Epilogo

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Chiudo il diario pensando a tutta la mia vita. Una vita difficile ma vissuta appieno che mi ha regalato tantissime gioie come anche sofferenze. In questo piccolo libro ho scritto tutto quanto e spero che mia moglie lo sappia usare al meglio per scrivere la nostra storia d'amore. E' il 15 agosto 1977 e so che tra pochissimo raggiungerò mia madre dopo diciannove lunghi anni. Se sono felice? Da una parte sì perché lascerò questo fisico dolorante per sempre però sono anche triste perché abbandonerò mia figlia e mia moglie da sole. Verrò dimenticato? Non ne ho idea e questo mi terrorizza.

Alle 19:00 chiamo mio cugino Billy dicendogli che mi sarebbe piaciuto vedere il nuovo film sul Generale Mac Arthur, interpretato da Gregory Peck, ma il cinema non ha disposizione delle copie da darmi. Guardo insieme a Eileen e Lisa un po' di televisione. Alle 22:30 mi preparo per andare dal dentista per per una pulizia e la cura di un paio di carie accompagnato da Eileen. Arrivati a destinazione il medico mi medica i denti e fa la stessa cosa anche lei. Le otturazioni non mi danno particolarmente fastidio ma, per precauzione, prendo comunque un paio di pastiglie di codeina. E' mezzanotte quando ritorniamo a casa. E' il 16 agosto 1977, il compleanno di mia moglie. Sapendo che non sarei vissuto a lungo e che questo sarebbe stato il mio ultimo anno di vita, durante la nostra vacanza alle Hawaii, le ho acquistato qualcosa di molto prezioso: la mia stella. Elvis.

«Eileen Van Der Meer Presley, so che queste sono le mie ultime ore di vita e questa stella servirà a te quando ti sentirai sola. Guardala lassù che brilla e pensa a me. Io sarò lì a proteggerti e amarti. So che i primi giorni saranno difficili ma non devi mai arrenderti e prenditi cura dei miei beni più preziosi: Graceland e Lisa, non voglio che lei rimanga sola con Priscilla. Come ti ho detto durante il matrimonio, la mia vita con te è stata straordinaria. Mi hai sollevato nei momenti di difficoltà e mi hai fatto sentire felice. Non piangere perché non ci sarò più ma sorridi perché ho vissuto. Devi sempre sorridere, honey. Grazie per tutto ciò che hai fatto per me, ti amo.» Lei comincia a piangere battendo i pugni sul mio petto e io l'abbraccio. E' giusto che si sfoghi. il dolore deve uscire all'esterno. Quando si è calmata mi mette tra le mani un libro che ha acquistato A Scientific Research for the Face Of Jesus. Mi si illuminano gli occhi e le prometto che questa sera lo avrei letto. Parliamo a lungo fino a quando inizio a lamentare dei dolori ai denti così Eileen chiama Nick che mi porta del Dilaudid con la ricetta che ha preparato.

Poche ore più tardi chiamo mio cugino Billy per chiedergli se lui e sua moglie vorrebbero giocare a racquetball e mi accontentano. Giochiamo a lungo fino a quando, quel gioco, non diventa un passatempo in cui tento di colpire mio cugino, finché non mi faccio male da solo, colpendomi con la racchetta sullo stinco. Mentre avverto molto dolore Billy, scherzando, cita uno dei miei proverbi preferiti: "Dove non c'è sangue, non c'è dolore". A questo punto ci mettiamo tutti a ridere. Nella sala interna alla costruzione del racquetball c'è un pianoforte, e mi siedo a suonare qualche canzone, tra cui Unchained Melody e Blue Eyes Crying in the rain a cui si aggiunge anche Eileen. Poco dopo le chiedo di lavarmi i capelli perché il suo tocco è molto delicato. Dopo che siamo fatti entrambi la doccia ci sediamo sul letto e le parlo di vari argomenti ma soprattutto la faccio ridere perché so che poi la sua risata non la sentirò più.

