venticinque

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«ciao, jungkook-ah

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«ciao, jungkook-ah.» namjoon sollevò una mano sporca di grasso quando lo vide, accogliendolo con un bel sorriso.

il minore ricambiò il saluto distrattamente e poo si sporse all'interno, cercando con lo sguardo taehyung, non trovandolo.

«è dentro. non sai stargli lontano, eh?» gli sorrise ancora namjoon, indicandogli col capo l'appartamento.

«sono soltanto venuto a portargli del cibo, hyung.» si giustificò jungkook, sollevando in aria un sacchetto pieno di snack e mostrandoglielo.

camminò di fianco alle grandi vetrate che davano all'interno e cercò di sbirciare. le luci del soggiorno erano accese e potè scorgere due voci, tra cui una femminile per nulla familiare.

incuriosito aprì la porta a vetri senza bussare ed entrò in casa, dirigendosi verso il soggiorno. quasi il sacchetto non gli cadde dalle mani.

taehyung era seduto di fianco ad una ragazza dall'aspetto fantastico, molto ben curato e forse fin poco vestita. sembravano parlare animatamente, poi taehyung le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò qualcosa che la fece ridere ad alta voce.

nonostante non fosse sicuro di cosa aveva appena visto, si richiuse la porta alle spalle e andò via.

si sentiva uno stupido per aver creduto che taehyung fosse cambiato per lui. alla fine aveva sempre avuto la brutta abitudine di portarsi una persona diversa a letto ad ogni occasione.

sospirò e digitò in fretta il numero di doyoung e shotaro, che risposero al primo squillo. la voce di shotaro sembrò per un attimo affannata, poi si sentirono dei passi ed una porta chiudersi.

«ehi, amico. cosa ti serve?» jungkook temporeggiò un attimo prima di parlare.

«voglio andare fuori città per il weekend, venite?»

[...]

doyoung guardò yoongi e quest'ultimo ricambiò con un'alzata di spalle. quella mattina jungkook li aveva improvvisamente chiamati e chiesto loro di accompagnarlo fuori città per qualche giorno. cosa insolita, visto che odiava uscire al di fuori di seoul.

«dove stiamo andando?» chiese yoongi dopo l'intero viaggio passato in silenzio.

«ho prenotato una piccola casa in riva al mare, penso sia abbastanza grande per tutti e quattro.» rispose frettolosamente, lanciando continue occhiate al telefono.

taehyung aveva chiamato al suo telefono diverse volte ma alla fine aveva impostato il silenzioso e si era prefissato che in quei due lunghi giorni, non avrebbe parlato con lui. ne di lui.

«avete litigato?» domandò shotaro, premendo le mani sulle sue spalle come a volergli fare un massaggio.

«no, che vi salta in mente! sono libero di andare ovunque io voglia ed avevo bisogno di una vacanza tutta per me.» mentì il minore, cercando di sviare i loro sguardi insistenti.

«ma..» provò doyoung ma fu interrotto da jungkook che indicò fuori dal finestrino.

«siamo arrivati, aiutatemi a scaricare le borse.»

[...]

«quanto ti è costata?» shotaro fu il primo ad entrare nell'abitazione, guardandosi attorno stupefatto. sembrava molto più di un semplice appartamento in riva al mare.

jungkook si limitò a non rispondere, i soldi per lui non erano mai stati un problema. lasciò le borse sul divano e si gettò a peso morto sul divano, guardandosi attorno.

nonostante la vista fosse sublime, con tanto di rumore delle onde a fare da sottofondo, si sentiva stranamente vuoto. era cosi abituato alla presenza di taehyung nella sua quotidianità che tutto appariva quasi senza significato.

se ci fosse stato lì taehyung, lo avrebbe sicurato preso in giro per il suo essere così pigro e poi si sarebbe abbassato sul suo corpo, gli avrebbe sussurrato un «devi fare qualcosa di produttivo, ragazzino.» e avrebbe baciato le sue labbra.

jungkook sospirò e si alzò, sistemandosi meglio la felpa. non aveva alcuna intenzione di pensare a lui e non l'avrebbe fatto per i due successivi giorni.

[...]

«mi manca.» si lamentò, gettando la testa tra le braccia, causando le risate dei suoi amici.

«come sei debole, ti manca giá il tuo maritino e sono appena passate due ore.» lo beffeggiò yoongi, guadagnandosi un cinque da parte di doyoung.

«aah sta zitto!» sbuffò il minore, colpendo la sua spalla con un pugno leggero.

un rumore proveniente dal vialetto però, attirò la loro attenzione. si sentì il rombo di un motore fermarsi li vicino e poi qualcuno camminare sulla ghiaia.

no, non poteva essere.

«che ci fai tu qui!» jungkook si alzò in fretta, sconcertato dalla visione di taehyung che camminava in sua direzione. «e tu? perchè siete arrivati assieme?» quasi urlò, puntando il dito contro jimin.

«l'ho invitato io, spero non sia un problema.» rispose yoongi alle sue spalle con un mezzo sorriso imbarazzato.

«come hai fatto a trovarmi?» continuò a domandare e taehyung si fece più vicino, portando le mani sui suoi fianchi per stringerselo al petto.

il minore si rifiutò a causa di quel tocco e lo scalciò via, guardandolo con occhi sbarrati. «perchè sei venuto con lui? mi stai tradendo di nuovo?»

taehyung sollevò un sopracciglio in aria e la sua espressione si fece più seria. «sai che non sono quel tipo di persona.»

jungkook fece per parlare ma alla fine gettò soltanto un occhiata a jimin e poi a taehyung, tornando dentro.

[...]

thirty days | taekook ✓Where stories live. Discover now