Cinque.

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Stiles apre gli occhi sorpreso di trovare Derek ancora al suo fianco: stanno insieme ormai da due anni, ne hanno passate davvero tante, forse troppe eppure Stiles non si è ancora abituato alla presenza costante del mannaro. Dopo i primi mesi passare la maggior parte delle notti insieme era diventata un'abitudine ma, il più delle volte, Derek è il primo ad alzarsi. Per Stiles svegliarsi e trovarlo ancora nel letto è un qualcosa che non riesce nemmeno bene a spiegare a parole: sa che per lui uno come Derek è troppo, si sente sempre un passo indietro, a tratti crede di essere quello più coinvolto dei due, quello che se la loro storia dovesse finire ne uscirebbe a pezzi. E probabilmente è così. Nella maggior parte delle volte la testa di Stiles produce pensieri negativi che tenta disperatamente di tenere sotto controllo. Certi giorni vanni meglio di altri. A niente servono le rassicurazioni di Derek, le notti passate a fare l'amore, i baci improvvisi del mannaro: Stiles vive nella convinzione che la loro storia è destinata a finire. È terrorizzato dal dolore che dovrà affrontare eppure è grato ogni giorno a Derek per quello che gli sta regalando. Ed è in quei rari momenti che può fare qualcosa di carino come a volerlo ringraziare per tutto. Ascolta il respiro del mannaro sentendolo regolare quindi si alza e si dirige in cucina: aziona la macchina del caffè, prende un piccolo vassioio e ci appoggia su due tazze. Mentre aspetta che il caffè sia pronto, piega un foglietto a forma di girasole e lo colora con le penne che trova. È un girasole decisamente strano, il centro blu e i petali arancio eppure è così tanto loro. Derek odia i fiori recisi, dice che l'odore gli ricorda la morte e Stiles non può fare altro che dargli ragione. Così ha imparato a fare un sacco di fiori con la carta ma non le rose perché quelle non gli piacciono. Il profumo del caffè riempie la cucina e Stiles lo versa nelle tazze per poi dirigersi verso il frigorifero per prendere il latte: a discapito del loro carattere Stiles ama il caffè nero e amaro mentre Derek lo beve dolce e con il latte. Sistema il vassoio e sale le scale, entra nella stanza appena illuminata dal sole, si dirige dalla parte di Derek e appoggia il vassoio sul comodino per poi girarsi verso di lui. Il sorriso gli sparisce dalle labbra: Derek è stranamente coperto, il piumone tirato su fin sopra al naso, gli occhi chiusi e le sopracciglia aggrottate. "Der stai bene?"

Stiles sa che lo ha sentito ma non riceve risposta, nemmeno il minimo movimento. Allunga una mano spostandogli i capelli dalla fronte: Derek è caldo ma non più del solito. E in quel momento Stiles capisce. Chiude le persiano rendendo la stanza completamente buia, si infila di nuovo sotto le coperte e abbraccia Derek da dietro. Vorrebbe dire tante cose, potergli dare conforto in qualche modo ma sa che il mannaro ha bisogno di presenza, non di parole. Lo stringe un pò più forte, appoggia la fronte alla schiena di Derek e chiude gli occhi cercando di regolarizzare il respiro. Respiro che gli si blocca quando Derek si gira e gli infila il suo viso tra la spalla e il collo. Le dita di Stiles corrono tra i capelli di Derek accarezzandoli piano. Vorrebbe fare qualcosa per lui, condividere il suo dolore, alleviarlo in qualche modo ma sa che non è possibile: si promette solo di non dirgli mai della pelle del suo collo umida o della maglia stretta proprio all'altezza del petto. Resta in silenzio per ore intere, fino a quando il respiro di Derek diventa lento e il suo corpo rilassato tra le braccia di Stiles. Nonostante le persiane chiuse Stiles sa che fuori il sole sta calando ma non gli interessa: ci saranno altri giorni, altre albe migliori di quella. "Grazie."

È solo un sussurro ma a Stiles tuona direttamente dentro al petto. Lo stringe ancora più forte per paura di vederlo scivolare via da lui dopo tutto quello. Perché Derek è così: ha imparato ad amare con la testa e quelle rare volte in cui esce il cuore poi si allontana mettendo un muro contro cui Stiles finisce per sbattere. Eppure, ogni volta, Stiles torna lì ancora e ancora e ancora. Per quei rari momenti che sa essere solo suoi. Solo loro. Non gli interessa non conoscere il motivo del suo stato d'animo, spera un giorno di diventare abbastanza importante per riuscirgliene a parlare. Gli basta avere l'illusione di poter alleviare il suo dolore solo restandogli vicino. "Grazie a te" mormora lasciandogli un bacio tra i capelli.




Ehilà, questo è un piccolo esperimento che abbiamo deciso di fare tipo meno di un'ora fa: abbiamo letto un prompt e "scrivilo tu che lo scrivo io" abbiamo deciso di scriverlo entrambe ma dai due diversi punti di vista. Non ho ben idea di quello che ho scritto, probabilmente è breve, confuso e rispecchia un pò il caos che ho dentro. Sono più che certa che quella di Blu merita di più.
Torneremo presto con le vostre richieste. A presto!

Cross Your Mind - Pampu's versionWhere stories live. Discover now