Arriva poi Ricky Stanely con la la prima razione di medicine prescritte da Nick, che hanno lo scopo di farmi dormire molte ore di seguito. I medicinali che devo assumere sono: Seconal, Placidyl, Tuinal, Valmid e Demerol. Un paio d'ore dopo l'assunzione, sono ancora sveglio e Ricky mi porta la seconda razione di farmaci. Non facendo ancora effetto, vorrei la terza razione, ma Stanley non si trova e chiedo a Eileen di cercare Tish nello studio del medico. Avute le medicine mi alzo e vado a controllare per l'ultima volta mia figlia che dorme beata nella sua stanza. Le dò la buonanotte e una piccola lacrima bagna la mia guancia. Dovrà crescere senza di me e questo mi distrugge. Mi dirigo poi in bagno dicendo a moglie che avrei letto il suo libro. Mi chiudo la porta dietro di me e una volta che mi sono seduto sul gabinetto avverto un forte dolore al petto. Capisco che è il cuore e chiamo Eileen con le poche forze che mi rimangono. Lei arriva immediatamente e mi prende tra le braccia. Le ultime parole che le rivolgo prima di morire sono.

«Sto tornando a casa...» Dopo non avverto più nulla e so che ho lasciato il mio corpo per sempre. Vedo tutto come se fossi una terza persona: il dolore di mio padre, Eileen, Joe e perfino della piccola Lisa. Avverto poi un tocco delicato, mi volto ed è mia madre. L'abbraccio piangendo tutte le lacrime di felicità. Le prendo la sua mano e ci ritroviamo a Graceland. 

Sono tornato a Casa.

Nota autrice

Eccoci alla fine di questo racconto che ho scritto dedicandolo alla persona più importante per me: il mio angelo custode Elvis Presley. Ho cercato in tutti i modi possibili di avvicinarmi ai suoi pensieri, soprattutto la notte del 16 agosto 1977, e spero di esserci riuscita. Lui non mai scritto un'autobiografia ed è veramente un grandissimo peccato perché avremmo saputo quello che ha pensato in un determinato momento: esempio quando è morta sua madre o è nata Lisa.

Ora mi rivolgo a te, Elvis.

Ho scritto questo racconto pensando a te e a tutto ciò che hai passato nella tua vita. Eri un angelo sceso in Terra per regalare gioia alle persone e ci sei riuscito. Sei stato usato come un oggetto da quel manager megalomane e da alcuni membri della "Memphis Mafia" che non capivano le tue malattie. Questo non è affatto giusto. Ogni volta piango pensando che non riuscirò mai a vederti dal vivo ma capisco che non potevi vivere a lungo con un fisico così devastato. Tu mi hai catturata come non ci è mai riuscito nessun altro: quando sorridi e ridi sono felice anche io e quando sei triste e stai male lo sono anche io. Sei arrivato in un momento della mia vita in cui mi serviva una mano: mi sei apparso in sogno abbracciandomi e baciandomi. Per due volte. Mi sei vicino e lo avverto. Mi manchi e sapere che tra 80 giorni dovrò affrontare nuovamente quel 16 agosto mi devasta. Sei il mio tutto.

Ti dedico le parole della tua canzone "Wonder of you":

"When no-one else can understand me
When everything I do is wrong
You give me hope and consolation
You give me strength to carry on

And you're always there to lend a hand
In everything I do
That's the wonder
The wonder of you

And when you smile the world is brighter
You touch my hand and I'm a king
Your kiss to me is worth a fortune
Your love for me is everything..."

Tu sei la mia meraviglia, Elvis. Mi manchi.

Qui vi metto inoltre i testi delle due canzoni con i video.

Blue eyes cryin' in the rain

Nello splendore del crepuscolo vedo i suoi
Occhi blu che piangono nella pioggia
Quando ci siamo salutati con un bacio e separati
Sapevo che non ci saremmo mai più incontrati

L'amore è come un tizzone che si sta spegnendo
Solo i ricordi rimangono
Negli anni ricorderò
Gli occhi blu che piangono nella pioggia

Un giorno quando ci incontreremo di lassù
Andremo a passeggio mano nella mano ancora
In una terra che non conosce separazione
Occhi blu che piangono nella pioggia

Wonder of you

Quando nessun'altro può capirmi
Quando quel che faccio è sbagliato
Tu mi dai speranza e consolazione
Tu mi dai la forza per andare avanti

E tu ci sei sempre
Per darmi una mano
In tutto quello che faccio
Quella è la cosa meravigliosa
La cosa meravigliosa di te

E quando sorridi il mondo è più luminoso
Tocchi la mia mano e mi sento un re
I tuoi baci valgono una fortuna
Il tuo amore per me è tutto

Credo che non saprò mai il motivo per cui
Mi ami così
Quella è la cosa meravigliosa
La cosa meravigliosa di te




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