otto

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«mi ha preso in giro, per ben due volte!» quasi urlò, agitando le mani in aria

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«mi ha preso in giro, per ben due volte!» quasi urlò, agitando le mani in aria.

doyoung mantenne gli occhi fissi sullo schermo del suo cellulare e annuì distratto. shotaro al suo fianco stava riposando con la testa sopra il banco.

«non mi ascoltate neanche!»

«ti ascolto, kook.» rispose doyoung, mettendo via il telefono per guardarlo. «ma è da questa mattina che non fai altro che parlare di questa persona con cui sei andato a letto e del fatto che ti ha preso in giro sulla taglia delle tue mutande.»

jungkook lo colpì sulla nuca facendolo lamentare. «abbassa la voce.»

«chi ti ha preso in giro per le tue mutande?» si intromise yoongi, prendendo posto di fianco a loro.

jungkook roteò gli occhi per aria e si voltò verso la lavagna, sospirando. era inutile parlare con loro, non avrebbero capito.

inoltre non voleva fare parola sul fatto che fosse andato a letto con un altro ragazzo. l'avrebbero soltanto tormentato per sapere chi fosse.

per il resto delle lezioni non riuscì a concentrarsi, non che di solito fosse molto bravo in quello. ma la giornata era cominciata nel peggiore dei modi e la sua testa esplodeva già di prima mattina.

aveva anche ricevuto una nota per aver saltato le prime due ore. non era colpa sua, aveva ritardato per quello stupido di taehyung che non lo aveva svegliato.

era sempre colpa sua, per tutto.

ma l'idea che se ne fosse liberato lo rendeva più felice che mai. non aveva nessun'altro debito da dover ripagargli e non c'era alcun motivo per rivolgergli ancora la parola.

sarebbe tornato alla sua vita di sempre.

al suono della campanella, jungkook si alzò e stringendo un braccio sulle spalle di doyoung, lo trascinò con sé verso la mensa.

il suo stomaco brontolava e quando si sedette ed osservò la misera quantità di cibo sul vassoio, quasi gli venne voglia di urlare.

«solo questo?» disse a voce alta, attirando l'attenzione dei suoi tre amici.

yoongi rise. « è sempre stata questa la quantità, cosa ti aspettavi? che ti desse una porzione extra di riso?»

jungkook ripensò alla colazione di quella mattina preparata dal maggiore. era così abbondante e deliziosa che ne aveva mangiata a sufficienza per sentirsi pieno.

scosse il capo e prese a mangiare silenzioso, non doveva più pensare a lui.

ma il destino probabilmente non era dalla sua parte. con ancora le bacchette a mezz'aria tra il vassoio e le labbra, taehyung si avvicinò al suo tavolo e prese posto al suo fianco.

«hai lasciato questo a casa mia.» taehyung appoggiò sul tavolo un bracciale che aveva sicuramente perso tra le lenzuola.

jungkook fece per raccoglierlo velocemente così da non farlo vedere ai suoi amici ma doyoung fu più veloce di lui.

lo afferrò in fretta e lo guardò da più vicino, poi la sua espressione si fece più seria. «è il tuo bracciale. cosa ci faceva a casa sua?»

taehyung fece per parlare ma jungkook portò una mano alla sua bocca, tappandola. «l'avrò dimenticato quando sono andato a portargli i suoi appunti. non è così?»

poi guardò il maggiore per avere conferma e taehyung annuì con quel suo sorrisino che tanto lo innervosiva.

«già, gli appunti.» lo sguardo dei suoi amici era indagatorio e jungkook si alzò in fretta, improvvisamente la fame gli era sparita.

«devo andare a riprendermeli o il professore sarà furioso se non studierò per l'esame.» finse, afferrando il braccio di taehyung e trascinandolo via con se.

[...]

«che diavolo ti passa per la testa!» gli urlò contro e taehyung portò una mano sulla sua spalla, accarezzandola.

«parla piano tesoro o ti sentirà l'intera scuola.»

«non chiamarmi tesoro.» scandì a denti stretti, innervosito da quei suoi continui giochetti infantili. «mi hai salvato il culo quella sera ed io ti ho ripagato. cos'altro vuoi?»

«pensi davvero che una notte mi sia bastata?» il biondo allungò una mano verso il suo viso, portando una ciocca dietro l'orecchio. «non sono mai stato con qualcuno come te. sei stato il primo a soddisfarmi davvero.»

«cercatene un altro.» rispose in fretta il minore, non distogliendo però il contatto visivo col suo. «l'ho fatto soltanto perché ti dovevo un favore.»

«probabilmente non hai sentito cosa ho detto ieri notte.» jungkook lo guardò confuso e taehyung gli sorrise, avvicinandosi ancora. «mi hai fatto perdere la testa e devi assurmetene la responsabilità.»

il minore sbattè più volte le palpebre interdetto. «non mi riguarda, cercati qualcun'altro con cui giocare.»

poi si allontanò ma prima che potesse andare via, taehyung parlò facendolo fermare. «facciamo una scommessa.»

«avrai trenta giorni per farmi innamorare di te. se non ci riuscirai, ti lascerò in pace e torneremo ognuno alla propria vita.»

«cosa ci ricaverò io?» domandò jungkook in tono di sfida, fronteggiandolo fino a sfiorare il naso contro il suo.

«avrai me. non ti basto?»

«tsk.» jungkook roteò gli occhi per aria, ridendo. era così ridicolo se pensava che avrebbe ceduto cosi in fretta.

«lo immaginavo, non hai il coraggio. sai già che perderesti.»

«accetto.»

thirty days | taekook ✓Where stories live. Discover now