amavo i suoi capelli biondi lunghi e lisci. amavo i suoi occhi quasi neri profondi ed espressivi (fondo della pagina*). amavo il suo carattere freddo e distaccato con le persone, amavo la forma delle sue labbra carnose.
forse amavo anche lei. questa consapevolezza mi mandava fuori di testa, impazzivo al pensiero delle mani di qualcuno, al di fuori di me, sul suo corpo. impazzivo al pensiero di qualcuno accanto a lei. impazzivo al pensiero che non stava bene, impazzivo al pensiero che qualcuno in passato le avesse fatto del male.
impazzivo pensando a lei. mi mandava fuori di testa ogni sua parola, ogni suo movimento, ogni suo sorriso. lei mi mandava fuori di testa.
notai che tremava per il freddo così la coprì meglio con la coperta. al mio tocco sobbalzò ma non si svegliò, aveva le maniche della felpa un po' alzate e vidi che sul polso aveva un piccolo segno ormai quasi bianco, guardai meglio e notai che ne aveva molti altri.
alcuni sembravano molto freschi come se fossero stati fatti pochi minuti prima, alcuni sembravano profondi altri un po' più superficiali.
continuava a tremare così la presi in braccio e la portai nella sua stanza.
Daphne:"ti prego non farmi del male" disse con voce assonnata.
Mattheo:"non ho intenzione di farti del male, e mai ne avrò"
Daphne:"diceva anche lui così, e invece guarda dov'è arrivato" si stava svegliando così aumentai il passo.
aprì la porta ed entrai, la stirai sul letto e la coprì.
Mattheo:"buonanotte" dissi per poi andare via.
Ero steso sul mio letto che pensavo a quello che aveva detto e a quello che avevo visto, dovevo trovare il modo di scoprire cosa fosse successo.
mi addormentai con questo pensiero.



*Daphne ha preso gli occhi da sua madre Narcissa, che ha gli occhi scuri.

*Daphne ha preso gli occhi da sua madre Narcissa, che ha gli occhi scuri

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