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Mi svegliai a causa della maledettissima sveglia di mia sorella che la avvertiva di prepararsi per andare a scuola. Per fortuna quella settimana non avrei avuto verifiche o interrogazioni, altrimenti avrei sclerato.

Mi alzai senza nemmeno rendermene conto per poi stiracchiarmi dopo la bella dormita. Andai in cucina ancora in pigiama con i capelli scompigliati e trovai con mio stupore Alex.

<<Ciao, Eva. Il tuo amico si è offerto di preparare la colazione dato che è rimasto qui a dormire. Davvero gentile.>> disse mia madre mentre si beveva il suo tè mattutino seduta a tavola. Lei diceva "amico", ma sapeva bene che eravamo qualcosa di più. Probabilmente, però, non era abituata, così come ero io non molto tempo fa.

<<Ciao, dolcezza.>> disse Alex e io divenni più rossa di un semaforo per la vergogna. Perché dirlo di fronte a mia madre?! Che colpo basso!

Mi sedetti al tavolo e coprii il volto rosso con le mani sperando di diventare invisibile.

Per fortuna arrivò mia sorella, la mia unica salvezza da quell'imbarazzo. <<Il bagno è libero...>> disse.

<<Vado io!!>> dissi scappando da quella imbarazzante situazione.

Mezz'ora più tardi eravamo pronti ad uscire. Per prima cosa io, Alex e Zoe passammo alla casa del branco a prendere il materiale di scuola che avevo lasciato a casa nostra e poi, insieme agli altri, ci incamminammo verso una nuova giornata di scuola.

Quel giorno cercai di concentrarmi sulle lezioni, ma era tutto inutile. Continuavo a pensare all'attacco del giorno precedente. Mi scervellavo per pensare chi fosse la donna misteriosa che mi voleva catturare a tal punto da far del male alla mia famiglia. Non avevo alcun indizio. Niente oltre all'avvertimento della nonna. Vicino a me. Chi poteva essere?

Mi alzai quando venni scossa da Alex che mi avvertiva della ricreazione. Decisi di andare in cortile per prendere un po' d'aria sperando di chiarirmi le idee. Ma, mentre io avevo bisogno di aria fresca, Alex ricevette una chiamata e quindi uscii per conto mio. Una volta arrivata in cortile mi sedetti vicino al cancello aperto della scuola.

Alzai gli occhi e mi soffermai a osservare il cielo decorato da nuvole che andavano dal bianco candido al grigio fumo.

<<Che combini?>> disse una voce all'improvviso prendendomi alla sprovvista.

<<Cacchio!>> dissi toccandomi il petto dove il mio cuore batteva come un tamburo a causa dello spavento. <<Vuoi farmi venire un infarto?!>>

<< Perché mai dovrei....quando mi fai divertire più di chiunque altro abbia incontrato finora?>> disse Sebastian sorridendomi.

<<Che vita noiosa devi aver avuto finora per dire una cosa del genere.>> risposi infastidita.

<<Per niente. Ho fatto un sacco di esperienze divertenti...dovrei raccontartene qualcuna la prossima volta.>>

<<Se questa è un'altra scusa per rivedermi, mi dispiace... ma stai parlando inutilmente.>> dissi alzandomi per tornare dentro.

<<Non ci giurerei. Sono piuttosto sicuro che presto ci rivedremo...>> disse lui sorridendo furbo come se ne fosse certo e questo mi fece venire la pelle d'oca. Mi resi presto conto però che non era solo pelle d'oca... ma sembrava quasi...eccitazione. Scossi la testa disgustata dalle mie stesse sensazioni.

<<Se lo dici tu...>> dissi andandomene.

Tornai in classe e vidi Alex nervoso e per questo mi avvicinai a lui chiedendogli spiegazione. Lui mi fissò dritto negli occhi e vi lessi preoccupazione.

La ragazza della profezia: Amore o destinoWhere stories live. Discover now