Cross Your Mind - Pampu's version

Uno.

"Meglio regnare all'inferno che servire in paradiso"
(Richiesta di @martinascione)

"Devi essere un bravo bambino, Stiles."

Questa frase detta da suo padre riecheggia nella mente di Stiles da quando ne ha memoria. Gliela ripeteva ogni volta che sua mamma tornava dall'ospedale dopo essere stata male e lui doveva muoversi silenziosamente per non disturbare il suo riposo, oppure quando Noah lo faceva sedere sopra una sedia troppo grande per lui nella sala d'aspetto dello studio medico mentre loro entravano a parlare con il dottore. Stiles si è sempre impegnato per essere un bravo bambino e le carezze e i sorrisi di Claudia erano la sua migliore ricompensa. "Sei proprio un bravo bambino" lo lodava.

E a Stiles quei complimenti gli bastavano per convincersi che essere buono lo avrebbe sempre ricompensato. La morte di sua madre non gli ha fatto cambiare idea anche se nessuno gli aveva più detto che era un bravo bambino, così come la dipendenza di suo padre o l'essere preso di mira dai bulli. Ha imparato presto a difendersi usando le parole al posto delle mani, a farsi ascoltare nonostante il suo essere spesso più piccolo, a difendere chi è in difficoltà. Al termine del liceo non ha avuto il minimo dubbio sulla facoltà da scegliere, sulla carriera a cui aspirare. "Sei troppo buono per diventare avvocato" si è sentito troppo spesso ripetere da Scott, il suo migliore amico.

Ma Stiles sa perfettamente dove vuole arrivare, sa che non sarà una strada facile ma sa anche che raggiungerà il suo obiettivo e, un giorno, aprirà il suo studio.

Lavorare mentre studia legge non è una cosa semplice ma la dipendenza di suo padre ha raggiunto un punto di non ritorno e Stiles si è trovato costretto a farlo rinchiudere in un centro di recupero. Ormai gli mancano davvero pochi esami alla laurea, i suoi voti sono tra i più altri e quello stage alla Hale e Co. è una manna dal cielo.

"Come sta andando?"

Stiles beve il primo caffè della giornata. "Bene, Scottino. Sto lavorando tantissimo ma mi piace mettere in pratica quello che sto studiando."

"Ti danno casi veri?"

"Sì, principalmente casi di poco conto che necessitano di documentazioni precise" spiega.

"E con la tua coscienza come va?"

"In che senso?"

"Lo sanno tutti che la Hale e Co. è l'ufficio di maggior spicco a New York e che per arrivare a quel livello non si sono mai fatti scrupoli. Le voci che circolano sui loro clienti le hai sentite anche tu e non sono nemmeno paragonabili a quello che vorresti fare."

"Scelgono solo cause che sanno di poter vincere e che comportano cospicue somme di denaro, lo so."

"E ti sta bene?"

Stiles sospira. Certo che non gli sta bene ma... "È uno dei pochi stage che pagano fior di quattrini. Tra le spese che devo sostenere per papà e il resto non posso permettermi di fare lo schizzinoso. Quando avrò il mio studio potrò adottare la politica che più mi aggrada ma per ora non posso."

"Mi dispiace, fratello. E la mia proposta è sempre valida."

"Grazie ma non voglio pesare sulle vostre spalle. Non è colpa di tua madre se la relazione con papà è andata male. Tranquillo, me la caverò. E, comunque, per la cronaca, al momento non ho visto nulla di quello che si dice in giro. "

Stiles entra nell'ufficio sorseggiando il secondo caffè della giornata: ha dormito solo tre ore quella notte ma sta preparando l'ultimo esame della prima sessione di quello che spera essere l'anno della sua laurea e vuole davvero rispettare le scadenze e non sforare nemmeno di un giorno. Ce la sta mettendo davvero tutta esattamente come sta facendo il possibile per essere il miglior stagista e avere la possibilità di essere assunto alla fine dell'anno: sa che Scott ha ragione e non gli piace come i soci di quello studio, in particolare il socio di maggioranza Derek Hale, sembrano trattare i casi ma ha bisogno di quel lavoro e non ha intenzione di rinunciare al cospicuo stipendio che guadagnerebbe se dovesse lavorare per loro. Non ha mai davvero avuto a che fare con Derek ma girano le peggi voci su di lui nell'ufficio e Stiles spera davvero di non incrociare mai il suo cammino. "Merda" sbotta tra i denti.