²𝗦𝗵𝗶𝗻𝗶𝗰𝗵𝗶𝗿𝗼 𝗦𝗮𝗻𝗼 𝘅 𝗳𝗲𝗺. 𝗿𝗲𝗮𝗱𝗲𝗿

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LA ONESHOT NON È IN ALCUN MODO A SFONDO SESSUALE. PER FAVORE, SE CERCHI STORIE DI QUESTO GENERE, IL MIO LIBRO NON FA PER TE.

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𝑹𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒂 𝒎𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂

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Con la mano stretta a quella di mia sorella maggiore, Emma, salutammo la mamma, ignare che sarebbe stata l'ultima volta che l'avremmo vista.

Data la mia tenera età, ricordo ben poco di quel momento. So solo che d'allora iniziammo a vivere con un signore anziano, un ragazzo dai capelli strani e un bambino esuberante: Il nonno, Shinichiro e Manjiro.

Sin da subito riscontrai un forte cambiamento. La casa profumava di pulito e non di profumi costosissimi, il cibo che pareva rigurgito era diventato invitante, il buio faceva meno paura con - finalmente - qualcuno in casa e, anche se ci volle un po', Emma riprese a sorridere più di prima. Le ho sempre voluto un gran bene e fui contenta di vederla felice.

Per quanto riguarda me, però, faticai davvero tantissimo ad ambientarmi. Nonostante venissi trattata bene, non riuscivo ad aprirmi. Cercarono di farmi sciogliere, ma nessuno ci riuscì. Immagino sia per questo che dopo un po' persero interesse, credendo che facesse tutto parte del mio carattere.

Un giorno io, Emma e Manjiro andammo a giocare in giardino. Fortunatamente, più crescevamo e più andavamo d'accordo.

Ad un certo punto mi venne sete e rientrai in casa per bere, ma appena varcata la soia di casa, si udì un boato: era Emma. Corsi fuori per controllare la situazione e la vidi a terra, dolorante. Manjiro cercò di calmarla, ma ella non riusciva, provava troppo dolore.

«Manjiro, portiamola in casa!» urlai.

«Buona idea.» concordò egli.

Caricò nostra sorella sulle spalle e la portò in casa.

«Poggiala sul divano ...» gli dissi.

Mi ascoltò e appollaiò Emma sul sofà.

«Vado a chiamare il nonno, okay?»

«D'accordo. Io rimarrò con lei.»

Corsi a chiamare l'anziano, il quale, dopo un'attenta osservazione, constatò che la gamba della nipote era rotta. La portammo al pronto soccorso dove le fasciarono la gamba.

La sera, quando Shinichiro tornò a casa, mi vide consolare Emma. Egli si avvicinò a noi chiedendo spiegazioni dell'accaduto e Emma gli spiegò, farfugliando, ciò che era successo.

Notai lo stato di agitazione di mia sorella e decisi di parlare anch'io, spiegando per filo e per segno tutto quello che era accaduto in sua assenza.

«Ma tu guarda ... Come vi è venuto in mente di fare una cosa tanto pericolosa? Emma, non lo fare mai più.» la rimproverò.

𝗧𝗢𝗞𝗬𝗢 𝗥𝗘𝗩𝗘𝗡𝗚𝗘𝗥𝗦 𝙾𝙽𝙴𝚂𝙷𝙾𝚃 ✧ 𝙷𝙴𝙰𝙳𝙲𝙰𝙽𝙾𝙽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora