Improbabile alleanza

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Lavinia Pov

Dopo San Lorenzo provammo ad andarci piano, ma ovviamente dopo esser tornati a casa il nostro piano fallì miseramente.

A tutti e due era mancato quel contatto e sapere che non fosse più proibito e sbagliato, lo rendeva ancora più invitante.

Ricordo che entrò nella vasca con me e lavò via ogni mia insicurezza, dopo. Contò i nei che avevo sulla schiena, unendoli come puntini su un foglio, sfiorandoli con i polpastrelli.

Fu anche più intimo dell'amore che avevamo fatto prima, poi lo facemmo ancora.

Riuscii a finire il romanzo a cui stavo lavorando, raccontando di un amore sincero, intenso e leale: senza doppi giochi, verità nascoste o bugie imperdonabili. Raccontai la storia di due ragazzi che avevano imparato a fidarsi l'uno dell'altro, che si erano presi l'impegno di esserci sempre senza ma e senza se.

Scrissi di quell'amicizia così forte da trasformarsi in qualcosa di più, qualcosa che poteva spaventare. Qualcosa che poteva ferire, ma che sicuramente valeva la pena.

Volevo raccontare qualcosa di vero, qualcosa in cui le persone potessero ritrovarsi: volevo che sottolineassero le mie parole e che se le portassero per sempre nel cuore.

Questo mi rendeva una scrittrice, non le copie che avrei venduto: rendere le persone felici con le parole che ho scritto mentre ero triste.

Mandai il manoscritto a ogni casa editrice della zona, lo scrissi in italiano e lo tradussi in inglese e, dopo aver ultimato il mio romanzo, fu tempo di tornare all'università.

Non avevo paura questa volta perchè sapevo che, all'uscita, Harry sarebbe stato tra la folla ad aspettarmi per portarmi a casa.

I mesi passarono velocemente e così venne l'autunno con i suoi colori ad abbracciare l'intera città. Camminare sotto alle foglie che cadevano ad Hyde Park insieme a Harry la Domenica mattina, si avvicinava molto alla mia idea di felicità. E a sentir lui, vedermi ridere sotto la pioggia di foglie, era l'ottava meraviglia del mondo. Mi nascondevo sempre il viso tra le mani quando lo diceva, ma poi lui mi abbracciava da dietro e, per qualche motivo, le mani cadevano sempre.

Così dopo la torta alla zucca con il frosting al formaggio di Halloween e l'apple pie del giorno del Ringraziamento, il nostro amore iniziò a sapere di arance e cannella.

Passammo il Natale insieme in uno chalet di montagna, con il fuoco acceso e il profumo della legna che brucia. Nessun maglione ridicolo quell'anno, solo il bianco che spiccava tra l'arredamento in legno d'ebano e il rosso del calore sulle nostre guance, ma mi permise di vedere il Grinch prima di fare un piccolo albero per "tradizione", così disse, e smontarlo il giorno seguente prima di tornare a casa.

Non credevo di poter essere più felice, ma poi arrivò l'ultimo dell'anno.

Londra era magica nel periodo delle feste, ma il giorno prima che l'anno finisse si copriva di quell'alone di mistero che poteva rendere felice anche il più triste degli uomini. Tutti erano indaffarati e correvano a fare spese dell'ultimo minuto: che si trattasse di cibo o vestiti, poco importava.

Quell'anno avevano promesso che vedere i fuochi d'artificio a Trafalgar Square fosse il modo migliore per dire addio al vecchio e salutare il nuovo. Ma lo dicevano ogni anno, ecco perché avevo imparato a salire in terrazza per godere dello spettacolo pirotecnico in perfetta solitudine, da casa mia e con il pigiama addosso.

Quella volta però, non sarebbe andata così.
Dopo esser stata obbligata da Harry a indossare qualcosa di carino, mi trascinò nel salotto di casa mia.

«E' proprio necessaria questa?» Chiesi toccandomi la benda che mi copriva gli occhi.
«Sai che amo le sorprese.»
«Sai che a me non piacciono, invece.»

In quel momento si aprì la porta di casa e sentii una voce che non pensavo avrei sentito prima dell'anno successivo.
«Nemmeno questa sorpresa?» La voce di Step era vicina e quando mi tolsi la benda, mi misi a urlare tanto ero felice. Gli saltai al collo e lo abbracciai forte.

«Che cosa ci fai tu qui?» Ero emozionatissima.
«Anche io sono felice di vederti.» Rise, facendo ridere anche me. Poi guardò Harry e si avvicinò per sussurrare qualcosa che avrebbe sentito perfettamente anche lui.

«Ricordi quando mi hai detto che è in gamba? Beh, lo è davvero.» Avvicinò pollice e indice e assottigliò lo sguardo. «Quasi più di me.» Mi voltai verso Harry che aveva le braccia incrociate al petto e un'espressione fiera.

«E' merito tuo?»
«Qualsiasi cosa pur di non vederti in pigiama.»

Finsi di guardarlo male e scoppiò a ridere, seguito da Step.

Quell'improbabile alleanza fu uno dei regali migliori di quell'anno, ero solo troppo felice per rendermene conto.

Le stelle dentro | Harry Styles |Where stories live. Discover now