San Lorenzo

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Lavinia Pov

Non fu semplice. Ma cosa lo è quando la malinconia della fine dell'estate inizia a farsi sentire?

Provai a sforzarmi di non scrivergli per lasciarci il tempo di cui avevamo entrambi bisogno.  L'avevo già fatto una volta, ce l'avrei rifatta.

Quindi dedicai quel weekend a me stessa.  La sera mi sdraiavo sul davanzale per guardare le stelle, aspettando che ne cadesse anche soltanto una per farlo tornare da me.

Prima di uscire dalla porta di casa, sentii un timido miagolio provenire dalla mia camera. Mi bloccai per seguirlo quando mi trovai ai piedi Midnight, il gatto della signora Tricarico.

Lo presi in braccio e mi tirai dietro la porta prima di suonare per consegnare il gatto alla sua padrona.

Quando aprì la porta, aveva un sorriso sulle labbra talmente grande da chiudergli gli occhi.

«Immaginavo fosse da te, cara.»
Feci un sorriso cortese, salutai e andai via. Mi sarebbe mancato anche l'odore dei fiori quell'anno, oltre che l'odore di crema solare e l'ombrellone rosso di Step.

«Mi stai dicendo che vi siete quasi baciati e poi non vi siete più sentiti?» Disse il biondo puntando gli indici sul tavolo. Io annuii.

«Esattamente.»
«Perché stai cercando di dargli il tempo per pensare?» Scosse la testa con il fare di chi spera di aver capito male.

«Sì.» Dissi solenne con un cenno del capo.
«Immaginavo fosse stupido, ma tu lo sei più di lui.» Tagliò corto lui passandosi una mano tra i capelli bagnati. «Senti, quante volte queste cose funzionano?» Provai a parlare quando mi fermò di nuovo. «Intendo quante volte funzionano fuori da film e libri, Lavinia.» Si fermò un attimo prima di fare una O con indice e pollice. «Zero, ecco quante.»

«Cosa dovrei fare?»Iniziai ad agitarmi sulla sedia.
«Smettere di scappare.» Disse accennando un sorriso.

«Io non sto scappando, io sto-»
«Stai aspettando che qualcuno faccia qualcosa al posto tuo, ancora. Senti, dopo tutto quello che mi hai raccontato, dopo tutte le scelte che hai fatto sei arrivata fin qui. Quindi ora è tempo di prendersi le proprie responsabilità.»

«Non so cosa fare.» Scossi la testa mentre giocavo con l'elastico del costume.
«Non lasciare che sia solo lui a decidere cosa vuoi che succeda.» Gli occhiali da sole adesso erano in testa. «Basta scappare.»

Rimasi ferma a guardarlo e a ripensare a quel mese e mezzo. A tutte le volte in cui mi era sembrato di scorgere quei ricci tra la folla, all'abbraccio dopo avermi salvata dall'acqua e alla promessa di riprovare ad essere amici.

«Ce lo siamo promessi. Siamo solo amici adesso.» Cercai di nascondere quella punta di sconforto nella voce.
«Chi si cerca come voi non potrà mai essere un banale "solo amici".»Si avvicinò per sussurrare qualcosa che solo io avrei potuto sentire. «Siete solo troppo stupidi per ammetterlo.»Tornò a guardarmi lasciando che una mano mi scompigliasse i capelli.

«Dai!»Mi sistemai i capelli prima di alzarmi.
«Dove stai andando?»Arricciò le labbra in un sorriso consapevole, prima di spingere la lingua contro l'interno guancia impercettibilmente. Incrociò le mani e mi guardò con lo sguardo assottigliato.

«Stai zitto.»Sorrisi lasciandolo sulla spiaggia che si sarebbe riempita, entro poche ore, di persone pronte a guardare lo spettacolo inscenato dalle stelle.

Solo San Lorenzo avrebbe potuto permettere a due stelle cadute di rincontrarsi.

Le stelle dentro | Harry Styles |Where stories live. Discover now