ventuno

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[...]

«hai bevuto?» hoseok alla guida si voltò a guardarlo per qualche istante, prima di tornare alla strada davanti a se.

jungkook scosse il capo. «non tanto, so reggere l'alcol.»

non dissero nient'altro per tutto il tragitto, si limitarono a restare in silenzio con una canzone di the weeknd.

quando furono arrivati hoseok parcheggiò e jungkook scese dalla vettura, guardando da fuori il piccolo appartamento.

«abiti qui da solo?» chiese, affiancando il maggiore che si limitò ad annuire.

«dopo che i miei si sono separati ho deciso di trovarmi un appartamento vicino alla scuola. sai com'è, no? avevo bisogno dei miei spazi.»

jungkook annuì d'accordo con quelle parole ma poi aggrottò le sopracciglia mentre lo guardava cercare le chiavi di casa. «dove sono gli altri?»

«la festa inizierà tra poco, devono ancora arrivare.» rispose in fretta il maggiore, aprendo la porta e portando una mano sulla sua schiena, accompagnandolo dentro.

jungkook guardò gli arredamenti moderni e prese poi posto sul divano. sorrise quando vide l'altro venirgli incontro con due bicchieri di vino rosso.

ne prese uno tra le mani e cominciò a sorseggiarlo lentamente. «per cosa state festeggiando?»

«per nulla in particolare. avevamo soltanto voglia di bere.» hoseok scrollò le spalle, poi si avvicinò e bevve tutto d'un sorso il proprio vino.

jungkook fece lo stesso e quando si voltò a guardarlo, si accorse che l'altro lo stava già facendo da un po'. «mh?»

il maggiore posò il calice vuoto li vicino, si avvicinò e sfiorò il naso con il suo, imprimendo un bacio leggero sulle sue labbra.

il minore rimase inerme a quel suo gesto impulsivo ed hoseok ne approfittò per accarezzare la sua guancia e baciarlo nuovamente.

sin da subito cercò di intrufolare la lingua nella sua bocca ma jungkook sembrò tornare lucido e lo allontanò dalle spalle.

«sono andato un po' troppo veloce?» gli domandò hoseok, poggiando le mani sui suoi fianchi per riavvicinarlo a se.

jungkook si alzò e si allontanò dal divano, barcollando verso la cucina. sentì la testa pulsare e dovette aggrapparsi al bancone per non cadere. «cosa.. cosa hai messo nel mio vino..»

riuscì a sussurrare esausto, come se avesse appena corso un infinita maratona. riuscì a scorgere hoseok sorridergli ed avvicinarsi per afferrarlo dal braccio e sostenerlo.

«attento, non ti reggi in piedi.» gli strinse il fianco ma jungkook scosse il capo, non volendo quel tipo di contatto.

voleva soltanto tornare a casa e riposare, si sentiva così stanco.

«cosa hai messo..» continuò a balbettare con gli occhi che diventavano sempre più pesanti.

«niente, hai soltanto bevuto un po' troppo.» continuò a sorridergli il maggiore, portando poi una ciocca dietro al suo orecchio. «vieni, andiamo in camera mia. puoi rimanere qui questa notte.»

[...]

taehyung si passò una mano sul volto stanco. aveva passato l'intera serata in officina e i suoi vestiti erano sporchi di grasso ovunque.

per via del lavoro non era neanche riuscito a parlare un po' col minore. così tornò in stanza e si sedette sul letto, prendendo il telefono.

si accorse che jungkook non aveva risposto ai suoi ultimi messaggi di qualche ora prima e storse il naso. che si fosse addormentato al pub?

sapeva che dovesse festeggiare a causa della riuscita degli esami e se solo non avesse avuto tanto lavoro quella sera, lo avrebbe raggiunto e avrebbe bevuto in sua compagnia.

chiamò al suo telefono ma era irraggiungibile, così provò in quello di yoongi, uno dei suoi amici. quando rispose sentì la voce sfinita di doyoung parlare sottovoce.

«sono doyoung, yoongi è crollato mezz'ora fa.» parlò e prima che potesse continuare taehyung lo interruppe.

«puoi passarmi jungkook? è tutta la sera che non ho sue notizie.»

«non è qui con noi, è andato ad una specie di festa privata qui vicino.» borbottò assonnato doyoung, cercando di mettere giù.

«aspetta,» taehyung si alzò dal letto e indossò in fretta la giacca. «con chi era?»

«non so, un ragazzo strano è venuto a chiederci di unirci a loro. aveva qualcosa agli occhi, penso della matita non lo so, e indossava ancora la divisa scolastica. lo ha chiamato hyung, penso sia qualcuno della nostra scuola.»

«cazzo.» imprecò taehyung, mettendo giù e afferrando le chiavi della propria auto.

[...]

guidò più veloce che potè verso casa di hoseok.

per tutto il tragitto continuò a chiamare il telefono del minore ma a quanto pare la batteria si era scaricata e non ebbe modo di rintracciarlo.

parcheggiò nel vialetto e scese, bussando con mano pesante più volte alla porta d'ingresso. nonostante le luci del soggiorno fossero accese, nessuno sembrava volergli aprire.

continuò a bussare imperterrito e quando sentì dei passi avvicinarsi, sospirò e cercò di trattenere i nervi a fior di pelle.

hoseok gli aprì la porta, con i capelli in disordine ed uno strano sguardo sul volto. quando capì xhe fosse taehyung il suo corpo parve rilassarsi ed un debole sorriso sadico spuntò sulle sue labbra.

«che c'è? qualcuno ti ha detto che è qui?» non fece in tempo a finire che taehyung lo spinse rabbioso di lato ed entrò in casa.

jungkook era sul divano, la sua camicia per terra e indossava soltanto dei boxer. aveva gli occhi chiusi e il viso umido di lacrime, mentre il suo petto andava su e giù velocemente.

«è stato lui a venire da me, penso si fosse stufato di te.» rise hoseok alle sue spalle e taehyung lo afferrò in fretta dalla maglia, scuotendolo.

colpì il suo viso con un pugno ed hoseok indietreggiò, tastando le dita sulla ferita appena aperta. guardò il sangue su di esse e il suo sorriso si allargò. «proprio come ai vecchi tempi, eh?»

taehyung sentì la mente offuscarsi dalla rabbia e senza pensarci, si precipitò sul suo corpo e atterrandolo, cominciò a colpire ripetutamente il suo volto.

hoseok continuava a guardarlo con aria di sfida, sanguinante e ridendo sottovoce come fosse uno svitato di mente.

fu in quel momento che jungkook riprese a parlare sottovoce. «voglio.. voglio andare via.» continuava a sussurrare, come fosse in stato di shock.

taehyung si alzò dal suo corpo e tornò dal minore, prendendo in mano il suo viso per controllare che non avesse ferite. notò le sue pupille dilatate e si ritrovò a pensare che quel bastardo gli avesse somministrato qualcosa a sua insaputa.

così lo aiutò a rivestirsi e lo afferrò sottospalla, portandolo fino alla macchina.

thirty days | taekook ✓Where stories live. Discover now