cinquentados

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Pov Elisa

Appena sono tornata dall'ospedale tutti mi hanno salutato, ma Pablo appena mi ha vista mi a portata nella sala.

"Ho fatto un casino" mi ha detto subito appena ho chiuso la porta.

"Che hai combinato?" Chiedo io preoccupandomi.

"Hai visto che io e Ginevra, be' sai cosa abbiamo fatto,  ecco c'è un problema" continua giocando con le mani e la bocca.

"Che hai fatto" chiedo mettendomi seduto suo divano davanti alla televisione.

"Ecco, ci sta che io mi sia scordato di usare le protezioni" dice dondolandosi su se stesso come i bambini.

"E..." Dico incitandolo a parlare.

"E...." Continua lui.

"Pablo non gli sei venuto dentro vero?" Chiedo io preoccupandomi sempre di più.

"Forse si o forse no" dice.

"Tato mi stai facendo innervosire, si o no?" Chiedo io alzandomi dal divano.

"Ecco...come dire...si" dice lui abbassa voce.

"Spero di aver capito male" dico facendo la faccia sconvolta, anche perché lo ero.

"...." Lui sta zitto, ma annuisce.

"Spero solo che la mia migliore amica non fosse in ovulazione, sennò sei fottuto" dico io per poi avvicinarmi.

"Io non so che fare, ho paura di parlargli, mi sento così stupido" continua disperandosi.

"Ei Pablo tranquillo" dico io abbracciandolo.

"Ci parlo io" dico al suo orecchio.

"Si ma non gli dire ciò che è successo" mi supplica lui.

"Penso che lo sappia ciò che hai fatto" dico io.

"Così non mi rassicuri" continua Pablo ridendo.

Sciolgo l'abbraccio e torno da Pedri.
Lui all'inizio è distacco e freddo, sicché mi stufo del suo comportamento e lo porto su a forza.

"Ora spiegami cosa hai" dico io sbattendo la porta un po' arrabbiata.

"Io cosa ho? Te che te ne vai a fare la puttana a giro per il mondo? Chiede poi cosa ho io" dice vendendomi quasi sul muso.

"Cosa hai detto?" Chiedo io soffermandomi ha come mi ha chiamata.

"Che sei è una puttana, ed è vero. Io ho sofferto molto quando mi hanno detto che un bambino ero morto, ma che poi non era così.
Torniamo a casa e di sicuro se andata subito a sbaciucchiarti il tuo migliore amico"

Io appena ho sentito ciò che mi ha detto gli ho tirato una ciaffata in faccia. Lui non se l'aspettava in fatti all'inizio mi ha guardato deluso e nel mentre si massaggiava la guancia, poi mi ha guardato arrabbiato, ed è ciò che mi ha fatto capire.
Mi ha preso dai polsi e mi ha spinto verso io muro.

"Pedri mi fai male, fermo" dico io girando la faccia e chiudendo gli occhi per la paura.

"Aveva ragione mio fratello quando mi aveva detto che eri la solita puttanella di turno" dice stringendo sempre di più i miei polsi.

"Aia Pedri, ti prego batsa" dico io iniziando a piangere sia per il dolore che la paura.

"Che stavi facendo con Gavi" mi domanda lui.

"Niente, stavamo solo parlando" dico io.

* "Ah sì, stavate solo parlando" mi disse João, appena tornai a casa da una cena fatta con Gavi.
"João ti ho detto si, e lasciami che mi fai male" dissi io mentre mi trovavo tra il suo corpo e il ripiano della cucina.
"Sei una puttana" disse per poi lasciarmi una sua mano sulla guancia destra. Poi mi tiro un cazzatto sotto l'occhio, io non ci vidi più dalla rabbia, ero stufa di quella situazione in cui mi ero messa. Prima che mi potesse tirare un'altro cazzotto io gli tirai un calcio dove non batte il sole, lo feci mettere in ginocchio dal dolore, lo presi dai capelli per fargli alzare il viso, lo guardi negli occhi.
"Questo è il dolore che provo io ogni volta che mi picchi"  dissi io per poi uscire da quella casa che tanto odiavo. Lui mi corse dietro.
"Elisa aspetta" disse prima che io potessi uscire definitivamente dalla sua proprietà.
"Cosa devo aspettare, che mi dici le solite cazzate, sono stufa João, dicevi che mi amavi, ma te questo lo chiami amore" dissi io indicando i lividi che mi ha provacato.
"Ero ubriaco, sai che non volevo veramente"
"Hai usato questa scusa troppe volte, ormai non ti credo più" dico io per poi uscire, ma ancora una volta vengo fermata. *

Vedo Pedri che alza una mano, come se volesse tirarmi uno schiaffo.
Io chiudo gli occhi pronta a sentire il dolore. Aspetto, ma quel dolore non arriva.
Apro gli occhine Pedri si era seduto suo letto.

"Pedri io con Pablo stavo parlando perché ha fatto un casino, e mi ha chiesto aiuto" dico spiegando in mia difesa.

Lui non mi ascolta che mi abbraccia.

"Scusami, non so cosa mi è preso, perdonami, io non sono così" dice piangendo tra la mia spalla e io mio collo.

"Amore, io ti perdono, perché so che se bravo, e che era solo rabbia" dico prendono la sua testa fra le mani e guardandolo negli occhi.

"Come fai a stare con un mostro come me" dice piangendo sempre più forte.

"Pedri non sei un mostro" dico io asciugandogli le lacrime.

"Però prima di avere questi scatti di ira, fa parlare le persone" dico poi per sorridere.

"Sono un mostro" dice sedendosi sul letto.

"Basta dire così, non lo sei" dico seguendolo.

"Davvero la pensi così" mi dice guardandomi.

"Si perché io conosco il vero Pedri" dico per poi baciarlo.

Scendiamo giù non appena Pedri si è calmato, andiamo cena. Finito di mangiare andiamo a giocare a fifa, i ragazzi lo prendono come allenamento, visto che domani giocano la semifinale.
Io sono seduta sul divano con la testa appoggiatta al petto di Gavi.
Stavamo giocando con le mani come quando eravamo più piccoli.
Lui ha un certo punto si fa serio, mi prendo e mi porta fuori da quella stanza.
Mi prende in polsi e mi alza la felpa.

"Chi te li ha fatti?" Domanda subito.

"Gavi non è niente" dico io cercando di tornare dentro, ma lui mi ferma.

"Dimmi chi te lo ha fatti, ho sennò te la dentro non torni" dice serio, come se fosse mia mamma quando tornavo a casa ricoperta da lividi causati da João.

"...." Io sto zitta, non faccio il nome di Pedri.

Finché quest'ultimo esce dal bagno e guarda me e Gavi come se avesse visto litigare due fratelli.




mi corazon para ti~~Pedri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora