Due.

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"Anche gli odori della pelle hanno un loro tono di voce, impossibile da confondere"
Fabrizio Caramagna
(Richiesta di loveemmaswan)

Derek si sveglia, dolori lancinanti gli trapassano l'intero corpo impedendogli di respirare. Vorrebbe urlare, strapparsi di dosso la pelle, fare qualsiasi cosa per alleviare quel dolore. "Ehi, tranquillo, ora vengono ad aiutarti."

Derek è più che certo di non conoscere quella voce ma non ha nemmeno la lucidità per pensarci davvero. Qualcuno lo tiene fermo, sente un liquido percorrergli la vena del braccio e poi tutto diventa ovattato. Non ha idea di quanto tempo sia passato, sa solo che non ha mai smesso di sentire quella voce anche se non riesce davvero a capire davvero cosa sta dicendo. Vorrebbe aprire gli occhi ma non ci riesce così come non riesce a parlare. Solo il tentare di restare minimamente lucido gli costa uno sforzo immenso. "Sei sveglio?"

Derek muove appena la testa.

"Hai sete? Le infermiere mi hanno detto che posso darti da bere se vuoi."

Infermiere? Perché si trova in ospedale? Qualcosa continua a sfuggirgli ma la gola secca gli impedisce perfino di ragionare. Annuisce ancora. Una cannuccia si avvicina alle sue labbra mentre una mano delicata lo sorregge aiutandolo. "Perché?"

La sua voce suona strana alle sue orecchie, per un istante ha perfino paura che il ragazzo non sia riuscito a comprendere visto che non risponde. Invece poi gli sembra che stia esitando. "Chiamo il dottore. Ti spiegherà tutto lui."

Derek non ci crede, nonostante la sua memoria sia parzialmente trovata non riesce a credere a quello che gli hanno detto. Gli hanno dovuto somministrare un altro calmante non appena in medico ha finito di parlare e, ora che l'effetto sta passando, non riesce a fare altro che pensare che vorrebbe essere morto anche lui. "Ciao."

Ancora quella voce. "Vattene" gracchia Derek.

"Ti sto dando fastidio? So che mi muovo tanto e spesso leggo ad alta voce ma non pensavo di infastidirti. È che qui c'è silenzio e... scusa."

La risposta spiazza Derek che pensava Stiles fosse una sorta di volontario a cui la sua storia ha fatto pena. "Cosa stai facendo?"

"Oh. Sto studiando per un esame."

"Di?"

"Farmacologia e scienze neuropsichiatriche."

"Vuoi diventare medico?"

"Fisioterapista."

Derek nemmeno riesce ad immagazzinare quelle informazioni sentendosi improvvisamente esausto. "Sono stanco."

"Riposa. Io vado."

I giorni passano lenti, Derek nemmeno riesce davvero a rendersi conto dello trascorrere del tempo troppo stordito dai farmaci che gli impediscono di sentire il dolore: ha saputo che il suo corpo ha subito delle ustioni di varia entità e mentre quelle più lievi sono già state sistemate chirurgicamente, quelle più gravi sono ancora in fase di guarigione. E poi ci sono gli occhi: Derek non ha ben capito cosa gli sia successo e nemmeno Stiles è riuscito a spiegarglielo bene, sa solo che non può più vedere fino a quando il suo corpo non sarà pronto per affrontare un intervento che potrebbe restituirgli la vista. In realtà Derek nemmeno gli interessa davvero. "Derek non sei stanco di restare chiuso qua? Cosa ne dici se andiamo a fare un giro?"

"Cosa cambia restare qua o uscire se tanto non vedo?"

"Possiamo fare gli esercizi fuori. C'è un bel sole."

Se solo potesse, Derek alzerebbe gli occhi al cielo: a tratti non sopporta Stiles anche se ha espressamente chiesto che sia lui a seguire la sua riabilitazione. E Stiles ne è stato così felice da averlo abbracciato. Derek si è irrigidito respingendolo mentre si chiedeva se se ne sarebbe pentito. Stiles non ha mai mostrato pena per lui ma il suo entusiasmo e le iniziative che prendeva mettevano a dura prova la sua labile pazienza. Tipo la prima volta che era riuscito ad alzarsi dal letto e Stiles gli ha portato un mazzo di fiori dal profumo terribile. "Non ti piacciono i fiori?"

Cross Your Mind - Pampu's versionUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum