Memphis

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Caro diario,

Nell'autunno del 1948 ci trasferimmo a Memphis, una grande città a due ore di macchina verso nord, e prometteva di darci una vita migliore. Avevo solo tredici anni all'epoca e non mi ero ancora caricato sulle spalle il peso della responsabilità di tirare fuori la famiglia dalla povertà. Però sapevo che i tempi erano duri. Infilammo nel nostro vecchio rottame tutto ciò che possedevamo. Eravamo speranzosi ma all'arrivo le condizioni non migliorarono. Il primo anno alloggiammo in Popular Avenue in una casa vittoriana che era stata divisa in 16 appartamenti. Non era il massimo ma era tutto ciò che potevamo permetterci.

Lì, in un appartamento vicino al mio, viveva una ragazza chiamata Eileen Van Der Meer. La vedevo pochissimo perché entrava e usciva senza un minuto di pausa ma aveva attirato la mia attenzione. Quando cominciai la scuola non riuscii, a primo impatto, a legarmi con nessuno. Ero solo e le condizioni di povertà non migliorarono la situazione. Rividi però la stessa ragazza che viveva nella casa dove abitavo io. Fu lei che si avvicinò per prima: aveva lunghi capelli rossi come il fuoco, gli occhi azzurri come il mare e delle labbra che a toccarle sembravano morbide e delicate. Il suo fisico era asciutto e quando camminava sembrava di vedere un angelo.

«Ciao, come ti chiami?» chiese gentilmente. Anche la sua voce era delicata come i petali di una rosa. Aveva uno strano accento e non capivo da che Paese provenisse.

«Elvis Presley» risposi piuttosto timidamente. «Da dove vieni? Io mi sono trasferito da poco qui a Memphis ma prima vivevo a Tupelo ed è stato molto difficile riprendere una vita normale perché non conosco nessuno ad eccezione di quei pochi parenti che sono venuti con i miei genitori.»

«Vengo da una città in Olanda, in Europa. Mi sono trasferita anche io da poco qui a Memphis e durante il tempo libero mi piace scattare fotografie mentre dopo la scuola, ad eccezione del sabato, lavoro come cameriera per guadagnare un po' di soldi. Prima invece lavoravo da un amico di famiglia, Andreas Van Kuijk, come imbonitrice. Lo era anche lui. Tempo addietro invece seguivo i miei genitori, anche loro fotografi, nei loro tour. Mi sono trasferita qui perché mi sono stancata dei lunghi viaggi.» Durante tutto il racconto l'ascoltai rapito. Mi sarebbe piaciuto  vedere l'Europa. Lei era stata molto fortunata. Io le dissi tutti i desideri, l'amore forte che provavo per mia madre e che mi sarebbe piaciuto farla vivere come una regina in un grande castello così che non dovesse più lavorare.

Ci vedevamo durante la scuola e il nostro legame divenne sempre più stretto. Purtroppo la vita mi riservò delle brutte sorprese: il 17 giugno 1950, a quindici anni, un'assistente sociale si presentò per un colloquio. Compresi di trovarmi dalla parte svantaggiata della discussione e realizzai appieno quanto fossimo poveri. Ci venne chiesto di trasferirci a Lauderdale Court e mi ritrovai nuovamente solo. Non riuscii nemmeno a salutare Eileen che quel giorno lavorava. Rifacemmo i bagagli e partimmo.

In quel complesso vissi per tre anni frequentando una scuola e lavorando per poter mantenere la mia famiglia. Uscivo anche con gli amici, le ragazze e ascoltavo la musica di Memphis, in particolare il gospel. Partecipavo a gospel serali all'Auditorium Ellis insieme ai miei genitori e amici. I Blackwood Brothers erano il mio quartetto preferito.

Durante l'estate del 1951, tra il secondo e il terzo anno di superiori, lavorai in una società che produceva missili per l'esercito. Ero determinato ad aiutare i miei genitori e all'inizio dell'ultimo anno di scuola trovai lavoro come assemblatore di mobili nel turno tra le 3:00 e le 11:00 di sera: uscito da scuola andavo  a lavorare altre otto ore in fabbrica. Mi diplomai il 3 marzo 1953 e poi svolsi le mansioni come camionista alla Crown Eletric.

A gennaio 1954 iniziai a frequentare Dixie Locke, una ragazza del primo anno, e cominciammo a parlare di matrimonio. Eravamo molto legati e ci amavamo ma non sapevo che la strada mi avrebbe fatto incontrare di nuovo con Eileen.

Fairytale #Wattys2023Where stories live. Discover now