treintasiete

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Davanti a miei occhi è apparso una distesa di petali di rose rosse che portavano precisamente al centro del campo, dove c'era rappresentato un cuore con in mezzo sparse delle nostre foto e delle candele, che contornavano il cuore. Mi giro e vedi Pedri inginocchiato.

"Non sono bravo a fare i discorsi, forse lo hai capito, ma so una cosa, che te sei la donna della mia vita, colei che non voglio lasciare mai, la donna che sarà la madre dei miei figli.
Elisa Enrique mi vuoi sposare?"

Non ci potevo credere. Me l'ho a chiesto davvero. Se è un pizzicotto datemelo ora, così soffro di meno.

"Si, Pedri si" dico andando ad abbracciarlo quando si alza.

"Ti amo" dico un po' urlando.

"Ti amo anche io" dice lui.

...

"Oh eli svegliati, che hai ti stai muovendo da tanto tempo, calmati" ha svegliarmi è Pablo.

Mi trovavo sul pullman. Non capisco. Quindi era tutto un sogno, ciò sperato così tanto che fosse realtà.

"Dove si sta andando" chiede ancora assonnata.

"Ma hai battuto la testa, stiamo andando allo stadio, oggi ci sono gli ottavi".

Bene, perfetto, era tutto un sogno.
Ma fine a che punto era un sogno.
Quindi la Spagna non ha ancora vinto contro il Marocco.
Ora collego tutto, io sono salita sul pullman prima di tutti e mi sono addormentata. Ora si spiega tutto.

"Pablo, ma che ha Pedri?"

"Sono sempre più convinto che hai sbattuto la testa. Avete litigato" mi risponde lui.

Va bene, il collegamento è giusto. Bene, se tutto va secondo i sogni, allora la Spagna vince gli ottavi e padri mi chiede di sporlo, speriamo.
Arrivati allo stadio i ragazzi si vanno ad allenare mentre io mi siedo sulle panchine e inizio a farmi foto alla pancia, questi due bambini stanno crescendo di più di quello che pensavo.
Tra una foto e l'atra la partita comincia.
Il primo tempo finisce zero a zero, e il secondo pure, così si andrà ai supplementari, dove sia il primo tempo che secondo finiscono in parità di zero a zero.
E adesso i rigori.
Ansia. Ansia totale.
Parte il Marocco con Sabri che lo segna.
Poi sta a noi, suo dischetto Pablo Sarabia posiziona il pallone, parte e lo segna.
Ziyech segna.
Carlos Soler pure.
Benoun Sbaglia.
Bouquet invece segna.
Hakimi tira alto e sbaglia.
Sul dischetto posiziona palla Pedri, prende la rincorsa e spiazza Bono che si siede a terra.
Siamo a quarti, abbiamo eliminato il Marocco.
Non ci posso credere. Mi alzo e corrono in campo ad abbracciare i giocatori.
Pablo però non fa come nel sogno, mi accompagna solo da loro e festeggiamo tutti insieme la vittoria. Siamo tutti contenti, ma penso che quello che ho sognato non accada.
Così decido di andare in pullman, tanto non accadrà mai.
Salgo e mi arriva una notifica, guardo ed è Pablo che mi chiede dove sono finita.
Gli dico che sono in pullman e tempo neache 10 secondi che mi raggiunge.

"Che ne dici se vai a parlare con Pedri" chiede.

"Ah non ci pensare proprio, ci parlo più tardi, non ora" dico.

"Daii, ma vai" dice dandomi un piccola spinta sul braccio.

"Ho detto dopo, Pablo lasciamo stare" dico girandomi dall'altra parte.

"Hai il ciclo anche quando sei incinta"

"Mamma mia come sei simpatico" dico guardandola e facendogli una smorfia.

"Ti voglio bene" dice appoggiandosi a me.

"Anche io" dico mettendogli una mano sul volto.

Dopo 5 minuti Pablo si addormenta e nel mentre arrivano anche gli altri.
Pedri come al solito si mette dietro.

"Eli, dopo possiamo parlare" dice Pedri con un volto distrutto.

Sembra che abbia pianto, ma non penso, Pedri non è uno di quelli che piange, è un po' senza cuore.
Arriviamo al ritiro e io sveglio Pablo, ma lui come al solito deve fare il bambino, così con l'aiuto di Ferran l'abbiamo preso dalle braccia e dalle gambe e lo abbiamo lanciato in piscina.
E in tutto ciò lui dormiva beato.

"Stronzi" dice uscendo.

"Che c'è tato, ti sei fatto un bagnetto" dico prendendolo in giro.

Però ogni tanto stare zitti è meglio. Io ero vicino al bordo piscina, diciamo che mancava un passo ed ero in piscina. Così Pablo mi prende dai piedi e mi fa finire in piscina.

"Pablo Martin Paez Gavira, ma che ti salta in mente"

"Che c'è tata, ti sei fatta un bagnetto" dice prendendomi in giro.

Io lo guardo con degli occhi da omicida ed esco dall'acqua.
Vado in camera e prendo la roba per lavarti.
Dopo neache 5 minuti sento la porta aprirsi.
Io ero si spalle, sicché non vedevo, ho chiesto chi fosse, ma nessuno mi ha risposto.
Ho sempre delle mani sui miei fianchi.
Quelle mani le riconoscerei tra mille, sono quelle di Pedri.

"Pedri lasciami lavare che è tardi" dico scansandomi.

"Non dobbiamo andare da nessuna parte" dice riavvicinandosi e girandomi.

Come si fa a resistergli, è impossibile.
Lo guardo per un po', poi è lui a levare le distanze tra i nostri corpi, completamente.
Siamo compatibili. Ci siamo incastrati precisamente.

"Mi devo fare perdonare" dice staccandosi un po' da me.

Ormai non dico più nulla, sapete come è andata a finire.
Dopo ci siamo asciutti e siamo andati a letto.

"Domani usciamo, che devo dirti una cosa" dice al mio orecchio Pedri.

" E dove mi porta mio principe" chiedo molto cordiale.

"È una sorpresa mia principessa" risponde lui.

"Va bene, va bene" dico per poi girarmi.

Però lui mi prende dai fianchi e mi fa girare di nuovo.

"Possiamo dire, quasi mia regina"

Aspe, cosa.
Questo ragazzo sono sicura che prima o poi mi far impazzire.
Ora ditemi voi, cosa vuol dire quasi mia regina. Io ci sto diventando scema.
Lo guardo con una faccia confusa e poi mi giro, faccio finta di dormire, ma in realtà sto ancora pensando al quel mia quasi regina.
Voglio scoprire cosa significa quella frase per Pedri. Sono così importante per lui che sono quasi una regina per lui? Aiutatemi, perché sono diventata mentalmente stupida. Quel ragazzo mi fa uscire pazza.

mi corazon para ti~~Pedri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora