27. L'enigma, la pista, i sospetti

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L'intuizione di un istante talvolta

vale una vita di esperienza.
Oliver Wendell Holmes

Christian

Gennaio 2022

Ore 8.30

Sono in cucina che provo a mangiare qualcosa, ultimamente anche il cibo ha cambiato sapore. Mi nutro per esigenza, non per il piacere di gustare una colazione. Ci sono dei biscotti nel mobiletto sopra ai fornelli, apro le ante e li afferro. Sono intatti; a causa della mia vita frenetica preferisco andare direttamente al bar. 

Oggi, però, sono in leggero ritardo, dovrò accontentarmi. Strappo i lembi superiori della carta e inizio ad addentare qualche biscotto al cioccolato. Vorrei un caffè, ma ho finito le cialde; lo berrò poi alla macchinetta in ospedale. 

Mentre sono intento a mangiucchiare, mi arriva un'altra fotografia: l'ennesima provocatoria. Ritrae nell'ombra la mano di qualcuno coperta da un guanto che tocca il volto in lacrime di Taylor. La bocca del mio stomaco si chiude all'istante, non reggerò più la situazione se non trovo una soluzione. 

Dentro di me anela la collera, soffro tremendamente perché sono incapace di tirarla via da quell'incubo. Ripeto a me stesso di calmarmi, anche se, l'ansia continua a sogghignare con spietata crudeltà. Cancello quella foto, non reggo alla vista del mio angelo in quello stato. 

Dopo circa due minuti, il cicalino vibra. Devo correre in ospedale per un codice rosso, sarà complicato mettere da parte i miei sentimenti perché so che è tutta colpa mia, ma devo concentrarmi. Ho delle persone fra le mani, aspettano di ritornare a una vita normale; ho il dovere di offrire loro una seconda possibilità. 

Tolgo tutto dal tavolo e agguanto le chiavi. Mi dirigo verso la porta e il mio sguardo cade sullo specchio posto lì vicino. Noto che degli enormi incavi cerchiano il bordo dei miei occhi, probabilmente a causa dell'enorme stanchezza accumulata per la frenetica ricerca di questo B.O. e le varie emergenze che ci sono state nel mio lavoro nei giorni precedenti. 

Oggi devo restare con i nervi saldi. Subito dopo aver concluso il turno, chiamerò Will Grimes e concorderemo insieme a James un incontro. Ti troverò essere ignobile, anche se è l'ultima cosa che faccio! Prendo la macchina e mi dirigo al Jefferson. 

Giungo in clinica e capisco rapidamente che il quadro clinico non è dei migliori: un'ambulanza è appena arrivata, i soccorritori scendono rapidi dal mezzo e recuperano una barella sulla quale è adagiato un uomo fasciato alla testa.

‹‹Cosa abbiamo qui?›› 

‹‹Dottor Owen, c'è stata una rissa in un bar a causa di futilità.››

‹‹Prosegua, di questo se ne occupano gli agenti.›› Di solito non rispondo in questo modo, cerco sempre di essere cordiale, ma sto provando talmente tante emozioni che faccio fatica a controllarle.

‹‹Mi scusi. Credo che ci sia qualcosa incastrato in una tempia. Abbiamo cercato di tamponare la fuoriuscita del sangue, in attesa di arrivare qui.››

‹‹Arma da fuoco?››

‹‹È probabile ma non ne sono sicuro.››

‹‹Lo scopriremo immediatamente. Bene, ottimo lavoro. Harrison...››

Il ragazzo si avvicina e mi risponde. ‹‹Mi dica, dottore.››

‹‹Ci serve una risonanza, analizziamo la posizione dell'oggetto. Scendi giù e avvisa i tecnici.››

‹‹Certo, procedo.›› Si dilegua prendendo l'ascensore.

‹‹Infermiera Coolen! Lei avvisi l'equipe medica, la voglio pronta non appena arrivano i risultati. Opereremo, veloce.››

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