Capitolo 22 - Peace and R'hllor

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Al Crossroads Inn, a leghe e leghe di distanza, era calato il silenzio. Nessuno dormiva; erano tutti più che svegli, ma con la bocca serrata e le spade sguainate. Lo sguardo di tutti i presenti nella saletta sotterranea della taverna era rivolto ad una sola cosa: la porta, e le loro orecchie ad un'altra sola cosa: i rumori dei passi che si sentivano provenire dal soffitto.

A dire il vero c'era ancora un altro suono oltre ai passi, ed era la cantilena di Lancel Lincel Lannister che continuava a mormorare sottovoce frasi sconnesse.

"Maestà è vuoto..." disse, alzando la voce, e tutti si girarono verso di lui incazzatissimi.

"Fallo stare zitto!" Klars strillo-sussurrò (incantesimo del terzo anno, se vi ricordate) a Lark.

"E come faccio?!" Lark ribattè sottovoce. "Se sono Estranei, siamo nei cazzi. Percepiscono il tipo psico!"

"Ssssh!" li intimò Tylether che doveva farsi leader sigma in ogni situazione.

I passi sembravano non solo numerosi, ma anche diretti verso le scale che portavano al sotterraneo. Si sentiva ogni singolo passo perché il legno era sì sopravvissuto all'Apocalisse, ma era comunque in condizioni merdose e scricchiolava ad ogni minimo movimento.

Rimasero tutti pietrificati e pronti ad attaccare gli eventuali mostri che potevano celarsi dietro la porta, in attesa del momento fatidico in cui l'avrebbero aperta.

Ancora 5 passi...

"Non c'è più vino..."

"Zitto, zio!" sibilò Clifford.

Ancora 4 passi...

"Inginocchiatevi di fronte al vostro re!"

"Ora lo ammazzo!" ringhiò Lucretia, ma Jason le afferrò un braccio prima che potesse muoversi. Le fece un mecojoni per rassicurarla.

Ancora 2 passi...

"VINOOOOO" Lancel urlò, alzandosi in piedi con una forza ritrovata d'improvviso. Con un impeto bestiale di rabbia spezzò tutte le corde che lo tenevano legato, flexando i muscoli mentre miriadi di vene gonfie comparivano ovunque da sotto la sua pelle. "VA A PRENDERMI UN ALLUNGAPLACCHE FRONTALI!"

Il gruppo di ragazzi indietreggiò nel terrore completo della visione, praticamente dimenticandosi dei potenziali Estranei fuori dalla porta. Lancel Lannister era molto più spaventoso, ma non sembrava intenzionato ad attaccarli. L'uomo ormai brizzolato e stanco fece un balzo felino fuori dallo sgabuzzino ed attraversò la stanza con due singole falcate delle gambe, tirando giù la porta con un calcio e correndo fuori a tutta velocità.

Ci fu una gran commozione nel corridoio, gente che urlava e mormorava cose al passaggio di Lancel Lincel, quindi i ragazzi metal tirarono un mezzo sospiro di sollievo. Almeno non erano Estranei, ma non si sapeva mai che tipo di brutti ceffi potevano essere entrati. In fondo, l'Apocalisse implicava anche criminalità gratuita per tutti.

Alla porta finalmente si palesò l'intruso, o meglio, gli intrusi, tra cui spiccavano due uomini in particolare. Il primo, sulla trentina, aveva dei lunghi capelli castano chiari - quasi biondi, ricci e bellissimi. Aveva due folti baffi e le basette, entrambi castani, e due occhi quasi magnetici di un verde caldo e profondo. Indossava un'enorme pelliccia bianca che toccava terra e copriva ogni centimetro del suo corpo, fatta eccezione per la scollatura della tunica che indossava sotto, su cui portava varie collane di perline di legno. In mano teneva dal collo una chitarra acustica di legno elegantemente intarsiato.

L'altro tizio di fianco a lui sembrava più giovane, con dei lunghissimi e bellissimi capelli neri come l'ebano (credo sia nero) ed un viso che sembrava essere stato scolpito dagli Dèi stessi (era molto bello). Indossava un mantello giallo e verde per nulla rovinato, ed un'armatura nera splendente su cui campeggiavano tre alveari uno in fila all'altro come un totem mieloso giallissimo. Certamente la cosa che più spiccava era la spada enorme e lucida che portava alla cintola.

Dietro di loro c'era una piccola folla di ragazzi e ragazze tutti di etnie e provenienze diverse, ma accomunati da dei riccioli dorati folti e dalle tuniche rosse e bianche che indossavano, insieme a varie coroncine di fiori di carta e altri gingilli sui generis.

Come l'uomo con la pelliccia si accorse delle spade sguainate del gruppo di ragazzi composto da Tylether eccetera, alzò le mani e la chitarra in segno di resa, mostrando i palmi.

"Perdonate l'intrusione, giovani superstiti! Non veniamo qui per combattere o depredare le vostre scorte, lo giuro, veniamo in pace!" esclamò con una voce morbida e sicura di sé.

Il gruppo dietro di lui si dilettò in un coretto molto ben sincronizzato di "Peace and R'hllor!", coretto al quale il ragazzo con l'armatura non si unì, ma guardò il pavimento abbastanza imbarazzato. 

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