Colonnello Tom Parker

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Caro diario,

Ti stavo raccontando che avevo finalmente trovato la popolarità che avevo sempre cercato e la mia vita stava andando nella giusta direzione: i fan mi amavano mentre  l'amicizia con Eileen si stava trasformando in amore. La desideravo con tutto me stesso e sapevo che lei era la persona che volevo avere accanto me. Io e Dixie avevamo iniziato a litigare sempre più spesso e non ci trovavamo più d'accordo su niente. Mi trovavo a sognare, quando ci riuscivo a causa dell'insonnia, un bellissimo angelo dai capelli rossi che mi diceva di seguirlo e mi accompagnava in un bellissimo castello. Avevo compreso che la mia vita era nelle sue mani.

Il 21 novembre 1955 incontrai per la prima volta il mio manager. Quando Eileen lo rivide lo abbracciò e io fui lieto di poter lavorare con un personaggio che aveva portato a Memphis colei che volevo diventasse la mia fidanzata. Lei mi aveva parlato molto bene di lui e mi fidavo.  Aveva lavorato come imbonitore in Olanda e le aveva fatto scoprire i trucchi del mestiere oltre a essere stato come un genitore per lei.

Lui era il Colonnello Tom Parker ed è stato sia la mia fortuna che la mia rovina. Nei primi tempi  mi aveva aiutato a diventare il Re del rock n' roll, grazie ai numerosi tour intorno all'America, e aveva realizzato il mio desiderio di diventare un attore ma successivamente compresi di essere solo un prodotto da vendere al miglior offerente. Niente di più e niente di meno.

Tre giorni dopo l'incontro con Parker ruppi ufficialmente il fidanzamento con Dixie. Lei la prese piuttosto bene perché aveva capito, già da tempo,  che il mio cuore era stato rubato dalla bella fotografa. Avevo terminato alcune sessioni di registrazioni e una volta tornato a casa decisi di chiamarla. All'inizio ero stato un po' titubante e avevo paura che mi potesse rifiutare: il cuore mi martellava nel petto come un cavallo imbizzarrito, tremavo e sudavo. Il telefono sul muro mi sembrava irraggiungibile e dopo infiniti tentennamenti composi il suo numero.

«Ciao, ho appena finito alcune registrazioni ti va se ci vediamo per una cena?» le domandai. Il suo silenzio mi fece stare sempre peggio e mentalmente la stavo maledicendo. Dopo degli attimi che mi sembrarono ore finalmente mi rispose in modo affermativo. Ripresi a respirare e la informai dell'orario e del luogo in cui avremmo cenato. Riattaccai ed esultai. Ero al settimo cielo. Visto che mancavano poche ore al nostro incontro mi feci una lunga doccia e mi preparai mettendomi anche un po' di trucco che esaltasse i miei occhi azzurri. Alle 20:00 ero già davanti la porta della sua casa; lei indossava un abito longuette nero dalla linea aderente, con un ampio scollo a V e maniche a tre quarti, dei tacchi neri e si era lisciata i suoi lunghi capelli rossi. Era veramente mozzafiato!

«Leen? Sei tu?» le chiesi. Non ero abituato a vederla vestita da donna, con i tacchi per giunta, lei rispose con una linguaccia e tutto tornò a posto. Le sorrisi con il mio splendido modo di fare e la presi per mano accompagnandola alla Cadillac. Durante il viaggio parlammo molto e arrivati a destinazione, nel centro città, scendemmo. Il ristorante in cui avevo prenotato sotto falso nome per non farmi scoprire dai fan era un edificio grandioso: all'esterno c'era una lunga vetrata trasparente mentre all'interno c'erano molti divanetti e da un jukebox risuonavano alcuni successi di quel tempo.

Prendemmo posto e iniziammo a scorrere la lista dei cibi succulenti proposti dalla casa: io mi presi il mio sandwich con burro d'arachidi, bacon e banana in piccoli pezzi con le patatine a fianco mentre lei uno semplice. Tra un boccone l'altro chiaccheravamo ma dentro di me le viscere facevano a lotta a causa dell'ansia che mi pervadeva. Lei forse aveva già compreso che qualcosa non andava in me anche se speravo nel contrario. Dopo la cena mi feci serio e il mio cuore cominciò a battere fin troppo velocemente. Sudavo ed ero in ansia.

«Eileen, ti conosco da sei anni e soltanto negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di approfondire la nostra amicizia. Quando mi sono dovuto trasferire non sono riuscito a crearmi degli altri legami e Dixie mi aveva aiutato moltissimo. Era una ragazza molto bella e simpatica. Eravamo molto legati ma dopo gli spettacoli, stando in tua compagnia, ho compreso che non era più forte come un tempo. Litigavamo spesso e così ci siamo lasciati. Tutto questo per dirti che tu mi piaci. Non credo che nessun'altra ragazza possa prendere il tuo posto nel mio cuore, Eileen.» I suoi occhi si spalancarono dallo shock e avevo paura che mi potesse rifiutare per sempre. Si alzò dalla sua sedia e uscì dal ristorante. La raggiunsi poco dopo vedendola camminare avanti e indietro sul marciapiede quasi come volesse sprofondare all'interno del terreno con le mani sul volto. Era una scena tenerissima! Le presi una mano e lei saltò dallo spavento. Le chiesi delle spiegazioni a riguardo.

«Elvis, per me tu sei solo un amico niente di più. Sei il fratello che non sono mai riuscita ad avere, non riesco...» fermai quel fiume infinito di parole senza senso avvicinando le mie labbra alle sue. Erano morbidissime e delicate come le avevo sempre sognate. In breve tutto il mondo attorno noi scomparve. Sentivo il suo cuore battere veloce sul mio petto e la passione avvolgerci come una calda coperta. Le nostre lingue ballavano una dolce danza che conoscevano soltanto loro. La sollevai sul cofano dell'auto e le affondai le dita nei capelli setosi sentendo la passione farsi sempre più impetuosa come una marea che spazzava via tutto quello che incontrava. Solo il bisogno di ossigeno ci costrinse a separarci. Ci guardammo negli occhi ancora più confusi su quello che era appena successo. L'accompagnai a casa e nella Cadillac c'era solo il rumore dei nostri pensieri ingarbugliati.

Il giorno successivo ci fidanzammo ufficialmente anche se, qualche anno dopo, un'altra donna riuscì a incantarmi. Si trattava di Priscilla Beaulieu.

Fairytale #Wattys2023Where stories live. Discover now