Capitolo18

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Eravamo seduti uno di fronte all'altro.
Eric aveva un espressione preoccupata. Mi stava nascondendo qualcosa,ora stava a me scoprire che cosa.
"Cos'hai Eric?" "Niente"rispose lui.
"Scusa ma non ti credo.cosa hai fatto dagli eruditi?" "Te l'ho già detto. sono andato a casa tua e sono passato un attimo da Mettews per sistemare una faccenda" "che faccenda?" Mi stavo innervosendo,di solito era diretto quando rispondeva ad una domanda,ma ora avevo l'impressione che stesse evitando di dirmi qualcosa.
"Una sciocchezza Ross,non preoccuparti" "non sono preoccupata. Volevo solo sapere perché ti comporti così" "così come?" Mi chiese lui,mentre una goccia di sudore iniziava a scendergli dalla tempia. Avrebbe ceduto,mi avrebbe detto tutto,dovevo solo insistere. "Come se avessi ucciso qualcuno e io fossi il commissario della polizia che ti sta interrogando"
"Non ho ucciso nessuno"disse
"Si lo so. Ma voglio sapere che faccenda dovevi sistemare con Janine Mettews"
"Va bene,te lo dico". si alzò e andò a prendersi una birra dal frigo.
"Janine mi ha offerto un lavoro. Anzi mi ha imposto un lavoro" "e cioè?"chiesi io sempre più incuriosita
"Devo...." Si fermò,non aveva il coraggio di guardami in faccia. bevve tutta la birra in un sorso,si girò e disse "devo uccidere i divergenti"
Non capivo. All'improvviso era tutto buio intorno a me. vedevo solo Eric che disperato,forse per la mia espressione,si avvicinava a me per abbracciarmi. Io amavo gli abbracci di Eric,ma in quel momento non volevo fare altro che scappare. E così feci.
Scappai via dalle sue braccia,via da casa sua,via dalla casa degli intrepidi.
Non so per quanto tempo corsi,so solo che quando mi svegliai da quella specie di coma,mi ritrovai nel posto che amavo di più al mondo.
Era un piccolo spazio verde dietro alla scuola,nascosto da un albero con un buco al centro e dei cespugli. Presi le sigarette dal buco dell'albero. Le avevo sempre nascoste li,perché sapevo che nessuno avrebbe guardato nel buco di un albero. Ne accesi una. Mi venne da tossire,probabilmente perché non fumavo  da tanto tempo e rimasi in silenzio a fissare il cielo,stesa su quel morbido prato verde.
Dopo qualche minuto sentii dei passi. Non mi arlammai,sapevo chi era.
Eric si sedette vicino a me,mi sfilò la sigaretta da mano e la spense. I mi alzai e mi misi a sedere. Ci fissammo per secondi che sembravano ore. Poi lui spezzò il silenzio-"sai che non farei mai qualcosa che ti metta in pericolo" io annuii e dissi"allora perché hai accettato?" "Perché Janine aveva fatto il tuo nome. Sapeva che io è te stiamo insieme. Così ho pensato di accettare per non attirare l'attenzione su di te,capisci?" "Si capisco,ma..." Esitai un secondo e mi voltai a guardare il tramonto "ma tu ucciderai delle persone?" "Si se servirà a proteggerti"
"No,non voglio"gli dissi quasi con le lacrime agli occhi "so badare a me stessa e non voglio che il mio ragazzo diventi un assassino" "Ross gli intrepidi fanno questo,obbediscono agli ordini,e per questo che vi abbiamo insegnato a sparare" "be allora tu non essere un intrepido" mi voltai di nuovo.
"Eric non essere un intrepido,se esserlo significherebbe uccidere degli innocenti" "se non devo essere un intrepido che devo essere?" " sii come me"risposi "sii un divergente"
Mi fisso sbalordito,ma poi mi sorrise "andiamo tra poco usciranno le classifiche" disse lui tirandosi su e aiutandomi ad alzarmi "d'accordo"dissi io.
E insieme,mano nella mano,iniziammo a correre verso il quartier generale degli intrepidi.

Rivisitazione di divergentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora